00 10/09/2013 19:23

LA LORENZIN PIAZZA NEL CONSIGLIO DI SANITÀ IL MEDICO CHE CERTIFICO’ L’UVEITE A BERLUSCONI

SPAZIO AD ALTRI PERSONAGGI CHIACCHIERATI

Il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin (Pdl) ha indicato ieri il Consiglio superiore di sanità che sarà in carica per i prossimi tre anni: “Ho nominato i componenti basandomi su requisiti di altissima professionalità e sulle competenze maturate nelle diverse discipline di interesse per la sanità pubblica italiana”.

Niente da dire sui curricula scientifici, i profani notano però altre caratteristiche dei nominati: per esempio c’è Alberto Zangrillo, il medico personale di Silvio Berlusconi, leader del partito cui appartiene la Lorenzin, il Pdl.

Professore al San Raffaele che fu di don Verzé, sempre a fianco del Cavaliere, prodigo di dichiarazioni pubbliche quando c’era da spiegare perché l’ex premier imputato non poteva presentarsi in aula ai processi causa “uveite” (la malattia che imponeva a Berlusconi anche gli occhialoni neri stile Blues Brothers).

Zangrillo però non è un oculista e quando i guai sanitari di Berlusconi riguardavano gli occhi, il Cavaliere coinvogeva tra gli altri pure il professor Mario Stirpe, anche lui nominato dalla Lorenzin nel Consiglio superiore di sanità.

Subito prima delle elezioni 2013, quando Berlusconi disertò il comizio conclusivo a Napoli, una nota di palazzo Grazioli precisò che si trattava di un problema oculistico e non della paura di trovare la piazza vuota: e la diagnosi di Zangrillo, si leggeva nel comunicato, era confermata anche “dal professor Mario Stirpe di Roma”.

Ovviamente non sono questi gli unici meriti di Stirpe, che ha una carriera lunga e prestigiosa, oltre che rapporti di reciproca stima con tanti politici (come l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno).

Il Consiglio superiore di sanità è l’organismo che consiglia il ministro, che si pronuncia sulle materie più sensibili, per esempio di recente ha dovuto stabilire se le sigarette elettroniche erano dannose per la salute.

I membri di un consesso così influente dovrebbero essere al di sopra di ogni sospetto e con la massima autorevolezza possibile, l’identikit di persone come Silvio Garattini, il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.

Ma la Lorenzin, concentrata sui curricula accademici, non ha dato peso ad altri dettagli.
Per esempio che il neonominato Adelfio Elio Cardinale, già sottosegretario del governo Monti, è anche il marito di Annamaria Palma, già capo di gabinetto di Renato Schifani, quando era presidente del Senato.

Ma soprattutto Cardinale è imputato a Bari per un’inchiesta su concorsi truccati in diverse università italiane.

Lui smentisce ogni coinvolgimento e il suo avvocato ha spiegato che l’imputazione è frutto di un pasticcio giuridico (all’indagato non sarebbe stata notificata la convocazione del-l’udienza preliminare).

Il ministro Lorenzin deve essere dello stesso parere dell’avvocato, e quindi ha nominato Cardinale senza problemi.

Le parentele, come quella di Cardinale con l’ex capo di gabinetto di Schifani, sono sempre difficili da contestare, chi fosse in cerca di indizi di familismo potrebbe notare che nel Consiglio superiore di Sanità c’è anche Roberto Bernabei, geriatra di fama che è anche figlio di Ettore Bernabei, l’inventore della Rai moderna, da tempo vicino all’Opus Dei.

Ma se c’è il curriculum, la parentela non può essere un ostacolo. A meno che non implichi questioni di opportunità: è il caso di Giovanni Simonetti, direttore della cattedra di Radiologia all’università di Tor Vergata ma anche marito di Micaela Ciarrapico.
Cioè la figlia di Giuseppe Ciarrapico, imprenditore andreottiano dalle mille vite che oggi, a quasi 80 anni, è uno dei protagonisti della sanità privata del Lazio.

A Roma il suo gruppo Eurosanità controlla quattro tra le strutture più importanti: la clinica Quisisana, Villa Stuart, il Policlinico Casilino e Sant’Elisabetta.

Niente da dire sul professor Francesco Bove della Sapienza di Roma, ma qualcuno alla sua nomina ha ricordato i cori con cui lo salutavano i simpatizzanti quando si era candidato con Forza Italia nel 1994: “Bove, Bove, è quello che ci vuole! Bove, Bove, è quello che ci vuole!”.

Il nome meno scontato nel nuovo Consiglio superiore di sanità sembra essere quello di Roberto Iadicicco, di mestiere giornalista, direttore dell’agenzia di stampa Agi, che a lungo ha scritto di temi sanitari.

La Lorenzin deve aver giudicato requisiti sufficienti la sua laurea in Medicina e un trascorso come portavoce del-l’ex ministro della Sanità, Girolamo Sirchia.

Stefano Feltri

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[Modificato da ReteLibera 10/09/2013 19:25]