Per una qualsiasi persona dotata di un modesto senso critico e fornita di una sia pur limitata cultura di base, e avvezza, quindi, a non lasciarsi plagiare facilmente da sciamani, guru, e santoni, la religione, qualsiasi essa sia, altro non è che una congerie di idiozie, più o meno demenziali, dedotte da antichi testi zeppi di favole infantili, e perciò privi di ogni validità storica e razionale, ma, purtroppo, dotati della granitica nomea di essere stati rivelati da un essere supremo, chiamato dio.
Ogni religione, infatti, si considera latrice di una verità assoluta, immutabile nel tempo, da imporre, più o meno coercitivamente, ma spesso puntando una scimitarra alla gola, a tutto il genere umano. Come?
Esigendo una fede cieca e assoluta che non dia adito al minimo dubbio e alla minima critica. Adatta quindi non all'homo sapiens della nostra specie ma all'uomo acefalo delle caverne.
Essendo, pero, gli esseri supremi inventati dagli uomini più di uno (a contare tutti quelli del passato arriviamo a centinaia) ne consegue che le verità da essi rivelate sono molteplici, tutte diverse le une dalle altre e spesso anche in completa contraddizione tra di loro.
Ciò non impedisce ad ognuna di ritenersi l'unica assolutamente vera e considerare tutte le altre assolutamente false. Perché ognuna è convinta che il suo dio ce l'ha più duro.
Allo stato attuale le religioni più significative che imperversano nel mondo, intenzionate a distruggerlo il più presto possibile, sono i tre monoteismi che hanno dato origine all'ebraismo, al cristianesimo e all'islam.
Originano tutti e tre da quel compendio di leggende sumeriche, condite con fatti storici più o meno inventati, secondo la moderna storiografia, e corredate dal racconto di atrocità di ogni genere, tutte imposte dal totem tribale Jahvè, che deduciamo dalla Bibbia. Libro profondamente immorale oltre che privo di ogni validità storica.
Per ora mi fermo qui. Ma in due prossimi post accennerò brevemente alle incredibili degenerazioni che ha subito il dio biblico Jahvè quando è diventato il dio dei cristiani e alle altrettante incredibili trasformazioni che ha subito Gesù adattandosi alle diverse e contrastanti sette del cristianesimo.
Per concludere che ci troviamo davanti ad un colossale casino che giustifica appieno il motto dell'aquinate: credo quia absurdum. Credo, cioè, malgrado tutte le assurdità che la religione cattolica mi propina a piene mani.
Più acefalo di così!