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la visita lampo del papa a spese di fedeli e cittadini

Ultimo Aggiornamento: 22/07/2012 17:20
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Prendi i soldi e scappa: la visita lampo del papa a spese di fedeli e cittadini


Chissà se il Vaticano darà avvio ad una spending review, nel solco di quella recentemente varata dal governo italiano? Se accadrà, non sarà però certo in tempi brevi. Perché finora l’escamotage individuato dal Vaticano per contenere i costi degli spostamenti di Benedetto XVI resta efficacissimo: le spese per i viaggi ed i soggiorni del papa, per i palchi ed i maxischermi, gli impianti di amplificazione, le strutture costruite ad hoc per consentire lo svolgimento delle kermesse papali, i ricevimenti, i trasferimenti, ecc. gravano sempre sui Comuni ospitanti (e quindi sui contribuenti); sempre sui fedeli delle diocesi interessate, che pagano con le offerte raccolte nelle chiese; e sulle Curie, che versano un contributo “volontario”, ma obbligatorio; e gravano talvolta anche sulle casse dello Stato, nel caso ad esempio che quello papale sia rubricato come “grande evento” (ma lo Stato, va ricordato, mette sempre a disposizione gli elicotteri dell’Aereonautica Militare per trasportare il seguito del papa, oltre a provvedere alla sua sicurezza personale ed all’ordine pubblico, in parte a carico anche delle polizie locali).

L’ultimo esempio è rappresentato dalla visita pastorale di Benedetto XVI nella diocesi di Frascati, il 15 luglio scorso. Visita lampo, per la verità, poiché il papa, dopo aver celebrato messa nella locale piazza S. Pietro, ha fatto ritorno nella residenza estiva di Castel Gandolfo per la recita dell’Angelus di mezzogiorno, ma ciononostante piuttosto onerosa, dal momento che, oltre a tutte le offerte raccolte nelle chiese tuscolane la giornata del 15, alle parrocchie è stato chiesto di dare anche un contributo straordinario.

Rigidamente pianificato e quantificato, nei termini della biblica “decima”: «Carissimo Confratello sacerdote – ha scritto infatti il vescovo, mons. Raffaello Martinelli a tutti i parroci della sua diocesi – in occasione della visita del Santo Padre di domenica 15 luglio prossimo, ti ricordo l’impegno di offrire, per le attività caritative internazionali del Papa, un contributo pari ad almeno il 10% delle entrate annuali della tua parrocchia».

Facciamo un po’ di conti. In una zona come quella tuscolana è difficile che le parrocchie abbiano entrate inferiori ai 100mila euro annui. Le parrocchie del territorio diocesano sono 25. È quindi realistico pensare che gli assegni in busta chiusa che i parroci devolveranno al papa superino in totale la cifra di 250mila euro. A tale somma va poi aggiunto il totale delle offerte che verranno raccolte nelle questue, durante le messe. Infine, l’inevitabile contributo della diocesi.

Una delle ultime visite pastorali di Benedetto XVI, quella ad Arezzo del 13 maggio, costò in totale 500mila euro. Di questi, 120 mila euro furono a carico della Regione Toscana, 90mila del Comune; più un contributo della Provincia, oltre a quello della diocesi ed alle offerte di fedeli ed enti vari. Certo, la visita a Frascati avrà costi prevedibilmente più bassi, per la minore durata ed il programma meno denso.

Ma il papa viaggia sempre insieme ad un nutrito seguito, che prevede il segretario personale, il Prefetto della Casa Pontifica, il Reggente, l’assistente, il cameriere e il medico personale, numerosi uomini della scorta, (agenti della Gendarmeria e della Guardia Svizzera), oltre a cerimonieri, fotografi e giornalisti dell'Osservatore Romano, operatori della Tv e della Radio Vaticana. Insomma, la cifra sarà inferiore ai 500mila euro, ma non di moltissimo.

In ogni caso, per una trasferta di qualche ora, una visita “fuori porta”, a pochi chilometri di distanza da Castelgandolfo, le ingenti “offerte” di parrocchie e fedeli di Frascati costituiscono un contributo assai rilevante.



Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/che-tempio-fa/prendi-i-soldi-e-scappa-la-visita-lampo-del-papa-spese-di-fedeli-e-cittadini#ixzz21Lny8xzZ
[Modificato da ReteLibera 22/07/2012 13:39]
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Alla Chiesa 3,6 milioni, la Uil non ci sta

 

La Uil del Trentino critica il finanziamento provinciale di 3 milioni 650 mila euro per la ristrutturazione di edifici di proprietà ecclesiastica. «Ci sembra che la misura sia ormai stracolma - commenta il segretario Ermanno Monari - ora chiederemo che indaghi la Corte dei Conti». Qualche mese fa il sindacato trentino aveva denunciato che «negli ultimi tre anni sono stati spesi circa 25 milioni di euro per riammodernare le varie proprietà della ricchissima Chiesa trentina».

Nei giorni scorsi, in particolare, la giunta ha deciso di finanziare al 75% numerose ristrutturazioni. Le volte e la cupola della parrocchiale dedicata al Ss Redentore di Levico saranno cobnsolidate per un importo pari a 150 mila euro. Contributi sono stati assegnati anche alla chiesa di San Biagio di Cadrezone, dove sanno sistemate coperture e superfici esterne della parrocchiale per un importo pari a 377 mila euro. Non è stata dimenticata nemmeno la parrocchia intitolata a Santa Maria Assunta a Cles, dove per il risanamento conservativo della canonica saranno spesi 710 mila euro.

E ancora, la «Casa della gioventù» di Malè riceverà i tre quarti dell'importo finanziabile per la sua riqualificazione, che ammonta a 1,8 milioni di euro. Contributi sono stati assegnati anche alla parrocchia dei Santi Pietro e Andrea con sede a Povo, per il restauro della chiesa che costerà 965 mila euro. Tra i beneficiari compaiono pure il Convento dei Cappuccini di via Spalliera (388 mila euro di intervento), la Parrocchia di Sant'Antonio di Agrone di Pieve di Bono (284 mila euro) e la chiesa di San Vigilio di Tione per il restauro degli intonaci (189 mila euro).

«Difendere l'Autonomia - sostiene Monari - è sacrosanto. La vera questione è come. L'Autonomia non è nè del governatore Lorenzo Dellai, nè dell'assessore Ugo Rossi, ma del sovrano popolo trentino. Questo, non vuole che a decidere dove tagliare la sanità sia il tecnico Bondi, ma dubitiamo pure che voglia continuare a finanziare con il proprio denaro il riammordenamento delle varie proprietà della ricchissima chiesa trentina. Ora chiediamo che indaghi la Corte dei Conti».

[Modificato da ReteLibera 22/07/2012 17:20]
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