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30/09/2012 14:46 | |
IL VERO “GESU’" Il vero “Gesù Cristo” non si chiamava “Gesù”. Era probabilmente un Cristo rivoluzionario che tra il 30 e il 40 d.C. capeggiò una rivolta a Gerusalemme al termine della quale il popolo ebreo non gli diede l’appoggio necessario per vincere contro i romani: è questo il vero “tradimento” degli ebrei (simboleggiato anche dalla figura simbolica dell’apostolo traditore Giuda!) che fa da sfondo alla favola degli ebrei che abbandonano Gesù nelle mani di Pilato.
Il vero “Gesù” era probabilmente il primogenito di Giuda il Galileo che i “Padri della Chiesa” (i quali hanno custodito per secoli gli scritti storici di Giuseppe Flavio, il principale testimone di quegli anni, e di molti altri importanti storici dell’epoca) hanno fatto sparire dalla Storia, censurando, modificando e aggiungendo falsità apocrife nei documenti storici.
È anche possibile che “Gesù” (la cui morte, in tal caso, sarebbe stata postdatata dai “falsari cristiani”) sia stato lo stesso Giuda di Gàmala. Tuttavia il soprannome di “Nazareno” dato a Gesù fa pensare che il vero Cristo sia stato davvero il figlio primogenito di Giuda, il quale aveva fatto voto di nazireato (ecco la vera origine del termine “Nazareno”), una prestigiosissima carica sacerdotale essena che si raggiungeva solo dopo aver dato prova di grandi capacità di superiorità dello spirito sul corpo.
È per dimostrare tale capacità che “Gesù” affrontò i “40 giorni nel deserto”, per divenire un Nazareno, cioè un Nazireo o Nazoreo o Nazri. Ma i Nazirei avevano degli obblighi, tra i quali non tagliarsi mai i capelli e non bere mai vino. Per questo gli “Esseni revisionisti” dovettero eliminare tale titolo (e trasformarlo in una falsa provenienza geografica da Nazareth): il loro “Gesù” doveva bere il vino affinché la loro religione potesse, nel processo di radicale trasformazione (al fine di facilitare la diffusione presso i popoli ellenici-orientali e quelli pagani), inglobare i preesistenti culti misteri ellenistico-orientali i quali prevedevano che i fedeli bevessero il sangue (che nel momento rituale diveniva sangue di Dio) delle vittime animali sacrificate (questo era il significato originale della parola “Ostia”, che in seguito diverrà un pezzo di pane).
Per facilitare la diffusione presso un maggior numero di persone, gli “Esseni revisionisti” pensarono bene di trasformare il “sangue di Dio” in vino, molto più economico, facilmente reperibile e “psicologicamente accettabile” da parte dei credenti che dovevano berlo (non tutti accetterebbero facilmente di bere il sangue sgorgante dal corpo maciullato di un animale, mentre bere il vino o masticare un pezzo di pane è molto più semplice). In seguito, all’epoca di Costantino, i “Padri della Chiesa” furono ben felici di fare sparire una volta per tutte Gàmala e il suo Nazireo.È anche possibile che gli uomini realmente esistiti ispiratori del mito di Gesù siano stati in realtà due: da un lato il Nazireo figlio di Giuda (cioè il Cristo: l’Unto, colui che è dichiarato Re di Israele per mezzo di una cerimonia di unzione) e dall’altro una figura più spiccatamente sacerdotale, il cui compito non era di combattere con la Spada ma di diffondere la Parola. Tale teoria è avallati dagli scritti esseni, i quali riferiscono che i messia erano due: il messia davidico (Re di Israele) e il messia sacerdotale, discendente di Aronne.
Paolo D'ArpiniLeggi anche: Reparto Psichiatrico. I santi della chiesa cattolica.[Modificato da ReteLibera 16/08/2013 23:34] |
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