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IL DIO ASSASSINO E IL DIO ASSASSINATO

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2012 16:15
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IL DIO ASSASSINO

E IL DIO ASSASSINATO

 

 

 

Come definire un tale che "gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi..."?   (Dt 28,63).

 

Uno che è capace di gioire nel distruggere le persone è un boia e della peggiore specie.

 

E che dire di uno che così si vanta: "...le mie frecce si ubriacheranno di sangue, del sangue degli uccisi e dei prigionieri; la mia spada si ciberà di carne fra le teste dei condottieri nemici!" (Dt 32,42; cfr Sal 68,22).

 

Non è un degenerato criminale e della peggiore specie?

 

Queste espressioni - riferite nientemeno che a a Jahvé - il Dio di Israele - sembrano giustificare il detto "Se ammazzo un uomo sono un assassino, se ne ammazzo un milione sono un re, se li ammazzo tutti sono... Dio!"


Infatti Jahvé dopo la prova generale del diluvio dove "fu sterminato ogni essere che era sulla terra..." (Gen 7,23),

mantiene l'allenamento allo sterminio facendo "piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco... distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città..."! (Gen 19,24-25).

 

Episodi del genere fan sì che molti - iniziata la lettura della Bibbia - la chiudono scandalizzati perché in quel che ritenevano un libro di ricca spiritualità e di insegnamenti morali trovano non solo tutte le porcherie di questo mondo, e fin qui pazienza, l'uomo è sempre uguale, ma persino un Dio con tutti i peggiori difetti dell'uomo potenziati dalla caratteristica divina: geloso, ma di una gelosia che "punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione" (Dt 5,9) vendicativo, permaloso, irascibile (Cr 13,9-10) furibondo, sanguinario, spietato!

 

Se questo è Dio meglio farne a meno.

 

Ma davvero Dio è così?

 

Possibile che quello che Gesù descriverà come un padre compassionevole e ricco d'amore sia stato in passato una specie di orco?

 

La bibbia non è la cronaca di fatti storicamente successi, ma la riflessione teologica di avvenimenti a volte distanti secoli dall’accaduto al raccontato. Israele ha compreso che negli avvenimenti della sua storia era presente Dio. Un Dio loro fedele alleato al quale attribuiscono il successo o l'insuccesso delle loro imprese (Dt 2,33-34), e che giustifica le proprie mire espansionistiche (Gs 11,20).

 

Chiarito questo si comprendono meglio certi libri della Bibbia che se non sono letti in questa ottica portano davvero non solo al timore ma all'orrore di un Dio dipinto come mostro sanguinario.

 

Per questo occorre leggere i racconti biblici obiettivamente e non con l'occhio fanatico del religioso che si arrampica sugli specchi per trovare sempre e comunque una giustificazione a tutto quel che Dio e il suo popolo combinano insieme.

 

Come leggere per esempio l'esodo degli ebrei, la loro liberazione iniziata e terminata nella violenza?

 

E' tanto difficile ammettere che si è tradotto in un colossale fiasco?

 

Nessuno di quelli che erano partiti dalla schiavitù egiziana con la promessa della libertà è giunto all'agognata terra promessa, ma tutti sono crepati nel deserto: "Tutti quegli uomini che hanno visto la mia gloria e i prodigi da me compiuti in Egitto... non vedranno il paese che ho giurato di dare ai loro padri... I vostri cadaveri cadranno in questo deserto. Nessuno di voi, di quanti siete stati registrati dall'età di vent'anni in su e avete mormorato contro di me, potrà entrare nel paese nel quale ho giurato di farvi abitare... i vostri cadaveri cadranno in questo deserto.... i vostri figli saranno nòmadi nel deserto per quarant'anni e porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri siano tutti quanti nel deserto" (Num 14,22 23.29-33).

 

E si potrebbe pure tentare di vedere la storia dall'altra parte, quella degli egiziani: stando ai racconti biblici la liberazione degli ebrei è costata loro un prezzo certo troppo caro: basta pensare alla morte di tutti i primogeniti maschi!

 

Se per gli ebrei l'esodo ha voluto dire liberazione, per gli egiziani ha significato carneficina.

 

Il Signore per liberare il suo popolo prediletto non si è limitato a scannare il Faraone e i carcerieri, ma ha sterminato tanti di quegli innocenti che la mini-strage di Erode, al confronto sembra una birichinata (Mt 2,16-18): "A mezzanotte il Signore percosse ogni primogenito nel paese d'Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito del prigioniero nel carcere sotterraneo... un grande grido scoppiò in Egitto, perché non c'era casa dove non ci fosse un morto!" (Es 12,29).

 

Una volta liberato il suo popolo, Dio deve farli "entrare" nella Terra promessa. C'era solo il piccolo trascurabile particolare che questa terra era legittimamente abitata da altre popolazioni... no-problem!

 

Basta sterminarli tutti quanti, proprio e la terra è nostra! "Il Signore ascoltò la voce di Israele e gli mise nelle mani i Cananei; Israele votò allo sterminio i Cananei e le loro città..." (Num 21,3).

 

Una volta stabilitisi nella terra promessa, questa si rivela un pò stretta. Anche questa volta nessun problema: basta farsi largo a gomitate eliminando gli scomodi vicini. Per fortuna, dall'archeologia sappiamo che questi insediamenti non sono avvenuti come narrato dalla Bibbia in questa maniera così cruenta ed immediata, ma lentamente e nel tempo: quanto scritto non è la memoria viva dell'avvenimento ma ricostruzioni politico-religiose.

 

Israele, nel bisogno di lanciarsi ad ulteriori conquiste, si giustifica scrivendo la sua storia e dicendo: vedete anche agli inizi è stato così!

Sicché i racconti del libro del Deuteronomio non sono una cronaca degli avvenimenti successi, ma vengono scritti al tempo del re Giosia (640-609) per giustificare teologicamente le pretese di questo re che vuole estendere i propri confini e ricostruire il regno di Davide!

 

E giustifica questa espansione mettendoci di mezzo pure il Padreterno: Dio lo vuole! E se lo vuole lui tutto è permesso!

 

I confinanti cananei protestano?

 

Non sono d'accordo col volere di Dio?

 

E allora si eliminano... tutti, proprio tutti: è nella Bibbia - e quel che è grave in bocca a Dio - che compare per la prima volta la macabra parola sterminio [ebr. cherem], da praticare con tutti i conquistati: "...nelle città di questi popoli che il Signore tu Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare..." (Dt 20,16-18).

 

E così Dio per dare al popolo eletto la terra loro promessa, la converte per i legittimi abitanti in un grande cimitero.

 

E' una macabra litania quella che la bibbia snocciola: "Giosuè in quel giorno si impadronì di Makkeda, la passò a fil di spada con il suo re, votò allo sterminio loro e ogni essere vivente che era in essa, non lasciò un superstite... poi passò a Libna e il Signore mise anch'essa e il suo re in potere d'Israele, che la passò a fil di spada con ogni essere vivente che era in essa; non vi lasciò alcun superstite" (Gs 10,28ss.11).

E così per la città di Lachis, Ghezer, Eglon, Ebron, Debir, Cazor... tutte devastate e accompagnate dal ritornello "non lasciò alcun superstite".

Per i posteriori redattori degli avvenimenti, Dio non solo è complice in quest'opera di sterminio, ma per renderlo possibile, perché non si salvi neppure mezzo abitante, lui che tutto può, sconvolge le leggi della natura che pure lui stesso aveva creato e collaudato, e arriva a... fermare il sole perché il massacro continui e ci sia luce abbastanza per infilzare tutti quanti: "si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici" (Gs 10,13).

 

Un Dio crudele?

 

Ma no, anzi un tenerone, un "verde" ante-litteram.

 

Sentite cosa dice dopo aver deciso lo sterminio di intere popolazioni:  "Quando cingerai d'assedio una città per lungo tempo, per espugnarla e conquistarla, non ne distruggerai gli alberi colpendoli con la scure; ne mangerai il frutto, ma non li taglierai, perché l'albero della campagna è forse un uomo, per essere coinvolto nell'assedio?" (Dt 20,19-20).

 Gli alberi vanno risparmiati, le persone no: "Mosè si adirò contro i comandanti dell'esercito... Avete lasciato in vita tutte le femmine? ... Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo" (Num 31,14-17).

 

Già Mosè sceso dal Sinai aveva fatto una strage ordinando ai suoi fedelissimi leviti il primo massacro di ebrei della storia:"Dice il Signore, il Dio d'Israele: ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell'accampamento da una porta all'altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio parente... e in quel giorno perirono circa tremila uomini del popolo" (Es 32,27-28).

 

E così per la ribellione di Core: "la terra spalancò la bocca e li inghiottì: essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Core e tutta la loro roba. Scesero vivi agli inferi essi e quanto loro apparteneva; la terra li ricoprì ed essi scomparvero dall'assemblea... poi un fuoco uscì dalla presenza del Signore e divorò i duecentocinquanta uomini che offrivano l'incenso" (Num 16,32-35).

 

Stranamente noi dell'esodo ricordiamo il miracolo della manna e delle quaglie nel deserto ... ma non la strage che ne seguì: "Avevano ancora la carne fra i denti e non l'avevano ancora masticata, quando lo sdegno del Signore si accese contro il popolo e il Signore percosse il popolo con una gravissima piaga. Quel luogo fu chiamato Kibrot-Taava, perché qui fu sepolta la gente che si era lasciata dominare dall'ingordigia" (Num 11,33-34).

 

Ricordiamo il miracolo del serpente di rame, ma non i motivi: "Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d'Israeliti morì" (Num 21,6).

 

Niente al confronto dei "ventiquattromila" che morirono nella strage scatenata quando "Israele aderì al culto di Baal-Peor e l'ira del Signore si accese contro Israele" (Num 25,3.9).

 

Un Dio pericoloso non solo per i nemici del suo popolo, ma pure per il suo popolo, al punto che per tentare di calmarlo un pò, Mosè avvisa Jahvé che di questo passo perde la reputazione... "Se fai perire questo popolo.... le nazioni che hanno udito la tua fama, diranno: Siccome il Signore non è stato in grado di far entrare questo popolo nel paese che aveva giurato di dargli, li ha ammazzati nel deserto" (Es 14,15-16).

 



P. Alberto Maggi OSM

 




Dio ha una sola scusa: quella di non esistere.

[Modificato da ReteLibera 19/09/2012 16:15]
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