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Sacerdoti in corsia, stipendiati con soldi pubblici

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2013 15:36
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Sacerdoti in corsia, stipendiati con soldi pubblici

Ripeschiamo una notizia, passata in sordina ma di un certo rilievo, della quale a fine 2009 hanno parlato solo alcuni organi d’informazione, tra i quali L’Espresso e La Stampa. Dal primo settimanale riportiamo quanto segue:


Asl del Veneto: Sacerdoti in camice bianco - Novantasei sacerdoti per 55 ospedali. Fra medici e infermieri, le 21 Asl del Veneto avranno nei propri organici anche gli assistenti spirituali per la cura delle anime dei malati. Non dovranno superare un concorso, perché saranno scelti dal vescovo e pagati dalla sanità pubblica ed equiparati agli infermieri professionali laureati, all'incirca 1.600 euro al mese. Assunti a tempo indeterminato, costeranno due milioni l’anno. (…) Intanto rimangono precari 500 medici, infermieri e tecnici e mancano quasi 2 mila infermieri. Ma in passato i sacerdoti non curavano gratuitamente le anime negli ospedali?”

La Stampa aggiunge anche altri particolari: Nel contratto è compreso un alloggio («adeguatamente arredato») che dev'essere dentro l'ospedale o comunque nel lotto; per il vitto possono usare le mense come gli altri dipendenti. L'assessore alla Sanità Sandro Sandri non ci vede niente di strano: «La presenza dell'assistente religioso in corsia è prevista nel Concordato», dice. 

Ma pagata dai soldi di tutti, anche coloro che non sono religiosi oppure che appartengono ad altre confessioni?

Non sarebbe meglio spendere quei fondi per incrementare i servizi, assumere personale medico specilistico e migliorare le cure mediche piuttosto che stipendiare il clero con soldi pubblici?
[Modificato da ReteLibera 31/05/2013 15:07]
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I costi assurdi dell’assistenza spirituale negli ospedali

di dallapartedialice

Se siete mai stati in un ospedale, in veste di visitatori o di pazienti, vi sarete forse imbattuti in qualche “sacerdote in corsia”, una figura cui più formalmente si dà il nome di “assistente spirituale cattolico” e sulla quale ci sarebbero un po’ di cose da dire.

Infatti, c’è un aspetto abbastanza stupefacente di questa particolare figura professionale. Chiunque potrebbe pensare di aver a che fare con un prete qualsiasi, in quanto tale stipendiato dalla Conferenza Episcopale Italiana con i lauti fondi pubblici che riceve attraverso l’Otto per mille (del quale abbiamo già parlato in passato, mostrando come la realtà sia ben lontana da quello che gli spot strappalacrime della CEI cercano di farci credere).

E invece no. Perché qualcuno s’è preso la briga di andare a indagare cosa succede negli ospedali italiani e ne è saltato fuori che questi assistenti non sono pagati dalla CEI, ma sono stipendiati dalle ASL.

Insomma, è come se il miliardo di € che viene dirottato con l’Otto per mille alla Chiesa cattolica ogni anno non bastasse a pagare anche questi preti.

Posto che chi scrive trova discutibile che i religiosi siano pagati con soldi pubblici (perché di fatto l’Otto per mille è esattamente una delle tante forme di finanziamento pubblico alla Chiesa), nel momento in cui si decide che quello è il finanziamento pubblico con cui tra le altre cose si pagano i sacerdoti si abbia almeno la decenza di non appesantire le già esangui casse dello Stato con un ulteriore costo a carico dei contribuenti!

Chi si è preso la briga di indagare sulla questione s’è scontrato spesso con un muro di gomma e una scarsa trasparenza. Anche perché la spesa per gli assistenti spirituali non è inserita in una specifica voce di spesa dei bilanci delle regioni (che si occupano delle “convenzioni” che si occupano della questione), bensi delle singole ASL e questo rende la ricerca molto più complicata. Marco Accorti (in “L’ateo”, 6/2011) ha cercato di ricostruire dai pochi dati disponibili quello che è questo ulteriore costo della Chiesa. Ecco cosa ha scoperto:

  1. Che un assistente spirituale costa alle ASL circa 25.000 € all’anno, cioè oltre 2.000 € al mese;
  2. Che nelle 3 regioni di cui si è riusciti a ottenere dati quasi completi, ovvero Emilia, Veneto e Toscana, la spesa complessiva si aggira intorno ai 6 milioni di €;
  3. Che facendo una stima su scala nazionale, si può ipotizzare un costo per lo Stato che va dai 40 ai 50 milioni di € all’anno.

In tempi di spending review e di tagli all’assistenza sanitaria (e anche di tagli alla ricerca scientifica, [ ]), forse prima di tagliare i servizi ai cittadini gli illuminati esponenti del governo [ ] (guardacaso tutti insieme appassionatamente al Meeting di CL) dovrebbero iniziare con il tagliare questo assurdo privilegio di cui gode la Chiesa.

 Perché dobbiammo pagare due volte per questi assistenti spirituali, sia con l’Otto per mille che con i soldi della sanità pubblica?

Di più: perché di questa spesa devono farsi carico tutti i cittadini, anche i non credenti o chi trova inopportuna l’invadenza di diversi assistenti spirituali che sembrano sguazzare serenamente nel dolore altrui?

Possiamo accettare che si aumentino le tasse per i cittadini, si aumenti il ticket per farmaci e visite, si chiudano ospedali e si riducano i posti letto quando poi dietro l’angolo c’è questo spreco inutile?

[Modificato da ReteLibera 31/05/2013 15:13]
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No ai preti nelle corsie d’ospedale finanziati con denaro pubblico, ma non passa la proposta Firmani

30 maggio 2013

TRENTO – I sacerdoti potranno continuare a girare per le camere degli ospedali e prestare conforto ai pazienti che lo desiderino. La quarta commissione del Consiglio provinciale ha infatti bocciato la proposta di Bruno Firmani (Idv) per vietare il proselitismo e togliere il sostegno finanziario della Provincia all’assistenza spirituale assicurata nei luoghi di cura contrari.

Al testo di Firmani si sono opposti 6 consiglieri (Viola e Casna del misto, Morandini del Pdl e Dallapiccola del Patt), Eccher si è astenuto e 4 consiglieri non hanno partecipato al voto: Civico e Ferrari del Pd – firmataria del disegno di legge con Firmani (insieme nella foto), ma poi ha tolto il suo sostegno -, Anderle dell’Upt e Magnani del misto.

A difesa del provvedimento «suggeritomi – ha rivelato Firmani – dai laici del Trentino», il consigliere dell’Idv, ha sostenuto che «non è giusto impiegare denaro pubblico per un fine privato, altrimenti dovremmo retribuire anche un santone o un guaritore se richiesto dai malati».

Sara Ferrari (Pd), che con Firmani aveva sottoscritto il disegno di legge, ha motivato il ritiro della sua firma condividendo, a differenza del collega, le modifiche al testo proposte dalla giunta.


Contro il provvedimento di Firmani si è poi pronunciato il presidente della commissione Mattia Civico (Pd), perché la convenzione attuale con la Chiesa cattolica, basata sul concordato con lo Stato, è legittima.


Fonte: l’Adige

http://www.ladige.it/articoli/2013/05/30/basta-preti-corsia-proposta-firmani

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