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SCORTE PER POLITICI, SINDACALISTI, AMBASCIATORI: SONO OLTRE 200 LE PERSONALITA’ TUTELATE, CON CENTINAIA DI UOMINI ADDETTI ALLA LORO SICUREZZA

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2013 12:45
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SCORTE PER POLITICI, SINDACALISTI, AMBASCIATORI: SONO OLTRE 200 LE PERSONALITA’ TUTELATE, CON CENTINAIA DI UOMINI ADDETTI ALLA LORO SICUREZZA


C’E’ ANCOR CIRIACO DE MITA NELLA LISTA DEI POLITICI SOTTO SCORTA CHE “IL TEMPO” HA STILATO… E ANCHE GENTE DEL MONDO DELLO SPETTACOLO

Daniela Santanché, Renata Polverini, l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, la non più ministra del Lavoro, Elsa Fornero, l’ex Pm Antonio Ingroia, Gianfranco Fini.
C’è anche Ciriaco de Mita nella lista dei politici sotto scorta che il Tempo ha stilato.
Magistrati, ambasciatori, politici, gente del mondo dello spettacolo.

Si legge sul Tempo: “Sono oltre duecento gli intoccabili difesi ogni giorno da centiaia di angeli custodi di carabinieri, polizia, guardia di finanza, politzia penitenziaria e corpo forestale dello Stato.

L’elenco degli scortati nella Capitale è aggiornato ai primi di settembre. Sfora di parecchio i 200 servizi quotidiani, tra scorte e tutele.

I big rientrano nel livello 1 (tre auto più una di staffetta) mentre a scendere, il livello 2 prevede un paio di macchine blindate.

Il terzo obbliga a un’auto blindata, mentre il quarto prevede un poliziotto di tutela.

I sindacati delle forze di polizia si domandano con sarcasmo se sia una vera esigenza schierare questo esercito di guardaspalle, oppure se si tratta di fare un favore a questo o quel politicoche non vuole rinunciare ad un prezioso status simbol.

Un privilegio mantenuto nonostante le mille promesse di tagli.



http://www.destradipopolo.net



[Modificato da ReteLibera 20/09/2013 18:26]
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Lo scandalo delle scorte a Roma. La Casta più Casta di prima. E Letta fa lo struzzo … Elogi a Il Tempo per l’inchiesta.

Letta fa lo struzzo! Imu e Iva ci rendono impresentabili? No è il continuo quotidiano sperpero di denaro pubblico che ci rende attori di una grande tragico media. Il PD non vuole ridurre i costi del nostro malgoverno secolare ma anzi aumentare l’imposizione fiscale fino allo strangolamento dell’economia italiana.

Da il Tempo

Sorveglianza a caro prezzo

di Gian Marco Chiocci e Sarina Biraghi Lanciatela, un’occhiata, al battaglione degli scortati. Leggete bene, nome per nome. Troverete potenti e non, minacciati e raccomandati, che ogni giorno…

Lanciatela, un’occhiata, al battaglione degli scortati. Leggete bene, nome per nome. Troverete potenti e non, minacciati e raccomandati, che ogni giorno scorrazzano per le città con macchinoni e guardie del corpo a spese del contribuente, lo stesso che poi s’incavola quando la blindata lo sorpassa sgommando. Ci troverete tutti quelli che sono considerati soggetti a rischio. Politici, rappresentanti delle istituzioni, magistrati, ambasciatori, uomini dello spettacolo e anche giornalisti. Alcuni nomi vi stupiranno, altri saranno una conferma. Troppi vi indigneranno.

La nuova inchiesta de Il Tempo non urla alla Casta. Denuncia uno scempio di denaro pubblico. È un reportage dei nostri Matteo Vincenzoni e Fabio Di Chio realizzato sulle carte top secret di polizia, carabinieri, finanza, polizia penitenziaria, corpo forestale e via discorrendo.

Uno scandalo senza fine, che si trascina da anni, incurante dei continui tagli selvaggi a personale e auto di polizia.

Una spending review a senso unico, che attinge agli organici e ai mezzi delle forze dell’ordine prosciugando commissariati e caserme di frontiera. Risorse per centinaia di milioni di euro sottratte al contrasto della piccola e grande criminalità e al controllo del territorio che sono – o meglio, dovrebbero essere – le priorità di qualsiasi politica nazionale della sicurezza. Il comparto della protezione personale non soffre della sindrome dei tagli orizzontali. È un capitolo del bilancio dello Stato fuori controllo.

La scorta è per sempre, come un diamante. O se preferite, un fortunato biglietto della lotteria, del tipo «Scorta e vinci».
Ogni anno si decurtano le spese per gli straordinari degli uomini in divisa, per il carburante, per la manutenzione di mezzi obsoleti spesso immatricolati nel secolo scorso a fronte di fiammanti berline iperaccessoriate, nuove di zecca, con blindature da 100mila euro a disposizione dei soliti noti.

E che dire degli angeli custodi? Sono i primi a essere mortificati nel portare a scuola i figli altrui, spingere i carrelli della spesa, sfruttati come taxi da parenti e amici. Certo, non tutti abusano. Alcuni ministri, certi giornalisti, qualche sindacalista, pm in prima linea sono obbligati a muoversi con gente armata. Ma la stragrande maggioranza potrebbe anche prendere l’autobus, come si usa all’estero. Oppure salire su un’utilitaria, e girare per Roma come fa un certo Francesco.

Gian Marco Chiocci



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Mancano i soldi, ma le scorte no

Ecco tutti i potenti da proteggere

http://www.iltempo.it

 




[Modificato da ReteLibera 20/09/2013 19:17]
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Per la Boldrini c’è il più imponente apparato di sicurezza che la Casta ricordi

Boldrini

 «Ho chiesto di non avere la scorta. Non ho paura di camminare per Roma. Non ho paura di andare da casa in ufficio. Può accadere qualsiasi cosa in qualsiasi momento ma questo vale per chiunque»: così parlava il presidente della Camera, Laura Boldrini, al momento del suo insediamento a Montecitorio.

Quattro mesi dopo, ad accompagnarne ogni suo movimento, c’ è il più imponente apparato di sicurezza che la Casta ricordi:  due auto blindate Bmw serie 5, più una terza che si occupa dei sopralluoghi (i cosiddetti “anticipi”), per un totale di dodici uomini al giorno, 24 nell’ arco di 24 ore. E se non bastasse, l’ abitazione della terza carica dello Stato viene sorvegliata anche da una quarta auto civetta. Ma, si sa, prevenire è meglio che curare.

E così, secondo indiscrezioni provenienti dagli uffici della Montecitorio, la presidentessa si sarebbe fatta installare, a difesa del suo appartamento, un impianto di sicurezza inviolabile, irrobustendolo da una serie di telecamere posizionate in luoghi strategici, a cominciare dal palazzo adiacente, dove sono in corso lavori di ristrutturazione.

Le cautele non sono mai troppe. Oltre ai “gorilla” e al carosello d’ auto, ad accompagnarla spesso c’ è un funzionario o un dirigente dell’ Ispettorato della Camera. Una new entry che non è passata inosservata nei palazzi del potere romano così come non è passata inosservata ai ragionieri di Montecitorio la spesa complessiva. Il sistema di difesa personale della presidentessa Boldrini, infatti, è tra i più costosi delle ultime legislature.

A parte gli straordinari egli stipendi, il codazzo di guardie del corpo costa 40 euro al giorno di indennità più le spese peri ristoranti (e non c’ è un tetto al conto) e per gli hotel, anche a4 stelle. Benefit che sono proibiti a tutti gli altri comuni poliziotti, anche a quelli impegnati in delicatissime indagini antimafia e antidroga in mezzo mondo. Per loro possono bastare – volendo citare la pubblicità di una nota marca di rum – i peggiori bar di Caracas.

Ma c’ è di più.

Anche i predecessori della Boldrini continuano a beneficiare dello status simbol. Pierferdinando Casini può contare su 5 poliziotti di scorta più l’ auto di servizio (ancora oggi inattesa di passare al servizio ispettivo del Senato); a Fausto Bertinotti, due uomini più la vettura; stesso discorso per Gianfranco Fini .

Eppure, ogni tanto, sulle riviste patinate e a corredo delle interviste impegnate, spuntano foto che ritraggono la Boldrini mentre cammina in strada, da sola, pedone tra i pedoni. Apparentemente lontana da scorte e bolidi blindati. Errore. Le guardie del corpo la seguono a vista, distanziandola giusto un po’ ma prontissime a intervenire. Una protezione invisibile a cerchio che fa tanto anti-Casta ed è un’ ottima strategia di comunicazione politica. Come al mattino, quando va a fare colazione al bar vicino casa.




[Modificato da ReteLibera 24/09/2013 12:45]
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