Nel mirino della Procura di Torino che indaga sulle spese pazze c’è anche il governatore del Piemonte
Tra le spese dei consiglieri della Regione Piemonte, c’è di tutto. Dalle cene a base di tartufo ai panini dal salumiere; dai manifesti per la campagna elettorale ai profumi. E poi cravatte, solarium, mazze da golf e creme. Chiusa l’indagine, adesso la procura di Torino ha spedito l’avviso di notifica a 57 politici della Regione, tra cui il governatore leghista Roberto Cota, il presidente dell’assemblea legislativa Valerio Cattaneo, l’ex presidente della giunta Mercedes Bresso e consiglieri di maggioranza e opposizione.
I reati contestati sono, a vario titolo, truffa e peculato, con accuse diverse da caso a caso; per Bresso l’ipotesi è di finanziamento illecito dei partiti. Secondo il quotidiano La Repubblica, tra le spese contestate al governatore piemontese ci sarebbero spese al fast food eseguite alle tre del mattino, fiori, penne e cravatte. Il tutto per un totale contestato di 25 mila euro.
Cota, dal canto suo, rispondendo ai pm su alcune spese fatte in autogrill, si è difeso dicendo di non essere mai stato in quel posto a quell’ora. Tuttavia, la versione del presidente della Regione sarebbe stata smentita dai tabulati del suo telefono e dalle cellule telefoniche dalle quali è possibile rilevare la posizione. Dal canto suo, Roberto Cota ha preso carta e penna e ha scritto ai piemontesi: “Sono un presidente leale che si dedica anima e cuore al governo della Regione”. Come ha riferito il quotidiano La Stampa, Franco Maria Botta ha speso tra giugno 2010 e settembre 2012, la bellezza di 41.472,23 euro di pranzi e cene, mentre 12.210 euro in abbigliamento. Al consigliere sono contestati anche 79.051,94 euro tra cd, articoli per la casa, gioielli e pure un trasloco. Marco Botta ha sulle spalle 36.372,20 euro di rimborsi: dentro ci sono cibi da asporto e consumazioni al bar. Poi, 3.515,79 euro in vestiti. Tra i rimborsi anomali, c’è anche una mazza da golf, il parrucchiere e gli “articoli per fumatori”.
Così anche Valerio Cattaneo, che avrebbe speso 38.218,34 euro per il cibo e 6.154 per vestirsi. Alberto Cortopassi, invece, ha sul conto 48.131,97 euro, tra cui anche gli scontrini dei tramezzini. Insomma, liste imbarazzanti. Ancor di più in un momento politico-economico come questo. Con la crisi che dilaga e la politica che si allontana sempre di più dalla gente.
Giorgio Musumeci