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ALL’ESTERO I DELINQUENTI STRANIERI VENGONO ESPULSI, IN ITALIA KYENGE VA IN GALERA A COCCOLARLI

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2014 19:55
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ALL’ESTERO I DELINQUENTI STRANIERI VENGONO ESPULSI, IN ITALIA KYENGE VA IN GALERA A COCCOLARLI


Rebibbia, la visita della Kyenge. ”Mancano i mediatori culturali”


Il ministro per l’Integrazione dopo una visita nella sezione femminile del carcere: “Bisogna cercare di agevolare la vita delle detenute cercando di dare loro degli strumenti per comunicare sia tra loro che con il personale”

“Nel carcere di Rebibbia mancano i mediatori culturali. Quelle persone che, parlando con gli stranieri nella loro lingua, possono farsi interpreti delle loro esigenze e problemi”. E’ questa l’analisi del ministro per l’Integrazione Cècile Kyenge dopo la visita nella sezione femminile del carcere romano di Rebibbia con circa 400 detenute, la metà straniere.

“Una visita molto interessante anche per capire i punti da cui partire per dare  concretezza alle competenze del mio ministero – spiega la Kyenge -  Per quanto riguarda l’integrazione, cioè agevolare la qualità della vita delle donne in carcere”.

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“Ma la sezione che mi ha più impressionato – continua – è  quella dove ci sono i  figli delle detenute. Ho potuto ascoltare il dramma di molte mamme, sia italiane che immigrate, le difficoltà che incontrano nel crescere i propri figli. Ciò diventa ancora più forte per le donne migranti, perché hanno  difficoltà a trovare un appoggio fuori dal carcere”.

La mediazione culturale è importante,  “bisognerebbe cercare di agevolare la vita delle detenute cercando di dare loro degli strumenti per comunicare sia tra loro che con il personale” conclude il ministro.

Secondo la Kyenge, il carcere ricopre un ruolo fondamentale nella crescita e nel supporto delle detenute. “Sappiamo che il carcere deve essere una condizione per portare una persona a recuperare, a espiare la pena ma anche cercare di ripartire con una vita diversa – sottolinea -  L’identificazione degli stranieri deve avvenire qui, dentro al carcere, per evitare che la pena si possa prolungare fuori.”



[Modificato da ReteLibera 09/01/2014 19:55]
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