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(Filippesi 3:1) & (1° Timoteo 6:5) Contro santa romana chiesa. Il lato oscuro di Madre Teresa

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2013 18:02
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Perché molti, ve l'ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. (Filippesi 3:1)
…uomini corrotti di mente e privati della verità, i quali stimano la pietà esser fonte di guadagno.” (1° Timoteo 6:5)
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“…non preoccupatevi se dio ha fatto si che quel bambino si riduce cosi
c' è un disegno divino.
se il pappa e il vaticano hanno miliardi di euro,dio ha il suo progetto divino.
se la madonna compare solo nei paesi benestanti,e parla di pregare,anche li c è un progetto divino.
dio nella sua pienezza toglie hai poveri, da sempre più ai ricchi.
qualcosa non quadra, qualcuno non ci ha detto la verità, e ci manovra facendo leva sulla nostra paura della morte, e sul dubbio di cosa ci sarà dopo…”


Come al solito penso che i mass media e la propaganda ci nascondano come al solito qualcosa… siamo un popolo indotto a comportarci in base al condizionamento ricevuto in modo subliminale.

 




[Modificato da ReteLibera 01/09/2013 17:49]
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SALVE!

sono un bambino africano... 
...sto morendo di FAME perché siamo sovrappopolati ma la chiesa cattolica si ostina a vietare l'uso di qualsiasi metodo anticoncezionale

Sono anche ORFANO: i miei genitori sono morti di AIDS perché erano cattolici, e la chiesa 
vieta l'uso del preservativo. 

Tra l'altro, anche io sono sieropositivo, ma la chiesa cattolica si preoccupa solo di embrioni, non di noi  bambini già nati.

Oltretutto vi chiederanno SOLDI dicendovi che servono per AIUTARE 
ME e la mia gente! 



NON CREDETEGLI!
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Beati i ricchi

di Don Antonio Di Lalla

Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti».


Il governo, ormai tragico per gran parte dei cittadini, sicuramente comico a livello nazionale e internazionale tanto da non lasciar più spazio alla satira, ha fatto proprio questo aforisma di Ettore Petrolini.

I soggetti deboli sono tartassati, a quelli privilegiati viene chiesto al massimo una tassa sul superfluo.

La stangata per questo e i prossimi anni continua non solo a non dare prospettive, ma ad affamare ulteriormente quelle già in difficoltà, tra la goliardia dei ministri che non stimandosi si trattano da «cretini».




  Le imprese licenziano, i precari e i giovani non hanno futuro, gli impoveriti aumentano, la ricostruzione nelle zone terremotate e alluvionate è pressoché ferma, gli immigrati, pur necessari, sono costantemente sotto ricatto. Il primo ministro, intanto, cerca codicilli per non restituire il maltolto, e i parlamentari, nominati più che eletti, tengono in scacco il governo facendo man bassa di tutto ciò che capita loro a tiro. La “questione morale” non li sfiora minimamente, stando a quel po’ di marciume che in questo fine regime riesce a trapelare.



La Chiesa dove sta? E che fa? La base, attraverso parrocchie sensibili e istituzioni ad esse legate, sempre più si fa carico della crescente difficoltà economica e culturale con iniziative di solidarietà, alzando la voce, spesso inascoltata anche perché non trova risonanza nei grandi mezzi di informazione, in difesa delle vecchie e nuove povertà e di quelli che subiscono quotidiane ingiustizie.

  I vertici continuano ad essere attendisti, per salvaguardare i privilegi, in attesa che si definisca il nuovo quadro politico. Eppure non abbiamo alternative. Finché una sola persona soffre, in Italia e nel mondo, noi siamo chiamati a farcene carico perché il Dio di Gesù Cristo è di parte, mai neutrale. Ce lo insegna quella sovversiva di Maria di Nazareth, tutt’altro che remissiva e ieratica. Non è lei a magnificare il Signore (Lc. 1,52-53) che «ha rovesciato i potenti dai troni», che «ha ricolmato di beni gli affamati» e che «ha rimandato a mani vuote i ricchi»?


In questo frangente storico in cui coloro che hanno in mano le leve del potere cercano di riempire la propria borsa, la Chiesa ha il dovere di svuotarla. L’istituzione Chiesa proibisce il preservativo perché questo impedisce di dare la vita; ma allo stesso modo, se non con più vigore e radicalità, non dovrebbe dichiarare immorale il conto in banca in quanto soffoca la vita dei già nati?

   Chiesa e governo scommettono sulla famiglia, forse più per le kermesse che per un progetto politico serio. In ogni famiglia è sul più fragile che si impostano le scelte e non sono tollerabili i soprusi. Ripartiamo allora dalla tutela e dal sostegno ai più deboli se vogliamo considerare lo Stato come una grande famiglia. Di Giovanni Paolo II si è voluto fare in gran fretta un uomo da porre sugli altari; mi accontenterei che si concretizzasse, pur tardivamente, l’affermazione che troviamo nella sua enciclica Sollicitudo rei socialis: «Di fronte ai casi di bisogno, non si possono preferire gli ornamenti superflui delle chiese e la suppellettile preziosa del culto divino; al contrario, potrebbe essere obbligatorio alienare questi beni per dar pane, bevanda, vestito e casa a chi ne è privo» (n. 31).

    Liberare la Chiesa dai beni privi di valore artistico, come immobili, ori e altri preziosi, sarebbe una testimonianza forte e chiara di solidarietà e di scelta sensata perché il povero possa vivere.

Se non ora, quando?


* Parroco a Bonefro (Cb), direttore responsabile del periodico “la fonte”.

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Il lato oscuro di Madre Teresa: l'amore che non c'era


Durante i 26 anni del suo papato, Giovanni Paolo II ha elevato a santità 483 persone, più santi di tutti i precedenti papi assieme, come viene riferito.







Ci fu un personaggio che beatificò ma che non ebbe il tempo di canonizzare perché non visse abbastanza, cioè Madre Teresa, la suora cattolica di origini albanesi che sedeva a tavola con i ricchi e i famosi del mondo mentre veniva considerata una ardente difenditrice dei poveri.

Beniamina dei media aziendali e dei governi occidentali, oggetto di adorazione al pari di una celebrità, Teresa è stata per molti anni la donna più riverita sulla Terra, inondata di riconoscimenti e premiata con un Nobel per la pace nel 1979 per il suo “lavoro umanitario” e la sua “ispirazione spirituale”.

Ciò che di solito è passato inosservato sono le grandi somme che riceveva da ricchi contribuenti, compreso un milione di dollari dal bancarottiere condannato per la crisi della Lincoln savings & loan
Charles Keating, per conto del quale lanciò personalmente un appello alla clemenza al giudice che presiedeva.

In quella occasione fu invitata dal procuratore a restituire il dono di Keating, dal momento che si trattava di denaro rubato. Non lo fece mai. Piuttosto accettò somme rilevanti donatele dalla brutale dittatura Duvalier e sottratte regolarmente alla tesoreria pubblica di Haiti 
Gli “ospedali” di Madre Teresa per gli indigenti in India e altrove si rivelarono poco più che magazzini umani in cui persone seriamente ammalate giacevano su materassini, a volte cinquanta o sessanta persone in una stanza senza il beneficio di un'adeguata assistenza medica.

Generalmente i loro malanni non venivano diagnosticati. Il cibo era nutrizionalmente insufficiente e le condizioni sanitarie deplorevoli. C'era poco personale medico sul posto, più spesso suore e preti impreparati. Tuttavia, quando si occupava dei propri problemi di salute, Teresa si rivolgeva ad alcuni dei più costosi ospedali e reparti di cura del mondo per trattamenti allo stato dell'arte.

Teresa attraversò il globo per ingaggiare campagne contro il divorzio, l'aborto e il controllo delle nascite. Alla cerimonia per l'assegnazione del Nobel, dichiarò che “il più grande distruttore di pace è l'aborto”. Una volta ha anche insinuato che l'AIDS potrebbe essere solo una punizione per una condotta sessuale impropria.Teresa alimentò un flusso costante di disinformazione promozionale su se stessa. Sosteneva che la sua missione a Calcutta sfamasse più di mille persone ogni giorno.

In altre occasioni questo numero arrivava a 4000, 7000 o 9000. In realtà le sue mense per poveri sfamavano non più di 150 persone (sei giorni a settimana), compreso il suo seguito di suore, novizie e preti. Sosteneva che la sua scuola nei bassifondi di Calcutta ospitasse 5000 bambini quando gli effettivi iscritti erano meno di un centinaio.
Teresa dichiarò di avere 102 centri di assistenza per famiglie a Calcutta, ma Aroup Chatterjee, da lungo tempo residente a Calcutta e autore di un'ampia indagine sul campo sulla sua missione, non ha potuto trovare un singolo centro. 

Come uno dei suoi devoti spiegava, “Madre Teresa è tra quelli che meno si preoccupano delle statistiche. Ha ripetutamente affermato che ciò che conta non è quanto lavoro si compie, ma quanto amore si mette nel lavoro”.

Ma Teresa era davvero indifferente alle statistiche?
Al contrario, le sue inesattezze numeriche andavano consistentemente e opportunamente in una sola direzione, esagerando abbondantemente i suoi risultati. Durante i molti anni in cui la sua missione era a Calcutta, ci furono circa una dozzina di inondazioni e numerose epidemie di colera dentro o vicino alla città, con migliaia di vittime. Molte organizzazioni di soccorso rispondevano ad ogni disastro, ma Teresa e i suoi non si vedevano, eccetto che brevemente in una occasione. 


Quando qualcuno chiedeva a Teresa come la gente senza denaro né potere potesse rendere il mondo un posto migliore, lei rispondeva “Dovrebbero sorridere di più”, una risposta che affascinava alcuni interlocutori.
 

Durante una conferenza stampa a Washington DC, quando le venne domandato
“Insegnate ai poveri a sopportare il proprio destino?” rispose “Penso che sia molto bello per i poveri accettare il loro destino, condividerlo con la passione di Cristo. Penso che il mondo tragga molto giovamento dalla sofferenza della povera gente”.

Ma lei stessa visse eccessivamente bene, godendo di lussuose sistemazioni nei suoi viaggi all'estero. Sembra che sia passato inosservato che come celebrità mondiale trascorreva la maggior parte del suo tempo lontano da Calcutta, con soggiorni prolungati presso opulente residenze in Europa e negli Stati Uniti, volando da Roma a Londra a New York su aerei privati. 


Madre Teresa è il supremo esempio di quel tipo di icona accettabilmente conservatrice diffusa da una cultura dominata dalle élite, una “santa” che non ha espresso una parola critica contro le ingiustizie sociali, e che ha mantenuto comode relazioni con i ricchi, i corrotti e i potenti.

Ha dichiarato di essere al di sopra della politica quando era di fatto marcatamente ostile verso ogni tipo di riforma progressista. Teresa era amica di Ronald Reagan, e intima del conservatore magnate britannico dei media Malcolm Muggerridge.

Era una gradita ospite del dittatore haitiano “Baby Doc” Duvalier, e aveva il supporto e l'ammirazione di una quantità di dittatori centro e sudamericani. Teresa fu il modello di santo per Papa Giovanni Paolo II. Dopo la sua morte nel 1997, avviò il periodo di attesa quinquennale che si osserva prima di cominciare il processo di beatificazione che porta alla santificazione. Nel 2003, a tempo di record, Madre Teresa fu beatificata, il passo finale prima della canonizzazione. Ma nel 2007 il processo di canonizzazione incontrò degli ostacoli lungo la sua strada, essendo stato svelato che insieme a varie altre sue contraddizioni Teresa non era un bastione di gioia spirituale e di solida fede.

I suoi diari, esaminati dalle autorità cattoliche a Calcutta, hanno rivelato che è stata tormentata dai dubbi: “Sento che Dio non mi vuole, che Dio non è Dio e che non esiste davvero”. La gente pensa che “la mia fede, la mia speranza e il mio amore siano straripanti e che la mia intimità con Dio e l'unione dei nostri cuori riempia il mio. Se solo sapessero”, scrisse, “che il Paradiso non significa nulla”.

Attraverso molte tormentate notti insonni emise pensieri come questo: “Mi si dice che Dio mi ama – e invece la realtà di oscurità e freddo e vuoto è talmente grande che niente tocca la mia anima”. Il Messaggero, popolare quotidiano romano, ha commentato: “La vera Madre Teresa fu una persona che ebbe visioni per un anno e dubbi per i 50 successivi – fino alla sua morte”.

Un altro esempio di santificazione lampo, spinta da Papa Giovanni Paolo II, avvenne nel 1992 quando egli beatificò rapidamente il reazionario Mons. 
José María Escrivá de Balaguer, sostenitore dei regimi fascisti in Spagna e altrove, e fondatore dell'Opus Dei, un potente e riservato movimento ultra-conservatore “temuto da molti come una sinistra setta dentro la Chiesa Cattolica”.
 
La beatificazione di Escrivá arrivò solo diciassette anni dopo la sua morte, un record battuto solo con l'arrivo di Madre Teresa. Seguendo la propria agenda politica, Giovanni Paolo utilizzò un'istituzione della Chiesa, la santificazione, per conferire una speciale santità a ultra-conservatori come Escrivá e Teresa—e implicitamente a tutto ciò che essi rappresentarono.

Un altro fra gli ultra-conservatori santificato da Giovanni Paolo, abbastanza stranamente, fu l'ultimo regnante asburgico dell'impero Austro-Ungarico, Carlo I d'Austria, che regnò durante la Prima Guerra Mondiale.

Giovanni Paolo beatificò anche il Cardinale
 
Alojzije Viktor Stepinac, il principale prelato croato che accolse la conquista della Croazia da parte dei nazisti e degli ùstascia fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Stepinac sedette nel parlamento ùstascia, apparve in numerosi eventi pubblici assieme a alti esponenti nazisti e ùstascia, e sostenne apertamente il regime fascista croato.






[Chiesa e Fascismo: a sinistra Escrivà de Balaguer, sostenitore di Francisco Franco in Spagna. A destra Alojzije Viktor Stepinac con il criminale nazista, e leader ustascia, Ante Pavelic]

Nel panteon celeste di Giovanni Paolo, i reazionari ebbero migliori chance per la canonizzazione rispetto ai riformatori.

Si consideri il trattamento che ha riservato all'Arcivescovo Oscar Romero che parlò contro le ingiustizie e le oppressioni patite dal popolo impoverito di El Salvador e che per questo fu assassinato da una squadra della morte di destra.


Giovanni Paolo non ha mai denunciato l'assassinio o i suoi perpetratori, definendolo solamente “tragico”. Di fatto, appena qualche settimana prima dell'omicidio, alti funzionari del partito Arena, il braccio legale delle squadre della morte, inviarono una delegazione ben accolta in Vaticano per protestare a causa delle affermazioni pubbliche di Romero nel nome dei poveri.

Romero era considerato una specie di santo da molti poveri Salvadoregni, ma Giovanni Paolo tentò di bandire qualunque discussione della sua beatificazione per cinquant'anni. La pressione popolare da El Salvador portò il Vaticano a tagliare il ritardo a venticinque anni. In ogni caso, Romero è stato destinato alla “linea lenta”. >


Il successore di Giovanni Paolo, Benedetto XVI, ha avviato il periodo di attesa quinquennale allo scopo di collocare istantaneamente lo stesso Giovanni Paolo II su una strada ultra-veloce per la canonizzazione, correndo fianco a fianco con Teresa. Già dal 2005 ci sono stati rapporti di possibili miracoli attribuiti al pontefice polacco recentemente scomparso. Uno di tali resoconti è stato offerto dal Cardinale Francesco Marchisano. Mentre pranzava con Giovanni Paolo, il cardinale indicò che a causa di una malattia non poteva usare la propria voce. Il papa “accarezzò la mia gola, come un fratello, come il padre che era.
Dopo di ciò mi sottoposi ad una terapia di sette mesi, e fui nuovamente capace di parlare”. Marchisano pensa che il pontefice potrebbe aver dato una mano nelle cure:
“Potrebbe essere”, ha detto. Un miracolo! Viva il papa! 


Le pubblicazioni recenti di Michael Parenti comprendono: Contrary Notions: The Michael Parenti Reader (City Lights, 2007);Democracy for the Few, ottava ed. (Wadsworth, 2007); The Culture Struggle (Seven Stories, 2006). Titolo originale: "Mother Teresa, John Paul II, and the Fast-Track Saints"


Fonte: www.commondreams.org/

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Gli scopi umanitari non umani: Madre Teresa di Calcutta



“Nell’ospedale di Madre Teresa a Calcutta, di fatto, varcate quelle mura la gente moriva senza cure mediche e medicine”.
Ormai è noto a tutti… no, meglio dire: ormai è noto a tutti coloro che hanno capacità e volontà critica nei confronti dei media, e che quindi pensano anziché, supinamente, credere che troppo spesso l’aggettivo umanitario viene ormai usato per nascondere nefandezze e disumanità. “Umanitarie” sono persino le espulsioni dei Rom che servono solo a far vincere le elezioni ai partiti di destra; non dimentichiamo che, come scrisse Hannah Arendt nel suo La banalità del male, la tragedia della shoah iniziò proprio con le espulsioni degli ebrei, per poi, immediatamente dopo, trasformarsi nella tragedia umana che ben conosciamo. Il nazista Eichmann, giustiziato in Israele nel 1961, era l’organizzatore di queste espulsioni, come poi divenne l’organizzatore dei viaggi della morte verso i forni crematori.

“Umanitari” sono anche i campi profughi sparsi per l’Africa, i cosiddetti humanitarian spaces che servono solo ad arricchire dirigenti e amministratori senza scrupoli delle ONG, i quali fanno ammassare, come animali, e senza nessuna protezione, migliaia di persone spendendo un quarto del denaro, messo a loro disposizione dai vari governi occidentali e dalle varie Chiese cristiane, e sottraendone i tre quarti che vanno a finire nelle tasche dei “responsabili” che gestiscono queste organizzazioni “umanitarie”.
Per quanto riguarda il Vaticano, non dimentichiamo che il denaro che “con tanto amore” viene dato alle loro organizzazioni “umanitarie”, è preso dalle tasche degli Italiani i quali, volenti o nolenti, versano l’otto per mille, o una parte di esso alla chiesa Cattolica.
Ho letto ieri l’articolo di Illiric89 il quale sicuramente è in buona fede quando afferma che “Madre Teresa ha dedicato tutta la sua vita all’India e lo ha fatto per aiutare le popolazioni indiane…“, ma la verità, su questa persona che il Vaticano ha fatto santa, è molto diversa da ciò che ci viene propinato quotidianamente con la dottrina dei media. 

Linda Polman giornalista olandese, nel suo libro inchiesta
L’industria della solidarietà, denuncia molte Ong cattoliche che usano il ricatto religioso: cibo in cambio di abiura di proprie convinzioni e conversione. Fra questi “aiuti umanitari” spicca il caso della cosiddetta Madre Teresa di Calcutta. Scrive la Polman: “Ero a Calcutta quando era ancora viva e gestiva un ospedale. Circondato da mura altissime, era il terrore per i bambini che si sentivano dire: guarda che se non stai buono viene Madre Teresa e ti porta via.

Di fatto, denuncia la giornalista, varcate quelle mura la gente moriva senza cure mediche e medicine. (…) I finanziamenti che riceveva in cifre ingenti non li spendeva per l’ospedale ma li accumulava sul proprio conto”. Oltre alla Polman altri giornalisti hanno denunciato questa ennesima bufala vaticana: Cristopher Hitchens
La posizione della missionariaAlan Drew Nei giardini d’acqua.

Sui pochi giornali italiani che denunciarono questa tragedia umana è scesa una cappa di silenzio cha assomigliava molto ad una pulsione di annullamento.

In verità, seguendo la logica ferrea della ragione, Madre Teresa non ha fatto altro che aderire all’assunto dottrinario cristiano: la Chiesa cattolica predica da circa 1600 anni, Agostino da Ippona docet, che tutto è inscritto da sempre in mente dei, e quindi cercare di curare è un atto di insubordinazione a ciò che il dio cristiano ha già deciso nella notte dei tempi. E dato che, sempre secondo la dottrina cristiana, la vita transeunte è morte e la morte è la vera vita, eterna, aiutare a morire i bambini indiani facendogli iniezioni con aghi infetti, fa parte dell’amore cristiano… no, non l’amore verso gli esseri umani, che c’entra, no, si intende l’amore verso il loro dio.

Sicuramente Illiric89 e molte altre persone come lui sono in buona fede, ma dopo queste denunce consiglierei di fare una ricerca su questi crimini che vengono perpetuati nelle varie Chiese cristiane, leggendo magari Storia criminale del Cristianesimo di Karlheinz Deshner.

Poi se uno vuole continuare a credere anziché pensare, se vuole fare di ciò che non è, ciò che è, beh … francamente ...
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Altro che santa: il fenomeno mediatico di madre Teresa

 
 
Secondo uno studio canadese di prossima pubblicazione, la beata dei morenti non sarebbe che una montatura.
Analisi di un mito costruito ad hoc dal Vaticano.

 


The Times of India
 
venerdì 8 marzo 2013

 Uno studio condotto da ricercatori canadesi ha definito madre Teresa di Calcutta «tutto fuorché una santa», il prodotto di una campagna mediatica ben orchestrata, una donna generosa nelle preghiere ma molto meno benevola quando si trattava di impiegare per scopi umanitari i milioni delle sue fondazioni.

La controversa ricerca, che sarà pubblicata questo mese nella rivista Religieuses, evidenzia come madre Teresa, conosciuta nel mondo in veste di apostolo dei morenti e degli oppressi, in realtà affermasse la bellezza della sofferenza dei poveri.

Secondo lo studio, il Vaticano ha fatto finta di non vedere il discutibile lato umano della religiosa, che si prendeva cura dei malati glorificando le loro sofferenze anziché alleviarle.

Il Vaticano ha condotto il processo di beatificazione «per rivitalizzare la Chiesa e ispirare i fedeli, in particolare in un periodo storico nel quale le parrocchie sono vuote e l’autorità del cattolicesimo è in declino».
 

Serge Larivee e Genevieve Chenard, ricercatori del dipartimento di psicoeducazione dell’università di Montreal, e Carole Senechal della facoltà di scienze dell’educazione dell’università di Ottawa, hanno analizzato vari scritti editi concernenti la figura di madre Teresa di Calcutta e sono giunti alla conclusione che la sua immagine di santa «è stata costruita a tavolino, e la sua beatificazione è stata orchestrata con l’aiuto di una efficace campagna mediatica».

Secondo Larivee, i fatti screditano il mito di madre Teresa.

Il Vaticano, a suo avviso, prima di decidere la santificazione di Teresa non ha considerato «la sua discutibile maniera di prendersi cura dei malati, i suoi contatti politici poco limpidi, la gestione delle enormi somme di denaro che riceveva, e la sua dogmatica visione in materia di aborto, contraccezione e divorzio».

Al momento della sua morte, a madre Teresa facevano capo 517 missioni o «case per i morenti», come descritte dai medici che ne hanno visitate alcune a Calcutta.

Le missionarie di madre Teresa davano il benvenuto a poveri e malati in oltre 100 Paesi. Due terzi delle persone che si recavano presso queste strutture lo facevano con la speranza di trovare un medico che li aiutasse, mentre i restanti vi morivano senza ricevere le cure del caso.

Secondo lo studio, le strutture di madre Teresa hanno sempre conosciuto una significativa carenza d’igiene, di vere cure, di cibo e di antidolorifici. Il problema non è la mancanza di denaro: l’ordine delle Missionarie della carità ha racimolato negli anni centinaia di migliaia di dollari.

I ricercatori affermano che quando venne il turno di ricevere cure mediche anche per madre Teresa, «le ricevette in un moderno ospedale americano».

Nello studio si indaga anche il meeting di Londra del 1968 nel quale il giornalista della Bbc Malcolm Muggeridge, fortemente contrario all’aborto, condivise i valori conservatori e cattolici di madre Teresa.

Secondo i ricercatori, Muggeridge decise allora di promuovere la figura di madre Teresa. Nel 1969 girò un film elogiativo sull’operato delle missionarie, attribuendo alla beata albanese il «primo miracolo fotografico» che invece era dovuto alla nuova tecnologia delle pellicole commercializzate allora dalla Kodak.

Dopo la morte di Teresa, il Vaticano decise di non tener conto dell’usuale quinquennio di attesa prima di aprire il processo di beatificazione.

Secondo lo studio canadese, uno dei miracoli attribuiti a madre Teresa è stato la guarigione di Monica Besra, che soffriva di intenso dolore addominale, dopo che un medaglione benedetto era stato piazzato sul suo ventre. Secondo Larivee, «i medici la pensavano in un altro modo: le cisti ovariche e la tubercolosi di cui soffriva furono guarite dai farmaci che le avevano prescritto.

Il Vaticano, tuttavia, concluse che si trattò di un miracolo. La popolarità di madre Teresa era tale che la gente stessa l’aveva già dichiarata santa». Larivee sottolinea anche un aspetto positivo che il mito di madre Teresa può aver generato: «Se la straordinaria immagine che la collettività si è costruita di madre Teresa avesse inaugurato anche una sola iniziativa umanitaria autenticamente diretta ai poveri, non avremmo che da rallegrarcene».


Kounteya Sinha

Articolo originale su The Times of India, traduzione di Belinda Malaspina

 
[Modificato da ReteLibera 01/09/2013 18:02]
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