Tra gli ingredienti di un paese fallito non può mancare l'opposizione di pezzenti

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ReteLibera
00martedì 25 ottobre 2011 14:17

Tra gli ingredienti di un paese fallito

non può mancare l'opposizione di pezzenti





Prendi una manciata di Veltroni, un pizzico di Turco, una spolverata di Franceschini, un'abbondante razione di D'Alema, una fetta di Finocchiaro e uno spicchio di Di Pietro, aggiungi una spruzzata di Melandri e condisci tutto copiosamente con un Bersani d'annata. Avrai ottenuto la (finta) opposizione più sgangherata del mondo occidentale.





 

 

 

 

 

 














Pagati fior di milioni di euro ogni anno, i suddetti politici stando ad un rapporto shock pubblicato da Openpolis e rilanciato da molti giornali on line si sono macchiati della peggiore delle responsabilità che possono esser loro ascritte:
il collaborazionismo con il regime berlusconiano.


Questi finti oppositori, stando al rapporto di Openpolis, hanno salvato la maggioranza grazie alle loro assenze (più o meno strategiche) nientemeno che nel 35% delle votazioni. 

Una percentuale esorbitante che ben ci fa capire la qualità media, anche umana, di chi si candida a sostituire il vecchio Puttaniere del Consigio.


Questa gente, pagata 14-18mila euro al mese solo per opporsi a questa maggioranza prostituita, in realtà non si oppone affatto.

E' come se un postino non consegnasse la posta, un meccanico non riparasse le auto, un professore non insegnasse o un giornalista non riportasse i fatti (scusate, in effetti quest'ultimo paragone non è azzeccato in quest'Italia berlusconizzata). Che fine farebbero le loro carriere?


Tra le incredibili assenze di questa finta opposizione vanno ricordate le leggi che hanno dato il via libera al salvataggio di Alitalia (ci è costata 4 miliardi l'assenza degli oppositori), alla Riforma Brunetta, alla gestione del Terremoto in Abruzzo (gli aquilani ancora senza casa ringraziano), allo scudo fiscale, alle infami leggi contro i clandestini e a tante altre meravigliose leggi che hanno bastonato un po' qui e un po' lì le teste degli italiani.


Ecco gli ingredienti perfetti per un paese fallito: un vecchio debosciato con gravi disturbi mentali, una corte di nani, servi e mignotte sempre al suo servizio e finti oppositori che in realtà vorrebbero essere come lui facendo credere ad un popolo ottuso e ridotto alla fame di essere diversi.


Questa gente ha salvato Silvio più spesso di Scilipoti


Grazie, l'Italia non vi ringrazierà mai abbastanza.



ReteLibera
00mercoledì 26 ottobre 2011 16:19
Corsi e ricorsi:

Il governo del fare manda in cassa integrazione il parlamento



Mentre l’Indagato si appresta a mandare in giro 10 milioni di libretti per autocelebrare il governo del fare, il parlamento per mancanza di lavoro rimarra’ chiuso per una ventina di giorni in occasione del ponte di novembre.

Non ci sono leggi da discutere o da approvare considerato che ormai da mesi il governo e la maggioranza sono bloccati sia da problemi interni che dal risolvere i problemi giudiziari del presidente del consiglio.



Il tutto naturalmente con la complicita’ dell’opposizione incapace di prendere iniziative proprie che costringano parlamento e governo a lavorare.

E cosi’ mentre da una parte l’amministratore delegato della Fiat si lamenta della poca efficienza degli operai italiani, chi governa il paese mostra il massimo della propria inefficienza.

Il paese si ritrova quindi a meta’ legislatura attanagliato dagli stessi problemi di inizio legislatura, emergenza spazzatura e giustizia, aggravati da una crisi economica, che forse si sta risolvendo ma non certo per l’azione di governo.

Ed ora il governo del non fare ha coinvolto nella sua inettitudine anche il parlamento ormai disoccupato senza leggi da discutere o approvare.
 
Ma i parlamentari saranno messi in cassa integrazione o in mobilita’ come gli operai delle aziende italiane in crisi ?

Oppure continueranno a percepire i loro lauti stipendi pur producendo assolutamente niente ?

Buona la seconda direbbe il bravo regista dopo la ripetizione di una scena mal riuscita alla prima.
E l’opposizione che fa ? Ci si potrebbe chiedere.
Niente si puo’ sicuramente rispondere.

Un’opposizione fino ad ora troppo impegnata a cercare un dialogo in merito a quei pochi provvedimenti che sono arrivati fino al dibattito parlamentare piuttosto che rigettare senza tentennamenti qualsiasi proposta di un governo il cui unico obiettivo conclamato e’ tenere lontano dalla galera il suo capo.

Alla fine quindi Berlusconi non riesce a modificare la costituzione per stravolgere lo stato democratico e procedere alla cancellazione di istituzioni come il parlamento, ma nei fatti lo ha reso uno strumento perfettamente inutile come in un perfetto regime totalitario.


Tratto da: Il governo del fare manda in cassa integrazione il parlamento | Informare per Resistere http://informarexresistere.fr/2010/10/27/il-governo-del-fare-manda-in-cassa-integrazione-il-parlamento/#ixzz1btiIaoMU 

- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 
ReteLibera
00mercoledì 26 ottobre 2011 16:33

Noia ... voulevam faire quel che volam fair


Berlusconi prese la penna e sotto dettatura di Letta, Brunetta e Romani, un bel trio non c'è che dire, scrisse la lettera all'Europa pensando che Europa altro non fosse che una bella donna pronta a bere le solite sparate del cavaliere. I contenuti, rivelati tramite un'intercettazione telefonica del faccendiere Lavitola (si dice che Berlusconi abbia subito chiamato il suo confidente per avere un parere sulla lettera), sono presto detti. Nella prima parte si elencano tutte le cose fatte dal governo. Ne è venuta fuori un a mezza paginetta striminzita piena di virgole, punti esclamativi, punti e virgole e frasi sconnesse:

- abbiamo fatto il lodo Alfano ma poi i giudici comunisti l'hanno cassato;

- abbiamo fatto la privatizzazione dell'acqua, ma poi un referndum l'ha cassata;

- abbiamo tolto le prostitute della strada, le abbiamo chiamate escort e raccole tutte ad Arcore o a Palazzo Grazioli;

- abbiamo fatto la guerra in Libia ma non abbiamo preso Gheddafi;

- abbiamo fatto ..... (Letta che altro abbiamo fatto ? ... Niente altro presidente) qualcos'altro ma ora Letta non si ricorda, Brunetta nemmeno .. ma di sicuro ma abbiamo fatto.

Poi Berlusconi ha iniziato a scrivere la parte del faremo, ed ha riempito ben 13 pagine e mezzo.

Si perchè ha cominciato a prendere i suoi discorsi dal 1993 in poi e non ha fatto altro che elencare tutte le promesse sparate ai quattro venti in questi 18 anni:

aumenteremo i posti di lavoro,
diminuiremo le tasse,
faremo la riforma della giustizia,
faremo la riforma delle pensioni,
liberalizzazioni a volontà,
diminuiremo il numero dei parlamentari,
elimineremo le province,
cancelleremo gli enti inutili,
modernizzeremo la costituzione,
riformeremo la pubblica amministrazione ..... e così via.

Per questa parte non ha avuto bisogno dei consigli di nessuno dei presenti, lui è sempre stato bravo a dire quello che avrebbe fatto ma con un piccolo particolare: mai ha spiegato come e quando.

Insomma come un novello Peppino, sotto la dettatura del magistrale Totò, ha finalmente redatto questa famosa lettera.

Tutto sta vedere se la buona Europa si comporterà come la maggioranza del popolo italiano in questi anni: si farà infinocchiare dall'interminabile elenco del faremo oppure chiederà notizie più precise.

Nel primo caso l'Italia sarà salva, per ora, e potrà andare avanti ancora un annetto e mezzo e arrivare finalmente alle tanto sospirate elezioni, se invece l'Europa si mostrerà quella donna con la testa sulle spalle che mantiene ancora quella capacità di analisi ormai perduta in Italia .... allora saranno cavoli amari e probabilmente le elezioni saranno anticipate di un anno.

Aspettiamo fiduciosi che la malafemmina scopra le carte del cavaliere.









ReteLibera
00giovedì 27 ottobre 2011 18:45

PREDICARE BENE E RAZZOLARE MALE ... ANZI, MALISSIMO !

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Mentre Bersani, “deus ex machina” della scena politica, tuona dai banchi dell'opposizione contro le manovre del Governo, protestando perchè, a suo dire, non sono abbastanza tutelate le classi più deboli, molti parlamentari del suo stesso schieramento approfittano a piene mani di benefici che, soprattutto in un contesto di crisi economica diffusa, sono a dir poco un vero e proprio schiaffo verso quegli elettori che dicono di voler rappresentare !
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E' di oggi, pur essendo storia vecchia, un articolo de “Il Resto del Carlino” che punta il dito verso alcuni personaggi della sinistra, più o meno famosi, che percepiscono una pensione d'ORO unicamente per il fatto di aver avuto anche solo una pur breve esperienza parlamentare a Montecitorio.
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.Una parte di costoro appartengono ad uno schieramento politico che ha sempre fatto del “sociale”, dei “diritti dei lavoratori”, e delle “fasce deboli” un vero e proprio cavallo di battaglia, ergendosi come baluardo a difesa dei pensionati e dei loro diritti.
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Oggi tutti devono lavorare circa 40 anni per poter poi usufruire di una misera pensione da fame, a meno che non si faccia parte della casta degli intoccabili, e cioè dei politici, anche quelli del PD.
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In tale caso, non solo è sufficiente una breve esperienza parlamentare per poter disporre immediatamente dopo di un vitalizio, ma alla faccia degli elettori e dei pensionati la cifra percepita è notevole e sproporzionata.
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Quindi, riassumendo, i politici hanno il seguente trattamento economico :
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stipendi d'ORO, favolosi, e 10/20 volte superiori a quelli dei lavoratori dipendenti ;
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vitalizi d'ORO, favolosi, e mediamente 5/10 volte superiori agli altri pensionati ,
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benefit, auto blu, e fondi a loro disposizione per spese varie (rappresentanza, ecc ).
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Facciamo ora qualche NOME, desunto dall'articolo de “Il Resto del Carlino”, sperando di non addolorare troppo i comunisti convinti e coloro che credono nelle politiche di Bersani e compagni.
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Il seguente breve elenco dei beneficiati, tutti rigorosamente appartenenti alla Casta degli intoccabili, è naturalmente solo la punta visibile di un enorme iceberg, che naviga a tutto spiano nell'oceano dell'ingordigia e dell'avidità.
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Indichiamo la rendita del VITALIZIO, a cui, naturalmente bisogna aggiungere le rendite come appartenenti, appunto, alla Casta, e le attività parallele che svolgono come liberi professionisti .
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ALFONSO PECORARO SCANIO, leader dei VERDI, percepisce 5.802 euro netti.
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CESARE SALVI, senatore DS fino al 2008, percepisce 5.346 euro.
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GINO PAOLI, cantante, ex deputato del PCI, percepisce3.108 euro
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LUIGI MANCONI, DS, ex viceministro della Giustizia nel Governo PRODI, percepisce 4.725 euro lordi , oltre ai 192.000 euro annui come appartenente alla Casta.
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MAURA COSSUTTA, PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI, figlia di Armando, leader del PdCi, percepisce 4.725 euro lordi.
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MASSIMO CACCIARI, ex Sindaco di Venezia, ex POTERE OPERAIO, ex PCI, exRIFONDAZIONE COMUNISTA, percepisce4.725 euro lordi.
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OLIVIERO DILIBERTO, segretario deiCOMUNISTI ITALIANI, ex ministro della Giustizia, 55 anni, percepisce 5.305 euro netti mensili.
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PAOLO CIRINO POMICINO, dirigente UDC, percepisce5.934 euro mensili.
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PIETRO FOLENA, ex PCI - PDS, poi RIFONDAZIONE, percepisce 5.527 euro al mese.
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TONI NEGRI, ex leader di POTERE OPERAIO, RADICALE, percepisce 2.199 euro.
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Il 21 settembre 2010, l'Onorevole Borghesi, dell'Italia dei Valori, aveva fatto inserire nell'ordine del giorno la richiesta di soppressione dei vitalizi, ma su 525 parlamentari presenti ben 498 hanno votato contro, 5 si sono astenuti, e solamente 22 hanno votato a favore.
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I numeri parlano da soli … e chi ancora vota per gli eredi dei comunisti, dovrebbe essere in grado di capire che siamo nelle mani di un branco di arraffoni, i quali succhiano il midollo di un'Italia stremata da personaggi che, per i loro interessi hanno la medesima visuale di intenti.
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Noi andiamo in pensione a 65/67 anni, percependo una cifra di 1.000/1.500 euro o poco più ( ma anche solo 600/700) , dopo una vita di duro lavoro onesto, mentre questi color: red">PARASSITI ne prendono 5.000 o più, dopo solo 5 anni di PRESENZA.
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Inoltre, spesso, costoro non si sognano nemmeno di partecipare all'attività parlamentare per la quale sono pagati, ma anzi, avendo contemporanea
mente qualche attività parallela, interpretano il ruolo di ASSENTEISTI in parlamento per guadagnare a spese degli elettori.
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Non parliamo poi della folta schiera degli Assessorati e dei Consigli regionali, che rappresentano la ciliegina sulla torta.
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Una torta che però a me non appare affatto dolce, ma veramente amara nella sua essenza, spudoratamente offensiva nei confronti dei cittadini, parassitaria ed iniqua, ingiusta e vergognosa, anche se chi se ne spartisce le varie fette, è ingordamente avido e mai pago di saziarsene.
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Tutto ciò, indipendentemente dall'appartenenza politica, e nonostante i proclami che vorrebbero far credere che la sinistra si dissocia dalle politiche correnti, in un turbinio di collusioni di vertice che prevedono una tacita difesa dei privilegi raggiunti, così come spiegato diffusamente nel libro di Stella e Rizzo : “La Casta”.
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Casta e basta ! Non più destra o sinistra, oppure operai o padroni, proletari o capitalisti ... è roba obsoleta, buona solo per vecchi nostalgici delle sorpassate ideologie ...
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Quello che conta oggi per i politici, e lo dimostrano i fatti (gli stessi vitalizi di cui parliamo) è arraffare quanto più possibile e fingere di azzuffarsi per dare al popolo l'impressione che qualcuno, lassù, stia lavorando per lui.
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La complicità degli ex comunisti in questa corsa all'arraffo è tristemente palese …
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Purtroppo per loro, però, nessuno di noi ha l'anello al naso, e prima o poi i nodi verranno al pettine …
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Sta succedendo in molti Paesi, anche se i media ce lo tengono nascosto.
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In Grecia, o in alcuni paesi nordici, e in Spagna... senza parlare di alcuni Paesi Arabi, come la Libia e la Siria, le folle si agitano e si ribellano, cercando giustizia e libertà, e rifiutando finalmente lo strapotere dei politici avidi e corrotti.
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Chissà... vedremo fino a quando gli Italiani continueranno, invece, a subire.


ReteLibera
00martedì 1 novembre 2011 14:42

Vitalizi, privilegi e PD




La politica trova sempre il modo di ricorrere a pratiche di sopravvivenza per i suoi adepti, anche quando il Paese annaspa in una stretta economica che lo soffoca e costringe i cittadini a pagarne le conseguenze.
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Maggioranza e opposizione si contrappongono nel tentare di prevaricarsi vicendevolmente sulle varie scelte di opportunità da adottare per il superamento di una crisi di portata universale.
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Ciò su cui tutti sono invece d'accordo, destra e sinistra, in una simbiosi di intenti veramente amabile e sopraffina, in un quadro idilliaco che li accomuna, riguarda i privilegi della casta cui loro tutti appartengono, a partire dalla riscossione dei vitalizi.
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Anche a livello locale e regionale, assistiamo impotenti allo svolgersi di questa pratica disgustosa : l'arraffo dei benefici, alla faccia della crisi economica e dei disoccupati, l'arroganza verso coloro che devono lavorare 40 anni prima di percepire una pensione, spesso da fame, la spudorata cupidigia di persone che, in barba ai propri elettori, fagocitano e inglobano ogni possibile forma di vantaggio e di tornaconto personale.
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Spesso, non paghi di tutto ciò, ricorrono al malaffare a all'uso di pratiche illegali, come dimostrano le cronache quotidiane (vedi l'ex Sindaco PD di Bologna, Delbono, o l'ex numero due di Pierluigi Bersani, il dirigente PD Filippo Penati).
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Gli ex consiglieri e assessori regionali dell'Emilia-Romagna possono disporre, infatti, alla faccia nostra, di sostanziosi vitalizi maturati negli anni trascorsi in viale Aldo Moro (o in viale Silvani, per i più anziani).
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Gli assegni mensili variano dai 1.060 euro netti dell'Idv Paolo Nanni (per 5 anni di legislatura) ai 3.668 euro riconosciuti al netto delle tasse al modenese ex Margherita Luigi Gilli, assessore dal 2005 al 2010, in consiglio regionale dal 1992, quando entrò per la DC in sostituzione di Carlo Giovanardi (che in quanto parlamentare in carica non percepisce l'assegno).
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I beneficiari del vitalizio regionale nel 2011 sono in tutto 148, ai quali si aggiungono 24 eredi di ex amministratori defunti che percepiscono un'assegno di reversibilità.
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Per i primi la spesa lorda mensile a carico del bilancio dell'Emilia-Romagna è di oltre 340.000 euro, ai quali si aggiungono più di 48.000 euro delle reversibilità.
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Così, più o meno, si arriva ai 4,8 milioni messi a budget alla voce vitalizi per il 2011, che potrebbero diventare oltre 5 milioni nel 2013, a fronte del milione e mezzo di copertura assicurato dal contributo obbligatorio versato dai consiglieri.
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L'Assemblea legislativa lo scorso anno ha battuto un colpo, assecondando il dibattito sui costi della politica, con l'abolizione dell'emolumento a partire dalla prossima legislatura (2015).
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I diritti acquisiti, però, non sono in discussione.
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E chi ha maturato il vitalizio non lo perderà.
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Ecco quindi un elenco parziale di coloro che, pur ergendosi come paladini del proletariato, interpretano in realtà un comportamento parassitario nei confronti del popolo stesso e dei contribuenti.
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E' una lista di rappresentanti nostrani, membri di una casta vergognosa e rivoltante, ed è tratta da quotidiani come “Il Corriere di Bologna” e “L'Informazione”.
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VITALIZI NETTI :
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Bartoli Ione - (Pci) - assessore nel 1975 - 2.320,07 €
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Bissoni Giovanni - (Pds) - assessore sanità nel 2000 - 3.166,42 €
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Ceredi Giorgio - (Pci) - assessore nel 1977 - 3.660,27 €
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Cocchi Renato - (Ds) - consigliere nel 1995 - 3.339,17 €
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Fanti Guido - (Pci) - sindaco di Bologna nel 1975 - 2.124,62 €
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Gilli Luigi - (Margherita)  -  assessore 2005/2010 - 3.668,99 €
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Guerzoni Luciano - (Pci) - presidente regione nel 1987/90 -3.153,30 €
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Magnanini Giannetto - (Pci) - ex deputato - 2.694,93 €
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Stefani Dante - (Pci) - consigliere ed assessore nel 1975 - 2.644,49 €
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Stefanini Radames - (Pci) - assessore all'industria nel 1974 -3.665,64 €
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Tampieri Guido - (Pci) - assessore agricoltura dall'83 al 90 -3.156,93 €
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Turci Lanfranco - (Pci) - presidente regione nel 1978/87 -3.657,95 €
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Vichi Ermanno - (Ds) - presidente provincia di Rimini 2009 -2.860,20 €
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Zagatti Alessandra  -  (Pci) - assessore sanità nel 1975 - 2.880,21 €
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Zanotti Katia - (Pci) - vicepresidente regione 1995/2000 -2.329,39 €
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La lista sarebbe molto più lunga, e si può consultare in rete, ma io mi fermo qui ... mi basta aver dimostrato come gli eredi della “falce e martello” si affannino ad occuparsi dei loro interessi, più che di quelli degli operai.
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Di fronte a questa corsa forsennata a fagocitare benefici alla faccia nostra, il disgusto mi attanaglia e mi riempie di rabbia....
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Ma più di ogni altra cosa, di fronte a tutto ciò, mi rende perplesso il fatto che una persona intelligente, venendo a sapere delle inchieste giudiziarie che coinvolgono personaggi come Penati,Delbono, Lorenzetti, Tedesco, Pronzato, e come i politici PD attingano a piene mani ai privilegi della casta, riesca ancora a votare per il partito che rappresenta proprio costoro.
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La causa prima del malaffare è da ricercare proprio nelle moltitudini di illusi che, votando per i loro beniamini, li legittima a continuare.
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Schiere di compagni infervorati alimentano infatti un circuito marcio e incancrenito, in cui il malaffare regna sovrano e parallelamente alla mistificazione della realtà, fino dai tempi di Togliatti, il princìpe della aberrazione comunista.
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A loro dico : andate a leggere i resoconti delle politiche staliniane al tempo delle carestie indotte in Ucraina, il famigerato Holomodor.
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Andate a leggere di come il comunismo ricorreva all'uso del cottimo, sfruttando la produttività operaia, in una gara tra poveri, tra punizioni e deportazioni, e con l'avvallo della violenza come metodo di lotta propugnato dallo stesso Marx.
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Ai comunisti dico : lavorate a testa bassa per 40 anni, e riscuotete una pensione da fame, mentre i vostri leader percepiscono vitalizi dopo una sola legislatura.
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La vostra vista appannata, come il vostro metro di giudizio, non vi permette di scindere la realtà effettiva dal vostro anelito utopistico e falsamente propagandato e vi soggioga, rendendovi stupidamente assuefatti alle parole di un qualsiasi capo sezione o capo cellula.

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Schiere festanti di partecipanti a Feste dell'Unità appaiono oggi come anacronistiche marionette, fatte muovere dai burattinai di turno, che se ne servono come evidenza demagogica di un movimento popolare spontaneo che in realtà è sotto il loro controllo.
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Come si fa a votare per il PD ?
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Questo raggruppamento di politichesi non ha programmi, tranne che per l'inveterato anti berlusconismo, e inoltre, da sempre persegue finalità che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo democratico del Paese.
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Da Togliatti in avanti, il PCI, successivamente metamorfizzato, pur cambiando pelle, ha mantenuto la sua essenza anti democratica, senza mai prendere le distanze ufficialmente dall'orrore dei lager sovietici, dei laogai cinesi, delle foibe, del muro di Berlino, e dei regimi totalitari come quello cubano.
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Come si fa a votare per il PD ?
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Oggi c'è internet che ci permette di spaziare in un universo globale, da cui possiamo estrapolare dati in precedenza nascosti da chi aveva ed ha interesse alla non divulgazione della verità.
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Non voglio dire che i partiti di maggioranza siano meglio, ma per lo meno non hanno alle spalle, nella loro retrospettiva storica e culturale, i milioni di morti e di vittime innocenti causate direttamente dall'ideologia comunista.
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Inoltre, gli eredi della falce e martello si sono sempre posti come alternativa sana e costruttiva nel panorama politico italiano, propagandandosi come paladini di un sistema alternativo giusto e non corrotto, mentre invece la realtà dei fatti è molto diversa.
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Le cronache dell'informazione rendono palese una contrapposizione evidente con la loro oscena rappresentazione, convincendoci del contrario, e cioè che essi stessi sono parte di quell'organismo perverso e corrotto che ingloba al suo interno una vera e propria casta di parassiti.
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Come si fa a votare PD ?
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Come si fa a votare PD ?
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Come si fa a votare PD ?
ReteLibera
00domenica 18 dicembre 2011 14:57

Ici, cura delle anime, indennità e supercazzole all’italiana

Dopo l’ultima infornata di viceministri (3) e sottosegretari (25) nominati in famiglia secondo rito iniziatico della logica spartitoria dettata dalle varie cosche parlamentari che fanno capo alla destra ed alla sinistra della Repubblica del Malaffare, il governo delle banche, dell’usura e della macelleria sociale, guidato dal boiardo della Trilateral Mario Monti, è ora al gran completo. 

Il fascismo privilegiava i somari in divisa. La democrazia privilegia quelli in doppiopetto.

In Italia i regimi politici passano. I somari restano. Trionfanti e carichi di grano.

La plutocrazia mondialista italiota ha gettato la sua maschera di intollerabili ipocrisie! Con la recente nomina, ben 46 nuovi stipendi graveranno sulle carcasse degli italiani.

Il preside Monti annunciò in conferenza stampa la rinuncia allo stipendio di Presidente del consiglio dei ministri, poco più di 12.000 euro. Per il popolo bue e per la disinformazione di massa è stato un gesto simbolico importante.

In ogni caso gli restano 25.000 euro al mese di stipendio come Senatore a vita e 35.000 euro di pensione. Qualcuno poi, immacolato come la Beata, nella sua novena dirà: Ma come? Non lo sai? Con la manovra ferragostana si sono già ridotti le indennità al 10% sopra i 90 mila euro e il 20% dopo i 150 mila! Balle.

Il taglio delle retribuzione e delle indennità di carica dei componenti degli organi costituzionali, si applicherà solo fino al 2013 invece che a tempo indeterminato, e comunque sono esclusi la Presidenze della Repubblica e la Corte Costituzionale.

Infatti, il cameriere del nuovo ordine mondiale Giorgio Napolitano, quello che con in mano il sacchetto delle proclamazioni democratiche sfiora il ridicolo, a conti fatti rinunciò a 68 euro netti al mese fino al 2013, anno in cui terminerà il mandato. 

Fino ad allora, infatti, lo statista, quello che secondo lui, a gargarozzo vibrante l’Unione Sovietica sparando con i carri armati sulle folle di Budapest, avrebbe addirittura contribuito a rafforzare  la «pace nel mondo», continuerà a incassare 240.000 euro all’anno, oltre 12.000 euro al mese di stipendio, mentre il suo ufficio al Quirinale continuerà ad avere una dotazione di 228 milioni l’anno.

Ora, mentre si cancellano i diritti, si colpiscono le pensioni, si reintroduce l’imposta sulla prima casa camuffandola maliziosamente in politichese col nome di IMU(Imposta municipale unica), e l’ICI per gli immobili commerciali di proprietà della Chiesa si andrà a far strabenedire, con un altro gran colpo tonante di culo la Casta dirigente ha annunciato di aver già sollecitato il presidente dell’Istat, a concludere nel più breve tempo possibile i lavori della commissione incaricata di studiare le indennità parlamentari in Europa, per poter subito procedere al taglio delle indennità in Italia. 

Come dire, chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.

Nel frattempo, i vescovi italiani non hanno posto pregiudiziali a una discussione sull’Ici relativa ai beni della Chiesa: il presidente della Cei,Angelo Bagnasco, ha annunciato che “Come è noto, la legge prevede un particolare riconoscimento e considerazione del valore sociale delle attività degli enti non profit, tra cui la Chiesa cattolica, e quindi anche di quegli ambienti che vengono utilizzati per queste specifiche finalità di carattere sociale, culturale, educativo”.

Bisogna aggiungere“, ha sottolineato il cardinale, “che, laddove si verificasse qualche inadempienza, si auspica che ci sia l’accertamento e la conseguente sanzione, come è giusto per tutti. Per quanto riguarda eventuali punti della legge che avessero bisogno di qualche puntualizzazione o precisazione, non ci sono pregiudiziali da parte nostra, per poter fare queste precisazioni nelle sedi opportune. La giustizia non ha tempo né luoghi, quindi va bene in qualunque momento. Se c’è qualche punto che deve essere precisato, si precisi“.

Ecco, bravo, mentre il presidente dell’Istat studia, sapete chi è stato a esentare gli edifici religiosi all’Ici se esercitano “finalità non esclusivemente commerciale”? Un decreto del 2006 firmato dall’allora ministro dello Sviluppo economico. Non era il cardinale Ruini e nemmeno l’arcivescovo Bertone. Era l’arrampicatore sociale Pier Luigi Bersani.


In merito il D.L. 30 settembre 2005, n. 2003, convertito in Legge 2 dicembre 2005, n. 248, all’art. 7, comma 2-bis dispone:

  • L’esenzione disposta dall’articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, si intende applicabile alle attività indicate nella medesima lettera a prescindere dalla natura eventualmente commerciale delle stesse

Occorre precisare, ai fini di una migliore comprensione della norma, che l’art. 7, comma 1, lett. i), prevede l’esenzione per «gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all’articolo 87, comma 1, lettera c), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all’articolo 16, lettera a), della legge 20 maggio 1985, n. 222.

  • Art. 87 comma 1, lettera c):

Gli enti pubblici e privati diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciale;

  • Art. 16 comma a) della Legge 20 maggio 1985 n.222:

Agli effetti delle leggi civili si considerano comunque, attività di religione o di culto quelle dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana;

Occorre precisare che Legge 20 maggio 1985, n. 222 si riferisce alle attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi e all’educazione cristiana.

Alla luce di tale disposizione è da rilevare che all’esenzione prevista per gli enti ecclesiastici, si aggiunge quella per gli enti di cui all’art. 7, comma 1, lett. i), che possono godere dell’esenzione anche per l’esercizio di attività commerciale. Nella specie viene esclusa l’esenzione qualora gli Enti in parola svolgano esclusivamente attività commerciale.

Contrordine compagni!

Si va delineando una nuova grande collaborazione, che vi vede impegnati in prima linea. Per dare un senso a questa storia, appare analogamente necessario che i compagni di merende che hanno sostenuto in pubblico una linea diversa, non comprendendo bene il contesto interno e quello internazionale, siano ricompensati con un viaggio premio, una colonia fuori confine. (Applausi)

A cominciare dai compagni delle frattocchie Veltroni, D’Alema e Fassino. (Applausi)

Una volpe vecchia, mezza cieca che si accorse di loro all’ultimo momento, Lucia Annunziata, è già stata mandata a riabilitarsi. (Risate)

Non avendo ben compreso voi il contesto interno, non aveno ben intuito voi la crucialità della questione, il compagno segretario Bersani ha deliberato di regalare a tutti un viaggio premio nell’ex Cecoslovacchia anche in considerazione della vostra loro autorevolezza sovente mostata, specie nella lotta della Resistenza. (Applausi)

Questa è la storia di due conti e un maggiordomo…

Due conti vanno a fare una battuta di caccia, accordandosi con il maggiordomo che sarebbero tornati per l’ora di pranzo. A mezzogiorno, quando il maggiordomo ha già preparato tutto e apparecchiato la tavola, arrivata un piccione viaggiatore con un messaggio: 1+1=11

Letto il messaggio, “i numeri” disse il maggiordomo con la Sacra spilla, la dea dei soldoni che che sconvolge la testa degli avidi e dei poveracci, “spiegano e ordinano il mondo”. E subito sparecchia tutto. Per quale motivo?

I conti non tornano…

Dopo le miserabili riduzioni applicate a fine settembre scorso, per quanto riguarda lo stipendio dei deputati o per meglio dire il “privilegio base“, che viene indicato come indennità, ammonta a 5.246,97 euro netti al mese, che scendono a 5.007,36 per chi svolge un’altra attività lavorativa. Se poi il deputato versa la quota aggiuntiva per la reversibilità dell’assegno vitalizio (cioè per far percepire il trattamento al proprio coniuge in caso di morte), allora l’indennità netta scende rispettivamente a 4.995,34 e a 4.755,73 euro.

Questi importi non conteggiano le tasse locali, che mediamente incidono per circa 250 euro al mese. È prevista poi una riduzione del 10% per la parte del reddito che supera i 90 mila euro lordi all’anno e del 20% sopra i 150 mila euro. Un trionfo di merda tiepida.

E questa è solo l’indennità. Perché poi ci sono altre voci che ingrassano la busta paga. Ogni deputato infatti percepisce una diaria mensile pari a 3.501,11 euro netti, anche se (sic) tale somma viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza nelle sedute di assemblea con votazione elettronica. Per scongiurare però la decurtazione, è sufficiente partecipare al 30% delle votazioni effettuate nell’arco della giornata.

Non finisce qui. A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto fra eletti ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile erogata tramite il gruppo parlamentare, e cioè altri 3.690 euro netti al mese.

In compenso, ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990. Già. Ma l’elenco dei rimborsi resta comunque sostanzioso: non solo i deputati usufruiscono di tessere per autostrade, ferrovie, traghetti e voli nazionali, ma incassano 1.107,9 euro al mese per i trasferimenti da casa o dal Parlamento agli aeroporti, cifra che sale 1.331,60 euro se la residenza dista a più di 100 chilometri da un aeroporto. Ancora, ci sono 258,22 euro al mese di spese di telefono. E poi assistenza sanitaria estendibile ai familiari.

E per chiudere in bellezza la legislatura, la ricca liquidazione: un assegno di circa 9.600 euro per ogni anno (o frazione di anno non inferiore ai sei mesi) di mandato effettivo, seguito dal vitalizio.

Tirando le somme, in busta paga l’importo base per un deputato sfiora i 14 mila euro al mese, più i benefit.
 A queste voci si aggiungono altre indennità e vantaggi per un nutrito codazzo di onorevoli.

Il presidente della Camera (il fascista riformato Gianfranco Fini), i suoi quattro vice, i tre questori e i 14 presidenti delle Commissioni permanenti, hanno diritto non solo alla macchina con autista, ma anche a indennità aggiuntive che oscillano fra gli 800 e i 5 mila euro netti al mese. Per le cariche più alte c’è anche l’appartamento di servizio.
Per i presidenti delle numerose altre commissioni e per i 28 vicepresidenti di quelle permanenti, invece, niente auto blu, ma «solo» l’indennità supplementare.

Il trattamento riservato ai senatori è addirittura migliore. La somma complessiva delle varie voci, fra indennità e rimborsi, può superare i 14 mila euro. E in più le facilitazioni (cioè tessere gratuite) per autostrade, treni, traghetti e voli nazionali, continuano a valere per i dieci anni successivi alla fine del mandato.

E rispetto ai colleghi europei? 

Il confronto è solo indicativo, perché indennità e rimborsi vengono erogati secondo criteri differenti. In ogni caso, facendo il raffronto delle retribuzioni legate alle voci fisse, i parlamentari italiani percepiscono in media 11.700 euro netti al mese, mentre la media dell’area euro è di 5.339 euro.

I parlamentari austriaci incassano 8.882 euro al mese, gli olandesi 7.177, i tedeschi 7.009, i francesi 6.892, gli irlandesi 6.839 e via via a scendere gli altri, con una differenza: in molti Paesi ci sono da aggiungere a queste voci i rimborsi, ma solo per le spese realmente effettuate. In Italia i rimborsi invece sono diventati parte dello stipendio con un regime forfettario che in molti casi non richiede giustificativi delle spese sostenute.

Intanto il presidente dell’Istat, che già smadonna, continua a studiare. La notizia è che, dopo la “cancellazione del vitalizio” (5.000 euro in meno), tra poche settimane anche l’indennità verrà dimezzata o quasi. E ora è braccio di ferro sull’ammontare del taglio.

Stipendio da agganciare agli europarlamentari, è la proposta messa per iscritto dai questori del Senato. No, così le spese raddoppiano anziché ridursi, rilanciano da Montecitorio: meglio la media delle indennità nei paesi Ue.

I politici italiani non fanno altro che vantarsi dei loro successi, delle proprie cravatte e della loro buvette parlamentare, in questo momento non esiste al mondo un altro governo che si lodi da solo come quello italiano. Ovunque si possono vedere ritratti di Mario Monti e della ministra Elsa Fornero in ogni posa.

Tutto concorre a formare nel visitatore un’impressione straordinaria: è come essere perennemente sotto anestesia. E questa narcosi ogni giorno e con grande astuzia viene rinnovata dalla servile informazione italiota.

Nel BelPaese i fascisti sono evaporati in sigle e siglette d’accatto, i comunisti sono stati respinti nei meandri della clandestinità, incontrarli e conoscerli è difficilissimo. Al primo piano d’angolo fra via di San Teodoro e via dei Cerchi, cuore antico della capitale, all’interno, un loft rettangolare di circa 1000 mq, senza stanze né pareti divisorie, planimetria perfetta per raccontare l’idea di un partito nuovo, aperto, senza steccati e icone plastiche di Marx e Stalin alle pareti.

Travi a vista a sorreggere il tetto spiovente, una bandiera rossa in cima, tavole di pino inchiodate sul pavimento, il Circo Massimo a far da panorama: l’ingresso sul retro, da un piccolo portone in legno arroccato in cima a dieci scalini.

Sistemazione ideale per il compagno economico Bersani, segretario del defunto Partito Democratico, dove ha detto di voler restare per fortificare la neonata creatura.

Palazzo Chigi è a meno di due chilometri, il Senato poco più in là. Nel loft, tutte le conversazioni hanno un unico argomento: Compagno, hai sentito la nipote del Duce, l’Alessandra Mussolini? Si vocifera che questa donna colma e satura di sé tutti gli aspetti della vita politica e sociale. Addirittura le Commissioni parlamentari sono allestite secondo disegni approvati da lei.

Nella Commissione per cui dicono la pulcherrima “lavora”, tale “Commissione parlamentare per l’Opera Nazionale Maternità e l’Infanzia del fanciullo“, nel solco del Littorio, è stata intitolata al nome del generale Bassi-Lega, ricordato per essere caduto sull’uscio di casa, ucciso dal cugino fascista.

Sulla lapide infatti c’è scritto: generale Bassi-Lega, caduto. Poi si vede che non hanno pagato lo scalpellino perchè non c’era più la maggioranza ed è finità lì: caduto. Non è specificato se in guerra, nel fiore degli anni, niente: caduto e basta.

Continuamente si discute sull’arte di amministrare e governare lo Stato e pure la Mussolini, con la crosta che sembra forgiata nell’acciao, concede lunghissime interviste su quest’argomento. Chapeau.

A un giornalista che si sforzava in un’intervista di fargli capire che togliere il vitalizio ai parlamentari o almeno renderlo non immediatamente fruibile, in questo momento di sacrifici “lacrime e sangue” richiesti a tutti gli italiani sarebbe un gesto onorevole,Alessandra Floriani Scicolone ha risposto:

«È come se ci mandassero nudi per strada. Poi è ovvio che uno si ammala, prende l’influenza, si aggrava, arriva la polmonite e quindi…è istigazione al suicidio…rendere i politici uguali ai cittadini».

Eppure questa donna gode di totale considerazione (è stata messa in piccionaia) sia dai circoli borghesi e piccolo borghesi, sia dai suoi rassegnati e disarmati avversari.

Suo nonno, S.E. il Cavaliere Benito Mussolini, Dvce d’Italia, si è già rivoltato…

ReteLibera
00venerdì 10 febbraio 2012 19:52

Pd, ti presento i miei. Nel registro degli indagati

Qual è il delitto perfetto? 

Quello che neppure appare come delitto? 

Quello di cui non si scopre l’autore? 

Il senatore “nominato” del Partito Democratico Luigi Lusi, avvocato penalista, ha sottratto 13 milioni di euro – diconsi: 25 miliardi 171 milioni e 510 mila di vecchie lire, una montagna di denaro pubblico rubato al popolo e reciclato sotto forma di rimborso per le spese elettorali alla cosca di Rutelli – dal tesoretto della ex Margherita di cui è stato fidato tesoriere. Appropriazione indebita

Questo il reato per il quale il senatore, un fedelissimo dell’ex liquidatore margheritino Francesco Rutelli (Api), è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma. L’inchiesta ha avuto inizio su segnalazione di Bankitalia. L’ex tesoriere della Margherita (dal 22 maggio 2002 al 25 gennaio 2012), interrogato, ha ammesso l’accusa che gli viene mossa, impegnandosi a restituire il maltolto. Genuino, puro e cristallino talento. 

Il Robin Hood del Pd decide quindi di patteggiare la pena “chiedendo” senza vergogna 1 anno di reclusione (già perchè in Italia chi ruba ha ancora il diritto di poter chiedere quanta pena scontare), richiesta però che viene rigettata dal Tribunale. Il 6 febbraio, il Pd espelle all’unanimità Lusi dal partito perchè incompatibile con i principi ispiratori dello stesso Pd

Dall’inchiesta emerge che TTT srl, destinataria dei 12 milioni 961 mila euro, è una società direttamente riconducibile a Luigi Lusi. 

Tra i beneficiari dei finanziamenti elargiti figurerebbe anche il sindaco rottame di Firenze Matteo Renzi (Pd, ex democristiano) che ammette di aver ricevuto solo un appoggio politico. In tre anni (dal 2008 al 2011), com’è possibile che nessuno, a cominciare da Rutelli e Bersani, abbia mai avuto sentore delle spericolate operazioni finanziarie che Lusi faceva sul conto del partito?

 Rutelli, che addirittura si dice “incazzato e addolorato” per quanto è successo, vorrebbe far credere che, pur essendo cointestario di un conto dove ci sono depositati la bellezza di 30 milioni di euro, non si è mai preoccupato di controllare perchè - dice - si fidava ciecamente. 

Bersani, candidamente, annunciava invece che se venivano accertate responsabilità individuali, il Pd avrebbe preso provvedimenti, ovvero la sospensione dal partito, che è stata decisa solo quando la posizione del ladrone, in seguito alla sua piena confessione, era diventata ormai indifendibile. 

Abbiamo quindi ragione di ritenere che Lusi abbia rubato ai ladri, come Robin Hood rubava ai ricchi. Con l’aggravante che Luigi Lusi, compagno di merende della cosca Rutelli e della cosca Bersani, non ha dato ai poveri ma allo studio di architettura di sua moglie Pina (in Canada), e soprattutto a sè stesso. 

Luigi Lusi – come sempre accade ai parlamentari che rubano –non si è dimesso

Dopo giorni di assenza, il senatore indagato per appropriazione indebita è tornato a Palazzo Madama. È stata la moglie a incoraggiarlo, a chiedergli di «rientrare a testa alta».

 Radiato dal Pd e fresco di ingresso nella terra di mezzo del gruppo Misto, è andato a sedersi in prima fila, davanti alla banda del Pdl. Una coincidenza.

Il 31 ottobre 2009, Francesco Rutelli, lasciando il Partito Democratico – “Il Pd non è mai nato” – in un’intervista al Corriere della Sera, disse: «Sì, in trent’anni mi onoro di aver aderito ai radicali, ai Verdi, alla Margherita. E allora?».


Quando tornerete a votare, ricordatevi di loro, e lasciateli a casa…

ReteLibera
00venerdì 10 febbraio 2012 20:35


LA POLITICA DEI (FINTI) FESSI

2 FEBBRAIO 2012 DI  


Rutelli non mi è mai stato simpatico, sarà perché è difficile che ti stia simpatico uno che sta in Parlamento dal 1983, è riuscito ad iniziare il suo percorso politico nei Radicali, dove sosteneva un antimilitarismo non violento e aveva posizioni anticlericali,  per andare a finire nel piu’ democristiano dei partiti, dove sostiene posizioni clericali e vota favorevolmente al rifinanziamento delle missioni militari, passando per i Verdi, la Margherita, il PD

Nel caso di Rutelli, per il mio modo di vedere la politica, c’è stata un’ involuzione. E poi, non posso non ricordare la sua assoluta incapacità di fare opposizione a Berlusconi. Se D’Alema è l’inciucione, lui appartiene alla stessa scuola.

Detto questo, parliamo del caso Lusi. Lusi si assume tutta la responsabilità “di tutto e di tutti”. Nella migliore delle ipotesi (per Rutelli) ,ovvero, se la responsabilità fosse davvero tutta di Lusi, se davvero Rutelli e compagnia bella non si fossero mai accorti che uno gli stava rubando 13 milioni di euro, vuol dire che sono stati dei gran fessi e in un Paese normale i fessi non si dovrebbero occupare dell’amministrazione dello Stato

Percio’, Rutelli e tutti coloro che avevano le chiavi di quel partito dovrebbero semplicemente dimettersi.

Però, questo non è un Paese normale e la classe politica è l’emblema del Paese alla rovescia. 

Cosi’ troviamo politici a cui vengono comprate case a loro insaputa, politici a cui vengono tolti milioni di euro a loro insaputa, politici giudicati dalle procure di mezza Italia  della metà dei reati presenti nel Codice penale a loro insaputa. 

Tutto a loro insaputa, tutti dei gran (finti) fessi.


ReteLibera
00lunedì 20 febbraio 2012 13:54

Lusi: altri 30 milioni dalla Margherita verso destinazioni sospette!

 
Un buco nero pronto a risucchiare denaro dalle casse del partito. Questa è in sostanza l'immagine che hanno gli inquirenti del sistema di società usate dall'ex cassiere Luigi Lusi per sottrarre denaro al finanziamento pubblico della Margherita. E così non c'è richiesta di patteggiamento che tenga. Ieri è partito il primo sequestro giudiziario sul patrimonio di Lusi per oltre 5 milioni di euro, in particolare un immobile da oltre 2 milioni acquisito a Roma tramite la "TTT" la principale srl usata per questa operazione. Ma per una flla che si tappa ecco una voragine che si apre: al primo monitoraggio dei movimenti dei conti bancari della Margherita tra il 2007 e il 2011, su 70 milioni in uscita, ce ne sono almeno 30 su cui i magistrati hanno drizzato le antene definendoli "interessanti per l'indagine".

Finora è emersa probabilmene solo la punta dell'iceberg e la domanda che già risuona da settimane si è fatta sempre più forte: "Possibile che Lusi abbia agito da solo, che nessuno sapesse, che nessuno si sia accorto!!??"
ReteLibera
00venerdì 9 marzo 2012 20:42

LUSI “SE PARLO IO SALTA IL CENTROSINISTRA: ERANO TUTTI D’ACCORDO SE PARLO SUCCEDE UN CASINO”.



IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVISTA TRASMESSA IERI SERA A “SERVIZIO PUBBLICO” DI  SANTORO…LE ACCUSE DELL’EX TESORIERE DELLA MARGHERITA


Di seguito l’intervista a Luigi Lusi, trasmessa ieri sera da Servizio Pubblico.


Lei adesso ha attraversato un corridoio e ha scelto di entrare in questa stanza perché ha un appuntamento con me. Ma ci sono tante altre stanze prima della mia. E io mi domando: perché non è andato a vedere in tutte le altre stanze? O meglio, perché ha scelto solo la mia e non le altre?”.
Inizia così, nel suo ufficio del Senato, l’incontro con Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita sotto inchiesta per appropriazione indebita.

La Procura sta indagando su 13 milioni di euro che Lusi avrebbe sottratto al partito.
“Io ho gestito 214 milioni di euro del partito, e ne ho lasciati 20 in cassa.

Facciamo finta che ne abbia presi 7, poi ho pagato 6 milioni di tasse e arriviamo a questi famosi 13 milioni. Ne rimangono altri 181”.

Dove sono finiti?

Secondo lei questi 181 milioni di euro li abbiamo usati tutti per pagare il personale e i telefonini? Nessuno si fa questa domanda?

Sarebbe lecito se lei avesse finanziato la campagna elettorale di Franceschini piuttosto che di qualcun altro del Pd?

Non c’è niente di illecito nella gestione di 214 milioni di euro.

Sarebbe illecito, invece, se lei avesse finanziato Rutelli da quando è andato all’Api.

Questo lo dice lei. Non è cattolico lei, eh? Ma certo, è così. La cosa incredibile è che se tu hai raccolto 100 lire per strada e te le tieni in tasca, poi ti metti pure a dire che è giusto restituire i soldi che trovi per terra e che non sono tuoi? Ti stai zitto, no? E invece lui parla. Perché non sta zitto?

Me lo dica lei.

Perché questa partita è molto più grande, questa partita fa saltare il centrosinistra. E quando su di me uscirà fuori ulteriore merda, che servirà a screditarmi definitivamente, vedrà che non ci sarà più una domanda da porsi.

Più persone dell’ex Margherita mi hanno fatto capire che sospettavano di lei.

Ma dove stavano questi dal 2002 in poi? Perché i revisori dei conti e il comitato di tesoreria hanno sempre fatto relazioni positive sui miei bilanci?
Io ho sempre avuto uno scontro a viso aperto con Parisi, perché lui diceva che io facevo le cose sporche per Rutelli. Se uno pensa che ha un tesoriere furbetto prende le contromisure, no?

Mi sta dicendo che per loro andava tutto bene?

Sì, è così perché è evidente che andavano bene altre cose, no? Se ti va bene quel divano su cui sei sdraiato anche se ti fa male la schiena, le cose sono due: o ti sei bevuto il cervello, oppure hai uno scambio. Soffro un po’ per avere altro, mi spiego?.

Sostanzialmente mi sta facendo capire che…

Io non le voglio far capire niente. E non voglio entrare in questa brutta cosa che qualcuno ha tirato fuori di Renzi e di Bianco .

É uscito che lei teoricamente avrebbe finanziato Renzi anni fa.

Sì, ma cancellerei il termine teoricamente perché se uno domani me lo chiede, io dovrò rispondere. Il punto è che dicono che le ho tirate fuori io queste cose, ma io non ho niente in mano di tutto ciò. É evidente che queste informazioni sono uscite da chi sta facendo le indagini o, più probabilmente, dalla guerra interna al Partito democratico.

Ho l’impressione che se lei parla succede un casino.

É così, punto. C’è poco da discutere. Nessuno è interessato a che io parli.

La definiscono un “rutelliano” di ferro. E alcuni suoi colleghi mi hanno fatto capire che quando Rutelli ha fondato l’Api, lei sarebbe rimasto nel Pd per tenere la cassa.

Ma non l’ho certo mantenuta perché c’è un contratto scritto che dice che se non vai all’Api mantieni la cassa.

Mi sta dicendo che gliel’hanno fatta mantenere.

E perché secondo lei me l’hanno fatta mantenere?

Perché elargiva…

Mica sono un benefattore. Io eseguivo ciò che mi veniva detto di fare, ed evidentemente per loro ero affidabile.

E queste cose che le dicevano di fare rientrano nel lecito o nell’illecito?

Rientrano nel border line del finanziamento alla politica. Formalmente è tutto lecito. Tutti i partiti gestiscono il contributo pubblico in modo privatistico, perché questo la legge impone. Quando i soldi pubblici dei rimborsi elettorali entrano dentro un partito diventano soldi privati. E non c’è nessuna legge che dice come li devi gestire. Ecco perché parlo di border line.

Questi 13 milioni di euro che lei avrebbe sottratto al partito rientrano nell’illecito.

Questo lo devono decidere i magistrati, non io. Io ho fatto tutto quello che mi è stato detto di fare. Chi è che ha firmato i bonifici? Io. Chi è che ha dato le autorizzazioni? Io. Sono responsabile di tutto quello che è stato fatto dal 3 agosto 2001 al 16 agosto 2012. Altro discorso, però, sono i processi decisionali interni al partito, sui quali non entro perché è la sfera di cui nessuno vuole parlare.

Il magistrato che si occupa del suo caso mi ha fatto una domanda interessante: “Perché secondo lei nessuno nella Margherita ha chiesto il pignoramento dei beni di Lusi?

Uno che fa questa domanda vuol dire che usa il cervello. E se lo usa perché massacra me?

Lei se l’è fatta questa domanda?

Io ho la risposta! Ma veramente pensa che sia un cretino? Rutelli ha mandato una lettera vergata di suo pugno in cui scrive che è d’accordo con il patteggiamento e con la fideiussione. E nessuno si domanda niente? Facciamo finta che lei lavora per Santoro da 13 anni, e che per tutti questi anni ha cavalcato una zona d’ombra perché era leale al suo capo. E poi le succede una cosa, una qualsiasi cosa per cui Santoro dice: “Io? Non so un cazzo!! Faceva tutto Luca”. Lei come si sentirebbe?

Chiarissimo. Però questo succede perché esce fuori la storia dei 13 milioni di euro che lei si sarebbe intascato.

E secondo lei questa storia come è uscita? Lei pensa veramente che questo casino succede perché la Banca d’Italia manda un warning? Ma di che cazzo stiamo parlando? Noi abbiamo risposto sempre alle segnalazioni di Unicredit. E Unicredit ha rimandato indietro le nostre risposte per tre volte, perché in realtà inciuciava. Ma perché inciuciava? Perché qualcuno gli ha detto di inciuciare.

E secondo lei questo è stato un fuoco amico?

Non è propriamente mio amico, ma è un fuoco amico. É figlio di una guerra vecchia, prima contro Rutelli e poi contro il Pd. Ma siccome lei mi prude e mi fa male quando parla dei 13 milioni di euro, io le rispondo. Uno che prende 13 milioni e che ne paga 7 di tasse, accende due mutui? Puoi essere ingenuo, scemo, un ladruncolo di periferia, ma sei così coglione che prendi tutti ’sti soldi e ti accendi due mutui ? Se devi giocarti la partita, lo fai bene fino in fondo, no?.

Lei avrebbe usato un milione e 900.000 euro della Margherita per l’acquisto del suo appartamento di via Monserrato a Roma.

Su quale cazzo di carta è scritto che avrei pagato un milione e 900.000 euro per la casa di via Monserrato? Mi dice dove cazzo è scritto? É una delle cose che io ho contestato ai magistrati, è falsa. Ci sono circa 500 mila euro pagati alla firma del contratto di acquisto, più un mutuo di 1 milione e 700.000 euro. Sti cazzo di mutui uno perché li accende se ha tutti quei soldi liquidi?

I 500 mila euro vengono dalla Margherita o sono suoi?

Vengono dalla società che l’ha acquistata.

Parla della TTT, una società riconducibile a lei.

Mi creda. Non c’è niente che non si sappia.

Mi sta dicendo che all’interno del partito tutti sapevano dell’esistenza di questa società?

Chi lo doveva sapere lo sapeva, certo. É un reato costituire una società? No. Ho fatto consulenze finalizzate alla verifica del funzionamento contabile del processo di liquidazione degli organi territoriali della Margherita e ho scoperto l’ira di Dio. Se poi mi chiedi di produrre quei documenti, io ti dico che li ho distrutti perché parlavano delle mignottate che hanno fatto in tanti. E che faccio? Me li tengo? Se sono un tesoriere serio li distruggo, perché quello è il mio ruolo. Non sono un santo. Ho fatto il tesoriere, e il tesoriere si sporca le mani con la merda, c’è poco da fare.





Luca Bertazzoni
(da “Il Fatto Quotidiano“)

ReteLibera
00venerdì 16 marzo 2012 18:03

SCOOP DE “L’ESPRESSO”: “DA LUSI 866.000 EURO A RUTELLI

Marzo 15th, 2012 admin

L’EX TESORIERE DELLA MARGHERITA AVREBBE GIRATO UNA VALANGA DI SOLDI ALLA FONDAZIONE DEL LEADER DELL’API…”VERSAMENTI SOTTO I 150.000 EURO PER AGGIRARE LO STATUTO”, TUTTI PROVATI DA BONIFICI BANCARI

Che abbia ragione lui? 
Il centrosinistra rischia davvero di crollare, nel caso uscissero fuori tutti i segreti custoditi nei forzieri di quella che fu la
Margherita-Democrazia e Libertà?

Luigi Lusi, senatore del Pd ed ex tesoriere del partito che nel 2007 si è fuso con i Ds formando il Partito democratico, lo ha detto senza giri di parole nell’intervista “rubata” a “Servizio pubblico”.
Parole e frasi che sono state interpretate da molti come una minaccia, quasi come un ricatto.
Avvertimenti lanciati per sminuire la propria posizione (Lusi è infatti accusato di aver usato i soldi del partito per aquistare ville da sogno, viaggi di lusso e cene al caviale) tirando in ballo le responsabilità dei big dell’ex Margherita, politici illustri che hanno condiviso con lui - farebbe intendere l’ex uomo di fiducia di Francesco Rutelli - la responsabilità della gestione delle finanze del partito.Foraggiato anche dopo la sua scomparsa politica con decine di milioni di euro ottenuti grazie ai generosi rimborsi elettorali.

La Margherita, che in dieci anni ha incassato la bellezza di 214 milioni, ha risposto alle allusioni dell’ex tesoriere presentando querela e con una richiesta di danni tra i 5 e i 10 milioni di euro.

Saranno ora i magistrati a decidere chi ha ragione, e se al saccheggio delle risorse del partito abbia partecipato soltanto Lusi. Quel che è certo è che ad attingere a quella cassaforte sembrano essere stati in molti.
“Per quanto mi riguarda metto a disposizione su Facebook il mio estratto conto: 56 mila euro. Da quando faccio politica il mio patrimonio è diminuito. Sul mio impegno trasparente non posso accettare ombre. Quando ho fondato Api ho tagliato la carta di credito che avevo come presidente della Margherita e l’ho restituita a Lusi”, ha detto Francesco Rutelli qualche giorno fa.

Sarà sicuramente vero. Ma di certo Lusi non ha mai dimenticato il conto corrente della fondazione che Rutelli ha creato e di cui è presidente, il Centro per il futuro sostenibile (Cfs).


A questa fondazione Lusi ha girato centinaia di migliaia di euro della Margherita quando l’ex sindaco di Roma non solo era uscito dal Pd, ma aveva già fondato un altro partito, Alleanza per l’Italia (Api), antagonista al centrosinistra.
A “l’Espresso” risulta che il Cfs ha ricevuto da Lusi, dal novembre 2009 al luglio 2011, ben 866 mila euro. In media oltre 43 mila euro al mese.
Il primo bonifico alla fondazione (conto corrente Unicredit-Banca di Roma numero 000401107758) è del 13 novembre 2009.
Sono giorni cruciali per Rutelli: abbandonato in polemica il Pd considerato troppo sbilanciato a sinistra, Francesco insieme a Bruno Tabacci sta lanciando l’Api, il suo partito personale nato appena due giorni prima.
La fondazione il 13 novembre riceve da Lusi i primi 48 mila euro della Margherita.

Altri 48 mila arrivano a gennaio del 2010.

Poi - tra quelli che risultano a “l’Espresso” - ne giungono altri 140 mila a ottobre, 145 mila a novembre, altri 140 mila il 17 dicembre 2010.

Anche il 2011 per Rutelli e la sua fondazione comincia bene: il primo febbraio arrivano dalle casse del partito che non esiste più ulteriori 145 mila euro, mentre altri 200 mila piovono con due distinti versamenti nel mese di luglio.
Tutti i versamenti sono inferiori (spesso di poco) alla soglia dei 150 mila euro.

Guarda caso, lo statuto della Margherita nel comma 7 delle sue “Disposizioni finali” prevede che durante la fase di costituzione del Pd “gli atti di straordinaria amministrazione e quelli di ordinaria amministrazione di importo superiore a 150.000 euro sono adottati congiuntamente dal Tesoriere e dal Presidente del Comitato Federale di Tesoreria”.
La norma è stata inserita nel maggio del 2007, e avrebbe dovuto rafforzare il ruolo di controllo su Lusi del Comitato. Peccato che quasi tutte le uscite del tesoriere siano state inferiori a quella somma, cosicché non vi è mai stato bisogno della firma del presidente del Comitato federale di tesoreria.
Una carica ricoperta da Giampiero Bocci, deputato Pd della corrente di Dario Franceschini.

Non solo. Il comitato che avrebbe dovuto vigilare sulla cassa era costituito da altri cinque componenti, espressioni delle varie correnti della Margherita: insieme a Bocci c’erano infatti Pierluigi Mantini, rutelliano come il tesoriere Lusi; Ivano Strizzolo, considerato esponente della corrente di Franco Marini; Italo Tanoni, di Lamberto Dini; il deputato Pd Guglielmo Vaccaro, vicino a Enrico Letta; e Maurizio Taormina, ex vicepresidente della provincia di Rimini, buon amico di Renzo Lusetti e dello stesso Francesco Rutelli.


Possibile che nessuno dei big e dei responsabili dei controlli dei bilanci sapesse che la Margherita finanziava la fondazione di un politico che era uscito dal centrosinistra fondando un partito che si è alleato con l’ex missino
Gianfranco Fini?


Almeno una persona doveva sapere, si lamentano alcuni ex dirigenti di Democrazia e Libertà.
Certo è infatti che ad incassare i soldi della Margherita per conto del Cfs è Giovanni Castellani, tesoriere della stessa fondazione e, contemporaneamente, revisore dei conti della Margherita.
E’ lui uno dei tre commercialisti che avrebbero dovuto verificare i bilanci del partito. Un rutelliano della prima ora che segue fedelmente il leader dai tempi della lista “Beautiful” con l’appoggio della quale Rutelli trionfò alle elezioni comunali di Roma nel 1997. Di quella lista Castellani era coordinatore.

La vicenda delle erogazioni al Centro per un futuro sostenibile lambisce anche un autorevole componente del governo in carica. Animatore e co-fondatore della fondazione è infatti pure Guido Improta, attuale sottosegretario ai Trasporti nel governo di Mario Monti finito sulle cronache dei giornali per le sue sterminate proprietà immobiliari

Improta, per il salto nel governo dei tecnici, ha potuto contare sulla sponsorizzazione di Rutelli.
Non solo: nel Cfs, nato per tutelare “il bene comune” e per realizzare “una società migliore” diffondendo “i valori politici, culturali e sociali in tema di ambiente globale”, ci sono altre personalità del gotha politico italiano: da Marianna Madia a Santo Versace nel Comitato dei parlamentari sono rappresentati quasi tutti i partiti, anche con pezzi da novanta del calibro di Piero Fassino, Emma Bonino, Pier Ferdinando Casini ed Ermete Realacci.

Torniamo ai bonifici incassati dalla fondazione di Rutelli.
A fine 2009 Cfs riceve ben 150 mila euro pure da “Cento Città Italia nuova”.
Forse pochi lo ricordano, ma si tratta del vecchio comitato Centocittà fondato dai sindaci di centrosinistra dei grandi comuni nel 1998 e sciolto - almeno sulla carta - un anno dopo.


Tra i promotori c’erano Enzo Bianco, Rutelli, Massimo Cacciari, il leader di Legambiente Realacci e Paolo Gentiloni. Anche dopo lo scioglimento, però, la cassa aveva evidentemente ancora cospicue risorse.
Forse perché, nonostante l’organismo fosse morto da più di dieci anni, la Margherita ha continuato a girare sul conto bancario di Centocittà circa 40 mila euro l’anno. Sembra una stranezza, ma una spiegazione c’è: come risulta da un documento del Senato del gennaio 2007, il “tesoriere nazionale” di Centocittà è ancora lui, Lusi.

E’ il 30 novembre 2009 quando Centocittà versa i 150 mila euro alla Cfs e, secondo le movimentazioni documentate dai bonifici bancari presi in visione da “l’Espresso”, il giorno successivo, il 1 dicembre, la fondazione Cfs spedisce un bonifico (anche questo da 150 mila euro tondi tondi) al neonato partito di Rutelli, fondato da un paio di settimane.

Soldi di cui però non vi è traccia nella contabilità dell’Api: nell’unico bilancio sinora presentato, quello per il 2009 e il 2010, ci sono solo le voci relative alle quote associative, i rimborsi elettorali, il denaro raccolto con le collette dei privati e i contributi dei gruppi parlamentari.
Di Centocittà nemmeno l’ombra.

Oggi Lusi è indagato per appropriazione indebita dalla procura di Roma, che ha aperto un’inchiesta su di lui dopo un “warning” della Banca d’Italia sulle movimentazioni sospette del conto della Margherita.
Il senatore avrebbe sottratto una ventina di milioni di euro per interessi privatissimi, come l’acquisto della villa di Genzano e quello di un appartamento a Roma a via Monserrato, senza dimenticare l’altra residenza ad Ariccia data in usufrutto a una nipote.

Il vorticoso giro di quattrini però, in base a quanto scoperto da “l’Espresso”, sembra disegnare un sistema più vasto e complesso che va oltre le disinvolte cene a base di caviale.


Già nel 2010 alcuni deputati avevano messo in dubbio la correttezza con cui sono stati impiegati i soldi pubblici del partito confluito nel Pd nell’ottobre del 2007: se oggi
Arturo Parisi teme le conseguenze politiche devastanti di eventuali comportamente poco trasparenti, altri - sospettando che la cassa sia stata saccheggiata per favorire alcune correnti e lasciando fuori altri “aventi diritto” - nel 2010 sono passati alle vie legali. 

Rino Piscitello, Renzo Lusetti ed Enzo Carra, ex Dl, hanno avviato una causa civile contro i vertici del partito per non essere stati convocati alle assemblee che dovevano approvare i bilanci.

Chiedono ai giudici, in pratica, di annullare i rendiconti consuntivi degli ultimi anni, anche se i soldi ormai sono stati già spesi. I tre ce l’hanno in sostanza non solo con Lusi, ma con il presidente federale Rutelli e con Enzo Bianco.

“E’ Bianco il presidente dell’assemblea della Margherita, ed è vero che non ci ha mai chiamato”, racconta furioso pure Riccardo Villari, ex margheritino passato al gruppo Coesione Nazionale che appoggiò il governo Berlusconi diventando anche sottosegretario.


“Io ero un dirigente nazionale della Margherita, ma mai nessuno mi ha chiesto il permesso per impiegare i soldi del partito per un convegno, per il quotidiano “Europa”, le segretarie o qualche fondazione. Forse avevo diritto come altri ad essere supportato nelle mie iniziative politiche. Sarebbe paradossale ora se per colpa di altri, coloro che non hanno preso un euro si ritrovassero a rispondere di responsabilità giudiziarie.
Lusi ha padri e madri, persone che lo hanno sostenuto e messo lì a fare l’amministratore. E’ poco verosimile che nessuno sapesse come venivano gestite le cose. C’era un comitato di tesoreria, votato nel 2006, espressione di tutte le correnti. Ecco: un’auto usata da questi signori non la comprerei mai”.

Ma quali sono le regole secondo le quali la Margherita finanziava un politico, un centro studi, l’ufficio di una fazione? Semplicemente, non esistevano.
Tutto faceva capo a Lusi, che ha raccontato di aver distribuito denaro come un Bancomat a seconda delle richieste che venivano dai leader.
Per ora, quello che emerge sono i fondi a Rutelli, che tra l’altro aveva lasciato il Pd, partito dove la Margherita è confluita.
E a che titolo questi soldi di Democrazia e Libertà sono finiti alla sua fondazione Cfs? 

Una risposta la fornisce uno dei personaggi di primo piano dell’entourage del leader dell’Api al centro di questa girandola di denaro e che a “l’Espresso” ha chiesto l’anonimato: “I soldi incassati da Cfs erano considerati una sorta di anticipo della quota del tesoro accumulato dalla Margherita e spettante alla corrente rutelliana”.
Altra domanda: sono legittimi questi contributi?
Non lo sappiamo, regolamenti scritti e deliberazioni in proposito - tranne lo statuto - non ce ne sono.
“Libero” ha raccontato di presunti finanziamenti ottenuti anche da Matteo Renzi (che ha promesso querela) e da Enzo Bianco, per convegni e campagne elettorali. Bianco, in particolare, è stato tirato in ballo per quattro fatture da centinaia di migliaia di euro pagate da Lusi alla M & S Congressi di Catania, un’azienda controllata al 50 per cento dai fratelli Mario e Patrizia Minnelli.
Quest’ultima è stata la segretaria di Bianco, ed è tra i promotori dell’associazione Liberal Pd che fa capo proprio al presidente dell’assemblea della Margherita.
Ai soldi della M & S, ha spiegato poi “Il Fatto Quotidiano”, se ne aggiungerebbero altri destinati all’attività politica dell’ex sindaco di Catania, versamenti considerati da qualcuno una specie di “stipendio” che la Margherita garantiva a Bianco.
Le indiscrezioni hanno scatenato il finimondo.
Nonostante Renzi e Bianco siano ancora esponenti del Pd.

Che succederà allora nel caso di Rutelli?
Risulta a “l’Espresso” che grazie alle elargizioni ottenute dalla Margherita, la fondazione Cfs paga pure l’affitto della sede dell’Api nel centro storico di Roma a largo Fontanella di Borghese.
Circa 5 mila euro al mese, secondo i movimenti bancari del 2009, 2010 e 2011, denaro girato ad Alberto e Domenico Giusti De Marle, proprietario dei locali.
Ma non è tutto.
Un’altra stranezza dovrebbe provocare le ire di Pier Luigi Bersani. All’Api, concorrenti del Terzo polo, lavorano infatti funzionari il cui stipendio è pagato dalla Margherita, socio fondatore del Partito democratico.
Tra loro, paradossalmente, c’è addirittura il portavoce dell’Alleanza per l’Italia di Roma, Luciano Nobili, nelle sue dichiarazioni pubbliche mai tenero con il Pd.
“E’ vero, ci sono ancora dipendenti che pesano sui bilanci della Margherita, e alcuni fanno politica per l’Api. Io lavoro anche per il Pde, il Partito democratico europeo a cui aveva aderito la Margherita. Lusi? Tutti andavano da lui, chiedendo di volta in volta quello che era utile e necessario”.

Per la cronaca, Luigi Lusi è anche tesoriere di questo partito sovranazionale, nato da un’iniziativa di Rutelli e del conservatore francese François Bayrou per riunire a Strasburgo i moderati cattolici.
Anche “Alliance of democrats” è una loro creatura, “un network costituito”, spiega Nobili, “con il Partito democratico americano di Barack Obama”.

Ebbene nella capitale la sede dell’Alliance è negli stessi uffici della fondazione rutelliana.
Dunque, anche lei ospite a scrocco della Margherita.

 

Primo Di Nicola e Emiliano Fittipaldi
(da “L’Espresso”)

ReteLibera
00martedì 8 maggio 2012 13:31

I nomi dei 94 Senatori che volevano salvare le pensioni d'oro dei Top Manager!

 
Stop alle pensioni doro, governo battuto in Senato

Nei giorni scorsi avrete sentito delle polemiche legate all'emendamento presentato da Idv,Lega e di una senatrice del Pdl (Ada Spadoni Urbani), emendamento che aveva ricevuto parere negativo da parte del governo, su una norma per le pensioni d'oro della Pubblica Amministrazione ... emendamento passato inaspettatamente con l'appoggio di 72 Senatori Pdl che hanno contribuito a battere il governo con 190 voti a favore e 94 contrari ... come spiega Agi:

e' stata soppressa la norma che prevedeva un trattamento privilegiato per i manager pubblici che hanno maturato i requisiti pensionistici entro il 22 dicembre del 2011, decidendo pero' di rimanere in attivita'. Il comma abrogato stabiliva che il calcolo delle loro pensioni venisse fatto in base allo stipendio percepito prima dell'entrata in vigore delle misure sul tetto agli stipendi dei manager pubblici, a condizione che mantenessero le stesse mansioni.

Per dirla semplice, un Top Manager che percepiva 300 mila euro di stipendio l'anno e dopo la riduzione , per esempio, scendeva a 200 mila, con la norma che voleva il governo la sua pensione sarebbe stata calcolata in base al vecchio stipendio (cioè i 300 mila), ma grazie all'emendamento Idv, Lega e Spadoni Urbani, è stato annullato il privilegio in modo dacalcolare le pensioni in base al nuovo stipendio (già decurtato) .... alla faccia dell'equità signor Monti!

E cosa peggiore, è che ha votare la norma è stato il Partito Democratico quasi per intero (solo 8 Senatori hanno detto NO all'ennesima vergogna) ... alle prossime elezioni ricordatevi bene i nomi di questi personaggi che ancora una volta volevano tutelare i privilegi della casta alla faccia degli Italiani.

Parliamo di gente del calibro di Anna Finocchiaro (Pd) , Marco Follini (Pd) ,  Maurizio Gasparri (Pdl) , Pietro Ichino (Pd) , Ignazio Marino (Pd) , Achille Serra (Terzo Polo) ect ect ecco l'elenco dei 94 nomi :


1) Adamo Marilena (Pd)

2) Adragna Benedetto (Pd)

3) Agostini Mauro (Pd)

4) Armato Teresa (Pd)

5) Astore Giuseppe (Gruppo Misto)

6) Baio Emanuela (Api)

7) Barbolini Giuliano (Pd)

8 ) Bassoli Fiorenza (Pd)

9) Bastico Mariangela (Pd)

10) Enzo Bianco (Pd)

11) Biondelli Franca (Pd)

12) Blazina Tamara (Pd)

13) Filippo Bubbico (Pd)

14) Antonello Cabras (Pd)

15) Anna Maria Carloni (Pd)

16) Maurizio Castro (Pdl)

17) Stefano Ceccanti (Pd)

18) Mario Ceruti (Pd)

19) Franca Chiaromonte (Pd)

20) Carlo Chiurazzi (Pd)

21) Lionello Cosentino (Pd)

22) Cesare Cursi (Pdl)

23) Mauro Cutrufo (Pdl)

24) Cristina De Luca (Terzo Polo)

25) Vincenzo De Luca (Pd)

26) Luigi De Sena (Pd)

27) Mauro Del Vecchio (Pd)

28) Silvia Della Monica (Pd)

29) Roberto Della Seta (Pd)

30) Ulisse Di Giacomo (Pdl)

31) Di Giovan Paolo Roberto (Pd)

32) Cecilia Donaggio (Pd)

33) Lucio D’Ubaldo (Pd)

34) Marco Filippi (Pd)

35) Anna Finocchiaro (Pd)

36) Anna Rita Fioroni (Pd)

37) Marco Follini (Pd)

38) Vittoria Franco (Pd)

39) Vincenzo Galioto (Pdl)

40) Guido Galperti (Pd)

41) Maria Pia Garavaglia (Pd)

42) Costantino Garraffa (Pd)

43) Maurizio Gasparri (Pdl)

44) Antonio Gentile (Pdl)

45) Rita Ghedini (Pd)

46) Giai Mirella (Gruppo Misto)

47) Basilio Giordano (Pdl)

48) Claudio Gustavino (Terzo Polo)

49) Pietro Ichino (Pd)

50) Cosimo Latronico (Pdl)

51) Giovanni Legnini (Pd)

52) Massimo Livi Bacci (Pd)

53) Andrea Marcucci (Pd)

54) Francesca Maria Marinaro (Pd)

55) Franco Marini (Pd)

56) Ignazio Marino (Pd)

57) Marino Mauro Maria (Pd)

58) Salvatore Mazzaracchio (Pdl)

59) Vidmer Mercatali (Pd)

60) Riccardo Milana (Terzo Polo)

61) Francesco Monaco (Pd)

62) Enrico Morando (Pd)

63) Fabrizio Morri (Pd)

64) Achille Passoni (Pd)

65) Carlo Pegorer (Pd)

66) Flavio Pertoldi (Pd)

67) Lorenzo Piccioni (Pdl)

68) Leana Pignedoli (Pd)

69) Roberta Pinotti (Pd)

70) Beppe Pisanu (Pdl)

71) Donatella Poretti (Pd)

72) Raffaele Ranucci (Pd)

73) Giorgio Roilo (Pd)

74) Nicola Rossi (Pd)

75) Antonio Rusconi (Pd)

76) Gian Carlo Sangalli (Pd)

77) Francesco Sanna (Pd)

78) Giacomo Santini (Pdl)

79) Giuseppe Saro (Pdl)

80) Anna Maria Serafini (Pd)

81) Achille Serra (Terzo Polo)

82) Emilio Silvio Sircana (Pd)

83) Albertina Soliani (Pd)

84) Marco Stradiotto (Pd)

85) Antonino Strano (Pdl)

86) Salvatore Tomaselli (Pd)

87) Giorgio Tonini (Pd)

88) Achille Totaro (Pdl)

89) Tiziano Treu (Pd)

90) Simona Vicari (Pdl)

91) Luigi Vimercati (Pd)

92) Vincenzo Vita (Pd)

93) Walter Vitali (Pd)

94) Luigi Zanda (Pd)



Elaborazioni Il Post Viola su resoconto stenografico Senato QUI (pagine 121-128, codice votazione 016)
ReteLibera
00martedì 8 maggio 2012 14:18

A proposito della Finocchiaro (oltre alle notizie in capo-thread)




Finocchiaro: maxi sconto per la casa

 
scritto da daw

 

Anna Finocchiaro, di professione indignata, sempre con il dito puntato contro i privilegiati, contro le ingiustizie, sempre a difesa della legalità. E dopo l’appaltone al marito – 350.000 euro dalla Regione Sicilia – ora se ne scopre un’altra: ha comprato una casa a Roma con un maxi sconto. Senza averne diritto.

 

Lei è Anna Finocchiaro, ufficialmente senatrice del Partito Democratico. In realtà di professione fa l’indignata, e nemmeno speciale. La sua specialità è la difesa della legalità, senza se e senza ma. Antiberlusconiana di ferro, si scaglia sempre e costantemente contro i privilegiati, ed ha una fiducia assoluta nella magistratura.

 

Per questo, qualche tempo fa, fece scalpore la storia del mega appalto vinto dal marito, grazie alla Regione Sicilia. E che dire della notizia di questi giorni? Angela Finocchiaro ha comprato una casa a Roma, di 180 metri quadrati, ad un prezzo molto speciale. Il costo della casa è valutato in circa il 30% in meno del prezzo di mercato. Insomma, un bello sconto di un terzo. Mica male.


E come mai questo sconto? 
Non si sa. Un simile trattamento, visto che la casa è stata venduta dalla Cassa nazionale del Notariato, è riservato – appunto – a notai. E la Finocchiaro non è certamente un notaio…..


Tutti parte integrante della stessa merda politica italiana

ReteLibera
00venerdì 18 maggio 2012 13:43

Bersani, "chi non paga tasse non ha diritto ad ambulanza" ... e chi ruba in parlamento?

 
Per Bersani niente ambulanza per gli evasori 
“Io dico che chi paga le tasse ha diritto ad avere l’ambulanza, mentre chi non le paga non sono sicuro che abbia questo diritto”. Cosi’ il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, questa mattina a Genova. “Per un che non vuole pagare le tasse – ha proseguito Bersani – ci sono tanti motivi per autoassolversi, ma vorrei ricordare che di fronte al contribuente non c’e’ solo lo Stato, ma anche un altro contribuente: per uno che non paga – ha concluso – c’e’ un altro che paga”. (Giornalettismo)

E fortuna che si chiama Partito Democratico ... 

Lancio quindi una provocazione a Pier Luigi Bersani, di cui sopra abbiamo letto un virgolettato ... e per gli oltre 100 indagati in parlamento (tra cui molti pluri-pregiudicati, corrotti, evasori, mafiosi), c'è il diritto ad avere un ambulanza o no?


 

 
ReteLibera
00martedì 29 maggio 2012 13:37

Multe, bollette e benzina .. tutti i soldi che Lusi dava ai leader della 'Margherita'!

 

Multe, bollette telefoniche, spese per i giornali, per il carburante, per gli avvocati, fotocopiatrici, migliaia di euro per spese "informatiche" ... sono decine e decine le fatture consegnate dalla segretaria di Luigi Lusi (riguardanti gli ultimi 3 anni) ai magistrati romani che stanno tentato di ricostruire tutti gli (strani) giri di soldi (finanziamenti pubblici) dopo lo scioglimento della Margherita ... e il Corriere della Sera ne riporta un elenco:
I fogli sono divisi per nome e per anno. La spesa più frequente riguarda le bollette telefoniche. Sono decine di migliaia gli euro rimborsati a Francesco Rutelli e ai parlamentari che facevano parte del suo entourage. Le annotazioni di Lusi riguardano gli ultimi tre anni, ma le «uscite» anomale relative a questo tipo di pagamenti si riferiscono soprattutto al 2012 quando a gennaio vengono infatti annotate spese per un totale di 27mila eurosoltanto per gli esponenti politici di questa corrente: quasi ottomila per Gianni Vernetti, parlamentare passato all'Api insieme all'ex presidente della Margherita e nella lista relativa alla stessa voce è inserito anche Luciano Nobili, altro fedelissimo di Rutelli. Ben 3.154 euro vengono annotati relativamente a Paolo Gentiloni per la stessa causale. A Rutelli è invece attribuita una spesa «rimborsi edicola», decine di migliaia di euro nel 2010 e 4.000 per l'acquisto di una fotocopiatrice, oltre a 63mila euro alla voce «informatica».

E ancora su Giuseppe Fioroni:
ci sono 11mila euro erogati per il pagamento di multe. Lui però nega che possa trattarsi di contravvenzioni prese con la propria autovettura, «anche perché - precisa - io faccio oltre 150mila chilometri ogni anno per attività politiche e la Margherita, mettendomi a disposizione l'auto, ha contribuito a questa attività fatta per conto del Pd. Tant'è che gli ausiliari di pubblica sicurezza che mi accompagnano sono dipendenti del Partito Democratico».

E altre spese su:
alcune fatture relative al 2009. A che cosa sono serviti i 48.300 euro pagati in tre volte alla ditta «F.lli Chiesa» che si occupa di rifacimento del manto stradale? E che cosa hanno affidato nel 2010 all'azienda «Cianfrocca» specializzata in traslochi che ha ricevuto due volte 24mila euro e una volta ben 87mila e 300 euro? A questi interrogativi dovranno rispondere i finanzieri, ma anche gli analisti della Banca d'Italia che stanno esaminando per conto dei magistrati tutte le spese saldate con assegni e bonifici



vignetta di Edoardo Baraldi 
ReteLibera
00martedì 29 maggio 2012 13:45

La Finocchiaro (Pd) beccata mentre va a fare la spesa con la scorta!

 
 

 
 
 
La Senatrice del Pd, Anna Finocchiaro immortalata all'Ikea tra pentole e buste della spesa,accompagnata dalla scorta che spinge il carrello ...

E poi si stupiscono della tensione sociale? a mio avviso dovreste ringraziare che la maggior parte degli Italiani sono persone perbene ... ma di questo passo, la corda si spezzerà ... poi vallo a spiegare al muratore disoccupato, con un mutuo da pagare e 2 figli da sfamare, che prendere a mazzate chi li sfrutta, voi lo chiamate "terrorismo" ...



AGGIORNAMENTO: dopo le polemiche (la notizia ha fatto velocemente il giro del web), questa è stata la risposta di Anna Finocchiaro tramite il suo profilo twitter ...



Ma un dubbio persiste nella mia mente ... per quale motivo Anna Finocchiaro dovrebbe avere la scorta (tanto più pagata dai cittadini)?






Via Libero
ReteLibera
00martedì 12 giugno 2012 16:15

Pd, ma quando ve ne andate?

 

 
 

Lo statuto interno del Partito Democratico prevede che dopo il terzo mandato, qualunque sia il ruolo e il nome, non si possa più esser candidati per il partito, ne a livello nazionale ne Europeo ...

 Art. 22 comma 2 dello Statuto del Patito Democratico:

Non è ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati.



Ecco, ma quando ve ne andate? e non dico di rispettare le leggi Italiane (sarebbe troppo lo sò), ma almeno il vostro stesso Statuto, ce la fate o no?




Camera dei Deputati:


Sette legislature

Massimo D'Alema, Livia Turco.


Sei legislature

Walter Veltroni.


Cinque legislature

Rosi Bindi, Pierluigi Castagnetti, Piero Fassino, Giovanna Melandri, A.Soro.


Quattro legislature

S.Amici, G. Bressa, L. Duilio, G. Fioroni, A. Luongo, A. Maran, C.Marini, G. Merlo, A.M.L. Parisi, M.Pepe, G.Servodio, A. Sesa, U. Sposetti, M.Ventura .


Tre legislature

G. Albonetti, P. Bersani, O. D'Antona, S. D'Antoni, A. Fluvi, D. Franceschini, P. S. Gentiloni, R. Giachetti, A. Giacomelli, E. Letta, A. Lulli, R. Mariani, A. Martella, M.P. Meta, M. Migliavacca, M. Minniti, C. Motta, R. Nannicini, E. Quartiani, N. N.Oliverio, L. Pistelli, B. Pollastrini, E. Realacci, A. Rugghia 3 legislature B. M. Salvino, G. Santagata, M. Sereni, I. Tino, W. Tocci, R. Zaccaria, M. Zunino .



Senato della Repubblica:


Otto legislature

Emma Bonino .


Sette legislature

Anna Finocchiaro .


Sei legislature

Franco Marini, M.Serafini.


Cinque legislature 

Giuseppe Lumia, Enrico Morando .


Quattro legislature

M. Agostini, E. Bianco, Antonio Cabras, F.Chiaramonte, M.P. Garavaglia, Marco Follini, Paolo Giarretta, T.Treu .


Tre legislature


E. Baio, V. Chiti, M. Fistarol, V. Franco, C. Garraffa, M. Gasbarri, N. Latorre, G. Legnini, M. Magistrelli, M. M. Marino, M. Riccardo, A. Papania, R. Pinotti, N. Rossi, A. Rusconi, A. Soliani, G. Tonini, W.Vitali, L. Zanda, Sergio Zavoli, D. Mazzucconi .





Elenco via l'Espresso
ReteLibera
00lunedì 25 giugno 2012 14:09

LUSI: ECCO LE LETTERE DI RUTELLI SUI SOLDI DELLA MARGHERITA

Giugno 25th, 2012 admin

LE INDAGINI SULL’EX TESORIERE: SPUNTA UN APPUNTO CON LE INDICAZIONI PER LA GESTIONE DI 1,5 MILIONI DI EURO… POSSIBILI NUOVI INTERROGATORI PER RUTELLI E BIANCO

Ha sempre sostenuto di non essersi occupato della gestione finanziaria del partito «perché a questo avevamo delegato il tesoriere».
E invece sarebbero proprio i documenti consegnati due giorni fa da Luigi Lusi ai magistrati romani a smentire la tesi di Francesco Rutelli.
Tra le carte depositate durante l’interrogatorio che si è svolto sabato pomeriggio nel carcere di Rebibbia ci sono infatti due lettere, una a mano e una al computer, scritte proprio da Rutelli.
Ed entrambe riguardano la destinazione dei rimborsi elettorali ottenuti dalla Margherita dopo lo scioglimento e la fusione con i Ds nel Partito democratico avvenuta nel 2007. Non solo.
Altri appunti si riferiscono alle somme versate a diversi esponenti del partito, in particolare Enzo Bianco e Matteo Renzi.
«E le indicazioni - ha sostenuto Lusi - arrivavano dal segretario con il quale avevo un confronto costante, anche se spesso riuscivamo a parlarci per non più di dieci minuti». Subito dopo ribadisce che «lui era perfettamente a conoscenza degli investimenti immobiliari, tanto da suggerirmi la creazione di una società estera».

Versione smentita da Rutelli che su questo ha già depositato una querela.
Il confronto a distanza dunque non è terminato, anzi, promette scintille.
Perché da questa mattina cominceranno le verifiche affidate alla Guardia di Finanza e al termine è possibile che Rutelli, ma anche Enzo Bianco e altri leader del partito vengano nuovamente interrogati dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal suo sostituto Stefano Pesci, i titolari dell’indagine avviata nel dicembre dello scorso anno su alcune operazioni bancarie sospette che hanno consentito di scoprire un ammanco di oltre 25 milioni.

Soldi che Lusi è accusato di aver rubato insieme alla moglie, ad altri familiari e a due commercialisti.

Nell’appunto scritto a mano, che Lusi colloca nel 2009 ma senza poter specificare la data precisa, Rutelli parlerebbe della destinazione di un milione e mezzo di euro, di cui almeno 600 mila per la sua corrente.
Soldi che il tesoriere avrebbe dovuto gestire.
Poi rimprovererebbe Lusi per aver restituito al Parlamento europeo alcuni fondi destinati al Pd di Bruxelles di cui il senatore amministrava le finanze.

Anche nell’altra lettera, scritta al computer e datata 10 novembre 2009 si parla di denaro, ma su quale sia l’uso che ne deve essere fatto bisognerà adesso effettuare alcuni accertamenti perché, come sottolineano gli inquirenti, «si tratta di comunicazioni molto sintetiche e non esplicite, dunque si dovrà capire dove sono effettivamente finite le somme».

Molto più dettagliate sono le mail che Lusi spediva a Rutelli, anch’esse consegnate durante l’interrogatorio di fronte al giudice Simonetta D’Alessandro che ha ordinato l’arresto del tesoriere e ha ottenuto il via libera all’esecuzione dall’aula di Palazzo Madama con un voto che non ha precedenti visto che mai prima d’ora era stata autorizzata la cattura di un senatore.
In tutto agli atti sono state allegate una decina di pagine nelle quali il tesoriere fa presente che i «soldi saranno destinati a singole persone» e questo, ha affermato rispondendo alle domande del giudice, «dopo aver preso la decisione di spartire il denaro dei rimborsi per evitare che dopo la fusione finissero nelle casse del Pd».

In particolare c’è una mail nella quale Lusi avrebbe proposto di far confluire i fondi sui conti di «associazioni e fondazioni» cosa che effettivamente è poi avvenuta, almeno in parte.
Ed è proprio quando affronta l’argomento relativo a questa presunta spartizione che Lusi cita Bianco e Renzi.

Secondo il tesoriere la scelta di spartirsi i finanziamenti tra le correnti dei rutelliani e dei popolari risale al 2007.
Un mese fa, durante la sua audizione di fronte alla Giunta del Senato, aveva sostenuto che anche gli investimenti immobiliari rientravano in questa politica di divisione e che lui era di fatto il «fiduciario» dell’operazione.

Ieri ha aggiunto nuovi dettagli, e anche su questo bisognerà adesso cercare eventuali riscontri. Perché Lusi sostiene che quegli acquisti di appartamenti e ville furono «fatti per conto dei rutelliani e decisi ben prima dello scioglimento della Margherita».

La tesi - che è accusato di aver rubato circa 25 milioni di euro al partito una parte dei quali utilizzati proprio per comprare lussuose proprietà al centro di Roma e in campagna, ma anche per ristrutturare appartamenti che già possedeva in Abruzzo - è che «fu Rutelli ad autorizzare quegli acquisiti consigliandomi anche di utilizzare una società estera, visto che mia moglie è canadese».

L’interessato ha smentito parlando di «bufale pronunciate da un ladro», ma ora Lusi aggiunge un nuovo dettaglio: «Accadde prima del 2007», dunque quando la Margherita era ancora un partito autonomo e Rutelli era vicepresidente del Consiglio con il governo guidato a Romano Prodi.

L’ennesima bordata in una guerra che appare senza fine.


Fiorenza Sarzanini
(da “Il Corriere della Sera”)

ReteLibera
00venerdì 24 maggio 2013 14:27

L’affaire Sesto, Penati incassa e porta a casa


 
Storie di ordinario doppiopesismo. Ci si scandalizza, spesso a ragione, per le leggi ad personam del Berlusca ma si fa finta di niente quando certi favoritismi toccano gli amici o gli affiliati di una certa parte politica. E certe cose non riguardano solo i fatti odierni ma anche del passato.

Basti pensare a Craxi, colpevole, ma non meno dei cugini della sponda opposta. Solo che il leader socialista è stato crocifisso e condannato in contumacia mentre gli altri “ladroni” sono ancora a far politica.

Che il Cavaliere non sia il rappresentante della purezza questo lo sanno pure i sordi. Troppi fatti a dir poco in odore di reato. Sono 20 anni che va avanti questa storiella (in parte vera) delle procure rosse, spesso utilizzata per continuare a stare a galla senza fare quasi niente per il bene del Paese. Forse sarebbe il caso di mettersi davvero da parte. Ma che nell’altra sponda si continui a passare per santi e navigatori questo è altrettanto inaccettabile.

Tanto per fare i nomi, veniamo al caso Penati. Per i presunti reati di concussione, corruzione e utilizzo delle tangenti al fine di garantire al suo partito un flusso di denaro in grado di sostenerlo, non sapremo mai come sono andate le cose. La procura di Monza ha infatti ritenuto prescritto il reato, in base al pacchetto anticorruzione approvato dal governo Monti. E guarda caso sostenuto da Pd e Pdl. L’ex presidente della Provincia di Milano, dunque, non potrà rispondere dei reati contestati, in quanto prescritti.

Che fortuna!

O anche sfortuna, visto che lo stesso Penati ha deciso di ricorrere in Cassazione per rinunciare a questo vantaggio caduto dal cielo.

Insomma, l’ex braccio destro di Bersani non è affatto contento che le cose si siano messe così bene per lui, perché intende dimostrare la sua buona fede e di non aver mai preso alcuna tangente. Glielo auguriamo. Eppure i suoi grandi accusatori dicono il contrario. Secondo la loro versione una valanga di milioni, circa 4 miliardi, sarebbe finita a disposizione dell’esponente di primo piano dell’ex Pci-Pds-Ds-Pd. Dove sono finiti questi soldi?

Probabilmente non lo sapremo mai, anche se Penati mostra il petto e l’orgoglio. Di tutta la cosiddetta vicenda delle tangenti di Sesto due sono le cose: o gli accusatori mentono o Penati mente.

Da qui non se ne esce. Anzi, se ne esce per via dell’avvenuta prescrizione. Sul sistema Sesto cadrà dunque il silenzio. Ancora una volta il partito sarà salvo.

Ovviamente Penati vuole la piena assoluzione, anche per spazzare via quelle ombre sull’affaire Sesto. E quindi via libera al ricorso in Cassazione contro la prescrizione del reato deciso dalla procura di Monza. Staremo a vedere come finirà la vicenda.

Stando ai fatti non crediamo che dall’affaire di Sesto si possa cavare un ragno dal buco. C’è anche da sottolineare l’ambivalente comportamento dell’ex presidente della Provincia milanese. Per mesi aveva detto di volersi difendere nel processo, solo che nelle due udienze non s’è mai presentato. In compenso la prescrizione quantunque lo abbia fatto arrabbiare lo ha anche sollevato da problematiche non indifferenti. Vuoi mettere trovarsi dinanzi al pm che ti chiede dove sono finite le tangenti prese?

E dinanzi hai pure una Corte che probabilmente coglie anche gli aspetti emotivi che lasciano trasparire una presunta colpevolezza. Sicuramente su Berlusconi basta guardarlo in faccia per capire che è un bugiardo mentitore ma la questione Ruby non può assolutamente essere paragonata al presunto affaire Sesto.

Vero che Berlusconi fugge dai processi ma anche l’angelico Penati fa altrettanto.

Ma benedetto braccio destro di Bersani non avevi promesso a tutto il Paese che ti saresti difeso nel processo?

E poi vorreste pure fare la morale agli altri…


http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21056

ReteLibera
00sabato 22 giugno 2013 18:08

TRAVAGLIO AL PD:

"O SIETE COGLIONI O SIETE COMPLICI"


Il giornalista del Fatto pone alcune domande al PD. Poi la sua conclusione

 


Marco Travaglio, nel suo editoriale di oggi sul Fatto Quotidiano, pone alcune "inquietanti" domande al PD. Ne riportiamo un estratto: 



Perciò le domande da porre al Pd sono altre.
 

Perché nel '94 avete "garantito a B. e Letta che non gli sarebbero state toccate le televisioni" (Violan - te dixit)?

Perché per cinque legislature avete sempre votato per l'eleggibilità di B., ineleggibile in base alla legge 361/1957?

Perché nel '96 D'Alema andò a Mediaset a definirla "una grande risorsa del Paese"?

Perché nel '96 avete resuscitato lo sconfitto B. promuovendolo a padre costituente per riformare la Costituzione e la giustizia?

Perché nel 1996-2001 e nel 2006-2008 non avete fatto la legge sul conflitto d'interessi?

Perché avete demonizzato i Girotondi, accusandoli di fare il gioco di B.?

Perché non avete spento Rete4, priva di concessione, passando le frequenze a Europa7 che la concessione l'aveva vinta?

Perché nel 1996-2001 avete depenalizzato l'abuso d'ufficio, abolito l'ergastolo, depotenziato i pentiti, chiuso le supercarceri del 41-bis a Pianosa e Asinara?

Perché, negli otto anni in cui avete governato da soli, non avete mai cancellato una sola legge vergogna di B.?

Perché le vostre assenze hanno garantito l'approvazione di molte leggi vergogna, dallo scudo fiscale in giù, che non sarebbero passate a causa delle assenze nel centrodestra?

Perché nel 1999 una parte di voi salvò Dell'Utri dall'arresto?

Perché nel 2006 i dalemiani chiesero a Confalonieri, Dell'Utri e Letta i voti per D'Alema al Quirinale?

Perché nel 2006 faceste un indulto esteso ai reati di corruzione, finanziari, fiscali e al voto di scambio politico-mafioso?

Perché nel 1998 e nel 2008 avete affossato i due governi Prodi?

Perché nel 2011, anziché mandarci a votare, avete scelto di governare con B., salvandolo da sicura sconfitta, all'ombra di Monti?

Perché preferite accordarvi al buio con B. per Marini, D'Alema, Amato sul Colle, anziché scegliere Rodotà e dialogare con i 5Stelle per il nuovo governo, come vi chiedono i vostri elettori?

Tante domande, una sola risposta: o siete coglioni, o siete complici. Tertium non datur. 



ReteLibera
00lunedì 9 settembre 2013 13:38

E li consideravano comunisti

In quanto tali, in quanto cioè comunisti-DOC, andavano a piedi, o in treno, oppure, ma solo i più benestanti, in motocicletta. Oggi, a conferma del fatto che si sono messi a far politica per non aver più le pezze al culo e per potersi permettere almeno un paio di calzoni nuovi, se ne vanno in giro non più a piedi, non più in bicicletta, non più i motocicletta, o, i pochi privilegiati fra loro, in utilitaria, bensì… in barca!

A suggello dell’avvenuto passaggio da “nemici (a chiacchere) dei padroni” a padroni essi stessi.Piero Fassino, l’attuale sindaco del capoluogo piemontese, noto all’epoca, dagli operai in sciopero della FIAT come “Fassino il cretino”, per via dell’abitudine di sfondare i picchetti rimediando la classica scarica di botte riservata ai crumiri più imbecilli, oggi che fa parte della nomenklatura dell’ex-PCI si può finalmente permettere di “veleggiare su una delle barche a vela più lunghe del mondo, una meraviglia di quaranta metri che si chiama Electa, insieme al potente banchiere Giovanni Bazoli, boss di Banca Intesa-San Paolo” (Il Fatto Quotidiano del 25 agosto).

Prima di lui, sempre in una barca a vela era stato segnalato il “compagno” Massimo D’Alema, il boia stragista servo della NATO e degli yankees.

Da parte loro, i deputati che fanno riferimento a Renzi (un ex-DC, è vero, ma dello stesso partito degli ex-picisti) se la prendono con il gioco di Monopoli, “colpevole di celebrare la finanza di rapina” (perché, esiste forse una finanza che non sia di rapina?!), nonostante il loro leader, dai finanzieri, si facesse ospitare a cena a casa-Berlusconi.

E’ vero: i tempi sono cambiati. Eppure non è questo il problema: il vero problema è che sono cambiati “loro”. Che prima stavano con il Brecht del crimine di fondare una banca; oggi con chi, le banche, le dirige. Magari da una delle barche a vela più lunghe del mondo

E.C.

http://www.ilbuio.org

ReteLibera
00lunedì 30 settembre 2013 18:50

CHI UMILIA VERAMENTE L'ITALIA

 
 
 Eh no,caro presidente pizzinaro,troppo comodo cercare di nascondersi dietro la foglia di fico Pdl....!

Chi umilia veramente l'Italia è un premier che è trattato come l'ultimo cameriere degli usurai e che non ha nemmeno il coraggio di chiedere lo sforamento del deficit,come diversi suoi colleghi....patetico e solerte esecutore dei diktats dei suoi padroni usurai....

chi umilia veramente l'Italia.
è un premier che nulla ha fatto per alleviare la crisi del paese,nessuna riforma promessa,solo annunci e rimandi e che da mesi mente agli italiani sui conti e su tutto il resto.....

chi umilia veramente....
è un premier che ha detto di voler morire per Maastricht e vuol trascinare in questa sua follia pure gli italiani,...

chi umilia veramente....è un premier che consente sconti pecuniari ai politici ladri e al gioco d'azzardo,mentre impone ulteriori tasse alla popolazione......

chi umilia veramente... è la incapacità di un premier di fare una nuova legge elettorale promessa....

chi umilia veramente.... è un premier membro del Bilderberg ,della Trilateral e che va a New York per completare la svendita del Paese ai suoi amici del club,svendita suo tempo iniziata dai suoi scellerati maestri....

chi umilia veramente...
è un premier inutile e immobile che tira a campare,come a suo tempo detto dal Financial Times......

chi umilia veramente.... è un premier megalomane che dice: "Questo governo sta cambiando il paese"...,,pare non se ne sia accorto nessuno.....se non in peggio...


Letta: una vergogna italiana


Intervista rilasciata a Valentina Conte, pubblicata su la Repubblica lunedì 11 luglio 2011

"Il Pd si candida ad essere il country party, il partito dell’Italia.
E per farlo costruiamo un’opposizione alla Prodi-Ciampi, in termini di rigore e salvezza del Paese......E, certo, i mercati hanno capito che si tratta di una manovra da governo Leone, da esecutivo balneare, da aumenti della benzina. Si raccattano soldi un po’ ovunque. 

Al contrario, è arrivato il momento di cominciare a parlare di privatizzazioni. Penso a Poste, Ferrovie, Eni, Enel, Finmeccanica e alle 20 mila aziende partecipate degli enti locali. .....

Siamo agli sgoccioli. Berlusconi è alla fine. E a noi interessa salvare il Paese.....

Toccare le pensioni solo dopo aver tagliato i vitalizi dei parlamentari.....stiamo preparando delle proposte per rimettere in piedi la politica industriale»

Questo è il vero Letta,mentitore e sguattero degli usurai...si è visto come lui e il Pd salvano il Paese...!!!

il country party....buona questa...forse alludeva al Country Club....opposizione Prodi-Ciampi....dracula all'Avis....c'è ancora bisogno di esempi per definire quale ominicchio sia il nipotino...


Maggio 2013 - Telegraph :..Mercoledì ha promesso (Letta) di condurre la lotta contro l’austerità in Europa.

Chi se ne è accorto? Una barzelletta....


Financial Times (2013): "La nuova strategia europea di austerità morbida, di cui Enrico Letta appare oggi l’alfiere, è più che altro un’operazione cosmetica.....il principale cambiamento non sarà la politica in sé, ma il modo in cui viene venduta.

Un buon esempio della nuova strategia basata sulle pubbliche relazioni è venuto dal discorso della scorsa settimana di Enrico Letta, il nuovo primo ministro italiano.

Ha inveito contro l’austerità, ma allo stesso tempo ha sottolineato il suo impegno per rispettare gli obiettivi di bilancio dell’Italia, come se le due cose fossero in qualche modo non correlate.

Metodo vaselina e menzogne....e imbonimenti da fiera sul principio di contraddizione...

giugno 2013.  Letta," non ho messo nuove tasse"

E le accise sulla benzina,la tassa sulla sigarette elettroniche, gli aumenti delle bollette,dei bolli,dell'iva sui gadget a supporto dei cartacei (aumento libri testo scolastici...visto i supporti acclusi) e l'aumento di un punto dell'anticipo Ires e Irpef  di novembre?
Ancora balle,sempre balle,fortissimamente balle..!


E' lui la vera vergogna, Letta Enrico......prima se ne va e meglio è per tutti....!!!




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