Un altra denuncia per il Vaticano: “ha coperto i preti pedofili”

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ReteLibera
00domenica 18 settembre 2011 15:30

Un altra denuncia per il Vaticano: “ha coperto i preti pedofili”

Dopo la denuncia per crimini contro l’umanità ora il Papa si deve preoccupare di un altro procedimento causato dalle violenze sessuali dei preti.

In Belgio le associazioni delle vittime dei sacerdoti cattolici pedofili hanno querelato la Conferenza episcopale belga e la Santa Sede per aver coperto i numerosi casi di violenza verificatasi. La querela è stata presentata al tribunale di Gand.

(..) Oltre al Vaticano è stata denunciata la Conferenza episcopale belga, allo scopo di chiarire quale siano state le loro responsabilità su questo scandalo. La denuncia era stata annunciata già a luglio, ed è ora stata presentata al tribunale di Gand. Le vittime chiedono inoltre un cospicuo risarcimento in denaro per le violenze subite durante la loro infanzia ed adolescenza. La Chiesa cattolica belga si era detta disponibile a pagare, ma finora nessun accordo era stato trovato.(Giornalettismo)


Premesso che il tribunale di Gand non ha competenza su casi del genere, quindi la denuncia non ha valore giuridico, resta comunque un atto importante e lancia un messaggio forte (è laseconda denuncia in poche settimane al Papa e al Vaticano) … il silenzio è stato “rotto” … chi ha commesso o coperto atti così ignobili non deve scamparla!

Va punito rendendo giustizia alle vittime!



Vedi anche:

- Papa Benedetto XVI denunciato alla Corte dell’Aja per aver “protetto i pedofili”

ReteLibera
00domenica 9 ottobre 2011 13:40

Pedofilia clericale

Seminari, ipotesi di reato?

di Giovanni Avena



È molto improbabile, forse impossibile, che la Corte penale internazionale dell’Aia possa prendere in considerazione la denuncia di un gruppo di associazioni di vittime di preti pedofili contro Ratzinger e i cardinali Bertone e Sodano.

Il Papa, sovrano di Stato, e i suoi Primi ministri, Sodano e Bertone in successione, da un lato godono di infinite protezioni giuridiche internazionali, dall’altro si arrogano il diritto di poter essere giudicati, chissà quando, solo da Dio. Ma se un Dio esiste, certamente non è quello di cui si è servito il potere ecclesiastico, lungo i secoli, per opprimere una gran parte di umanità con dogmi e leggi che con il Dio vero, quello di Gesù Cristo, non hanno nulla a che fare.

È questo Dio, casomai, che giudica e condanna gli attuali gestori dell’organizzazione ecclesiastica per avere nascosto i delitti di pedofilia di preti, probabilmente oggetto essi stessi, negli anni della loro formazione, degli abusi di altri preti, e certamente vittime inconsapevoli delle strutture chiuse e repressive dei seminari, dove hanno trascorso tutta la loro adolescenza.

Non è improprio, né esagerato definire “criminogene” queste strutture, se solo si riuscisse a quantificare quanti delitti e quante vittime a catena hanno prodotto: strutture che la Chiesa ancora tiene in vita e alimenta.


All’Aia Ratzinger non sarà giudicato, né tantomeno condannato. A Berlino sta manifestando comprensione non tanto per le vittime della pedofilia, ma per «quelli che lasciano la Chiesa per la pedofilia del clero». E assicura di «lavorare perché mai più si ripeta».

Non si capisce in cosa consista questo banale “stiamo lavorando” se nei seminari migliaia di adolescenti vengono ancora allevati ed allenati alla repressione dell’affettività e alla negazione del diritto umano all’esercizio della propria sessualità.


Se all’Aia, o a Berlino ci sarà un giudice che solleverà il tema dell’“ipotesi di reato” per violazione dei diritti dei fanciulli in quelle strutture, si dovrà occupare non solo del Papa, ma anche dei suoi ministri dei dicasteri che tengono in vita quelle strutture dove quei diritti vengono sistematicamente violati. Secondo i dati ufficiali forniti dal Centro Nazionale Vocazioni della Cei, in Italia ci sono un centinaio di seminari dove a più di tremila ragazzi (con un aumento dal 2009 al 2010 del 3,9%), viene imposta un’educazione che vieta di vivere secondo natura la propria sessualità.

Lo Stato ha il dovere di intervenire perché a questi ragazzi, cittadini italiani, venga assicurata una completa formazione culturale e umana che non prescinda dall’educazione all’esercizio della sessualità.

Ove questo non avvenga potrà un giudice sollevare l’”ipotesi di reato”?

O anche questa materia, insieme ai privilegi finanziari, è sottoposta ai vincoli del Concordato?


I vescovi Usa, dove i delitti di pedofilia del clero hanno raggiunto cifre da capogiro e risarcimenti da bancarotta, attraverso una commissione da essi stessi istituita, hanno riconosciuto che «ai seminaristi è negato un normale sviluppo psicologico, fatto che può spiegare come alcuni abbiano cercato la compagnia di adolescenti». E la stessa commissione ha rilevato che «questo fenomeno è la causa dell’incidenza degli abusi sessuali».


Le associazioni di vittime di preti pedofili farebbero meglio a chiedere al giudice dell’Aia (di Berlino, di Strasburgo o di Roma), di perseguire il capo della Chiesa cattolica e i suoi ministri non per il reato difficilmente dimostrabile di protezione dei preti pedofili, ma per il reato consumato continuativamente nelle strutture di “educazione” che generano e continueranno a generare il dramma umano dei preti pedofili e il concatenarsi dei delitti di pedofilia nell’ambito ecclesiastico.

Si troverà un giudice?




 

ReteLibera
00mercoledì 12 ottobre 2011 14:59
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