Cosa si nasconde dietro il proselitismo religioso?
Qual è la vera faccia della evangelizzazione missionaria?
Chi ha mai osato mettere in discussione il rigoglioso fiorire d'opere di propaganda religiosa,dopo essersi bevuto la falsa giustificazione di un aiuto caritatevole a popolazioni indigenti e incapaci di risollevarsi da sé?
La missione ha due facce. E' uno scudo che raffigura sulla sua parte anteriore i volti dei mille e più bambini imploranti pane e solidarietà, confortati solo dalla carezza di un missionario, e sulla sua parte posteriore, quella nascosta, la cupola d'oro di una grande Chiesa, che cela e protegge gli interessi e le mire egemoniche della milizia cattolica.
Ciononostante credo che il punto sia, forse, un altro. C'è un ricatto di base nelle opere missionarie, ed è su questo aspetto che tutti gli organi d'informazione dovrebbero soffermarsi. E' il ricatto della fede. Ossia, quelli che l'opinione pubblica vede come benefattori dell'umanità, soccorritori degli infelici e degli infermi, coloro che il mondo vede come costruttori d'opere di bene comune, ospedali, scuole, istituti di formazione, infrastrutture pubbliche, la mano che aiuta il mondo povero e disagiato, nascondono un asso nella manica, visibile a pochi, purtroppo. E' l'asso, appunto, dell'evangelizzazione.
E' come se dicessero: portiamo cure e sviluppo in cambio di una conversione. Ti costruiamo il pronto soccorso e la nostra croce, ma bada di ringraziare e accogliere chi ti salva nel fisico e magari anche nell'anima. Realizziamo la scuola e la nostra Bibbia, affinché tu possa sì istruirti, ma secondo i nostri dogmi.
Vuoi l'acqua? Caricati della nostra Croce.
Vuoi medicine? Le avrai declamando le nostre preghiere.
Vuoi pane? Ricorda che te lo dà la nostra Santa Madre Chiesa.
Questo è il ricatto della fede.
Le opere missionarie non hanno mai carattere gratuito e disinteressato, lo affermano gli stessi interessati quando parlano dell'urgenza dell'evangelizzazione. E guarda caso la propaganda della fede cattolica avviene sempre in luoghi disastrati e pieni di miseria, luoghi dove il primo bisogno non è certo quello religioso, ma quello esclusivamente economico e sociale. Non si è mai visto di missionari nel Principato di Monaco, o in Svizzera, o che so nella Repubblica di San Marino.
Chissà perché li troviamo sempre dove di spiritualità ce n'è anche in abbondanza, e dove manca, invece, ogni necessità primaria. E' tutto molto semplice: "do ut des".
Non si riflette mai sulla disgrazia che cade fra capo e collo di quei poveri disperati, disposti anche a rinnegare millenni di credenze ancestrali, pur di sopravvivere degnamente. Popoli abituati da sempre ad andare in giro nudi e scalzi, vengono calzati e vestiti all'occidentale, per coprire presunte vergogne di uomini e donne senza pudore. Ma quale missione, è quella che sradica e cancella, che copre e giudica, che trae alimento dal sottosviluppo?
Meditate gente, meditate ...