(© Ansa) L'imprenditore veneto Stefano Bonet, indagato per riciclaggio.
Stefano Bonet, chi è costui? Per i militanti leghisti l'affarista veneto chiamato «lo shampato» nelle intercettazioni, indagato come l'ex tesoriere Francesco Belsito per appropriazione indebita e truffa, è uno sconosciuto.
Eppure, a parte che per la Porsche Panamera da 140 mila euro inizialmente di sua proprietà finita in pagamento per un'intermediazione al cassiere del Carroccio, proprio Bonet avrebbe avuto una parte importante in una delle operazioni più discusse: il famoso 'affaire Tanzania-Cipro'. Sarebbe stato proprio il 46enne residente a San Donà di Piave (Venezia), a realizzare gli investimenti in Tanzania col denaro della Lega, soldi mai contabilizzati dal tesoriere Belsito.
DA BELSITO AL VATICANO. Insomma, per la base leghista un 'signor nessuno', bravo però a far girare denaro. Un 'casellante' che faceva affari con Belsito ma anche con il Vaticano, con gli investitori dei capitali della cosca De Stefano, 'ndrangheta di Archi, Reggio Calabria. Spesso queste sue attività si chiamano riciclaggio.
E Bonet ne è consapevole: «Se cominci a domandare alla banca», ha detto al telefono alla sua collaboratrice Nadia «che cazz.. è successo st'operazione qua, dice abbiamo rilevato un reato di riciclaggio e abbiamo sospeso l’operazione...capito?».
Uomo dai mille tentacoli: Fincantieri, Finmeccanica, Siram, Grandi Navi Veloci
Finmeccanica
Il 46enne veneto ufficialmente è un consulente aziendale e amministra diverse società e ha rapporti con le aziende più importanti: Fincantieri, Finmeccanica, Siram, Grandi Navi Veloci.
Vanta conoscenze come il Pdl Aldo Brancher e (ovvio), l'ex tesoriere Belsito. Sono loro due gli autori delle operazioni di investimentodi 7 milioni di euro in Tanzania,Cipro e Norvegia.
Brilla soprattutto - scrive La Stampa - il rapporto col Vaticano, attraverso don Pino Esposito, calabrese dalle mille conoscenze che, infatti, gli ha presentato l'arcivescovo polacco Zygmunt Zimoswki, responsabile del Pontificio Consiglio degli operatori delle strutture sanitarie del Vaticano.
123 MILA CLINICHE SOTTO LA SANTA SEDE. Piccolo promemoria: la Siram è una società con cui lavora la Polare di Bonet che gestisce 770 strutture sanitarie, pubbliche e private.
Bonet al telefono con un interlocutore: «Centoventitremila cliniche nel mondo sono sotto il controllo del Vaticano che oggi non controlla niente e ci dice: 'Facci l'Osservatorio sull'innovazione', e da domani parte l'Osservatorio sull'innovazione delle cliniche vaticane. Centoventitremila nel mondo, mi spiego?».
UN GIRO STRANO DI DENARO. Importante l'episodio che viene accennato nell'informativa del Noe dei carabinieri. Sempre secondo La Stampa, don Pino Esposito ha chiesto denaro a Bonet per sanare suoi debiti. «Bonet fa riferimento all'operazione che sta procurando a don Pino. Parlano di marchi per la Macedonia, e dice che non deve essere confusa con l'altra attività che sempre don Pino sta svolgendo con le Fondazioni. C'è un'attività d'intermediazione che va pagata, poi eventualmente c'è anche un riconoscimento al sistema».
Il brogliaccio degli investigatori prosegue con una citazione del sacerdote: «È quella mediazione che miserve per... che ti avevo chiesto. Bonet afferma che è una cosa giusta e don Pino replica che uno si deve assicurare le sopravvivenza».
«Partiti tutti per Cracovia per operazioni immobiliari ben definite»
La cupola di San Pietro in Vaticano.
Gli affari sono affari. Anche per il Vaticano. «Sono tutti partiti, il 26 febbraio 2012 da Roma per Cracovia, e hanno fatto ritorno il mercoledì 29 febbraio per l'operazione tra Polare e le strutture sanitarie del Vaticano, di cui Zimoswki è il responsabile. Oltre a operazioni immobiliari non ben definite».
IL DOSSIER DI BONET. Ma visto che il Vaticano è in rapporti con la Polare, quando esplode lo scandalo degli investimenti milionari in Tanzania, c'è bisogno di capire. E dunque Bonet ha preparato - si legge suLa Stampa - «un dossier completo con tutto quello che si dice su di loro». Il dossier, spiega Bonet, serve «perché è stato richiesto dal Vaticano con cui collabora, in modo da poter capire esattamente chi sono».
A proposito dei rapporti di Bonet con Brancher, l'informativa dice: «Bonet parla al telefono con Brancher, di un intreccio da svelare proprio sulla vicenda degli investimenti fatti da Belsito e la Tanzania e che lui ha molte informazioni che si possono dare sulla vicenda, lasciando intendere che sia stata un'operazione voluta e fatta da Belsito e che lui è stato usato».
150 MILA EURO PER LA FESTA AL GARDA. Gli investigatori del Noe si sono soffermati anche su un incontro ravvicinato,che sarebbe avvenuto l'8 febbraio scorso, tra Brancher e il tesoriere della Lega, Francesco Belsito. L'incontro è avvenuto nella Galleria Sordi, a Roma. «A riguarda Belsito aveva riferito a Nadia Dagrada (l'amministratrice del Carroccio, ndr), tra lealtre cose, che Bonet ha dato a Brancher 150 mila euro per la 'festa del Garda'».
Venerdì, 06 Aprile 2012