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chiesa e religione : THE RATZINGER REPORT - La lista si allunga

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2012 16:30
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chiesa e religione
 : THE RATZINGER REPORT - La lista si allunga



Se c'è una specialità nella quale il Vaticano non verrà mai battuto da nessuno, è sicuramente quella di rendere celebre ciò che più di ogni altra cosa vorrebbero tenere nascosto.

E' il caso recente di Sister Farley, una teologa cattolica che ha scritto un libro intitolato "Just Love: A Framework for Christian Sexual Ethics" (Semplicemente amore: un inquadramento dell'etica sessuale cristiana). Pubblicato senza rumore nel 2006, il libro galleggiava tranquillamente al 142.000° posto nelle vendite di Amazon, e nessuno sapeva che esistesse. Ma quando il Vaticano ha deciso, la scorsa settimana, di metterlo ufficialmente all'indice "per i contenuti non confacenti alla dottrina cristiana", è schizzato in poche ore al 16° posto nelle vendite. 

Commosso, l'editore ringrazia. 

Ora che tutte le maggiori testate americane ne hanno parlato, persino chi si interessa raramente di questioni religiose è venuto a conoscenza di questo ennesimo atto di presunzione da parte di un Papa che ha sempre gestito - e continua a gestire - la Sacra Congrega della Fede come se fossimo ancora ai tempi dell'Inquisizione. Per questo motivo, ci è sembrato utile tornare a pubblicare uno dei primissimi articoli su Joseph Ratzinger, scritto subito dopo la sua elezione a pontefice della Chiesa romana.

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The Ratzinger Report

"Un pubblico peccatore fu scomunicato e gli fu proibito di entrare in chiesa. Egli andò a lamentarsi con Dio. «Non mi fanno entrare, Signore, perché sono un peccatore». «Di che ti lamenti? - disse Dio - Non lasciano entrare neanche me!»" (Padre Anthony de Mello, minacciato di scomunica e messo all'indice da Ratzinger).

I nomi Ivone Gebara, Tissa Balasuriya, Hans Kung, Jacques Gaillot, Charles Curran, Leonardo Boff, Bernhard Haering, vi dicono qualcosa? Molto probabilmente no, ed il motivo c'è: sono nomi - di prelati, vescovi, studiosi, suore, teologi - che il cardinale Ratzinger, nei suoi lunghi anni al vertice della Congrega per la Dottrina della Fede, ha voluto far cadere nel silenzio dell'oblio. Sono i pericolosi, gli eretici, gli scomunicandi più scomodi dei tempi più recenti, ... 

... che vanno ad aggiungersi alla lunghissima lista di nomi iniziata con il vescovo Ario, "scomunicato" dalla nascente Chiesa di Roma nel terzo secolo dopo Cristo, e che è giunta a noi carica di tutti i Bogomili, gli Albigesi ed i Giordano Bruno di ogni epoca storica.

Oggi non li mandano più al rogo, ma la ferita morale, per gente profondamente identificata con la propria missione come loro, brucia altrettanto. Il più importante di tutti, storicamente almeno, è il francescano Leonardo Boff, uno dei fondatori della cosiddetta "Teologia della Liberazione", il movimento social-religioso che ebbe la pretesa, nel Sudamerica dei dittatori degli anni 70/80. di riportare la Chiesa dalla parte della gente. Boff fu "silenziato" da Ratzinger senza troppi giri di parole, e fu obbligato a ritirarsi in un monastero, dal quale ha rilasciato soltanto più qualche intervista isolata. (In una di queste riuscì a suggerire che il vero eretico, in casa cattolica, fosse proprio Ratzinger).

Sempre con forti connotazioni sociali, improntate inoltre al femminismo rampante di quegli anni, fu il messaggio di Ivone Gebara, la suora brasiliana che Ratzinger obbligò a soggiornare a Roma per due anni, affinchè "purificasse" il suo pensiero cristiano inquinato di eresia latino-americana.

Oltre ai teologi della liberazione, le vittime più illustri di Ratzinger si possono dividere in due gruppi: quelli che hanno osato suggerire un diritto da parte dei cattolici nel mondo di contestare certe decisioni prese da Roma, e quelli che hanno voluto allargare, soprattutto in Oriente, il concetto di spiritualità cristiana fino ad includere anche altre religioni. Non si può non notare come ambedue le tendenze avrebbero signifcato per Roma una decisa perdita di potere su scala globale.

Nel primo gruppo di eretici, il teologo tedesco Hans Kung propose di rivedere il principio di infallibiltà papale, stabilito da Leone XIII a fine '800 [prima i papi era fallibili?], ma si scontrò con l'infallibilità, appunto, di Ratzinger, il quale gli fece togliere la cattedra in teologia all'università di Tubinga. 

L'americano Charles Curran fece una fine molto simile, per aver dato voce al dissenso - mai sopito, in realtà - del clero americano verso le posizioni di Roma sulla contraccezione e sul diritto a risposarsi dei cristiani divorziati.

Bernard Hearing, uno dei più grandi teologi del secolo scorso, finì dimenticato da tutti dopo che Roma gli chiese "ufficialmente" di non esprimere più il suo dissenso sulla posizione ufficiale della Chiesa, in delicate questioni di magistero ecclesiastico.

Jaques Gaillot, vescovo di Evreux, fu destituito nel '95 per aver espresso posizioni troppo favorevoli ad una più libera sessualità dei cristiani.

Karl Lehmann, vescovo di Magonza, provò a sostenere il diritto delle persone divorziate a risposarsi, ma si scontrò contro il doppio muro di cemento Woytila-Ratzinger.

L'intera Conferenza Episcopale austriaca provò, nel '96, a spezzare una lancia in favore di una scelta popolare dei vescovi (elezioni), dell'accesso al matrimonio per i divorziati, e della possibilità per uomini divorziati di diventare prete. Fu allora lo stesso Woytila che si preoccupò di ricordare ai colleghi austriaci che "nella Chiesa la democrazia non esiste".

Sul fronte teologico le preoccupazioni maggiori per Ratzinger sono giunte dall'Oriente. E' di qualche anno fa la messa all'indice "postuma" dell'intero corpus degli scritti di Anthony de Mello, il gesuita indiano, morto nel 1987, che lottò a lungo con Roma per cercare di gettare un ponte fra il cristianesimo ufficiale e la dimensione spirituale dell'Oriente.

Stesso percorso per il teologo dello Sri-Lanka Tissa Balasuriya, che finì addirittura scomunicato da Ratzinger per aver suggerito che certi elementi dell'insegnamento cristiano, soprattutto riguardanti la figura della Madonna, andassero rivisti secondo categorie filosofiche e culturali più consone alla tradizione orientale. La scomunica fu poi revocata a Balasuriya quando questi, dopo circa un anno, ebbe deciso di "rivedere" profondamente le sue posizioni in merito. (E' curioso come un essere umano possa arrogarsi il diritto di decidere se un altro essere umano può "comunicare con Dio" oppure no).

Questi solo i casi più eclatanti, noti a tutti, della lunga gestione di Ratzinger al timone dell'ex Tribunale dell'Inquisizione, che si è forse rifatto il trucco per stare alla pari coi tempi, ma che non ha mutato assolutamente nulla nella sua più profonda essenza ipocrita, repressiva ed autoritaria - ovvero anti-cristiana per eccellenza.

Se c'è infatti un esempio, fra i mille prelati "rimessi in riga" da Ratzinger in tutti questi anni, che li può sintetizzare tutti, è forse quello del vescovo Raymond Hunthausen di Seattle, il quale fu aspramente redarguito da Roma per il semplice fatto di aver amministrato la comunione a degli omosessuali. Hunthausen doveva infatti essersi scordato che il protetto di Ratzinger, cardinale Law di Boston, può tranquillamente giostrare centinaia di preti pedofili per tutte le parrocchie d'America, ma che l'omosessualità è condannata dalla Bibbia, e quindi il gay va respinto e tenuto lontano ad ogni costo dall'altare di Cristo, anche se non ha mai fatto niente di male a nessuno. Dura lex, sed lex.

Massimo Mazzucco

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