C’è una costante in questo Governo oltre all’indegna politica messa in atto. Sono gli scandali messi a tacere. Per esempio un governo di onestoni a parole, come riporta Il Giornale

Cinque indagati, ma soltanto due si sono dimessi: il sottosegretario Carlo Malinconico, dopo tre mesi (vacanze luxury pagate a sua insaputa) e l’altro sottosegretario, alla Giustizia, Andrea Zoppini, indagato per concorso in frode fiscale e dichiarazione fraudolenta.

L’ultimo caso “strano” riguarda Grilli e la casa ai Parioli comprata a metà del valore di mercato e ad un prezzo più basso del mutuo richiesto dal ministro dell’Economia. L’ombra di un pagamento in nero è più che un sospetto, difficilmente liquidabile con la “macchina del fango”. Ma non è più una notizia, al massimo un trafiletto da pagina 15 in poi

E sulle case non è il primo: ricordate Patroni Griffi in altro appartamento vista Colosseo, come quello più noto di Scajola che però si dimise, comprato a prezzo stracciato (180 mila euro per 109mq), grazie a una sentenza del Consiglio di Stato, di cui all’epoca il ministro era presidente di sezione.

Su Passera, superministro di Monti, è passato lieve come una piuma l’avviso di inizio indagini partito dalla Procura di Biella  per presunti reati fiscali commessi da amministratore di Banca Intesa.

Anche il viceministro Michel Martone (quello dei giovani «sfigati») è finito sotto tiro per un concorso vinto all’Università. Ma per poco. Il sottosegretario alla Salute, Adelfio Elio Cardinale, è finito tra gli indagati della procura di Bari su presunti concorsi truccati, mentre Roberto Cecchi, sottosegretario ai Beni culturali, è sotto indagine della Corte dei conti per un presunto danno erariale.

Il trattamento di favore della stampa per i tecnici ricorda quello dei pm verso la sinistra. Semplicemente vergognoso.