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SILVIO BERLUSCONI

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2013 13:18
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Berlusconi, Silvio

Deputato della Repubblica. Eletto a Milano. Fondatore di Forza Italia. Presidente del Consiglio dei ministri nel 1994 e nel 2001. Il suo nome di compare nelle liste della loggia massonica segreta P2: fascicolo 625, numero di tessera 1816, data di iniziazione 26 gennaio 1978. In un'audizione alla commissione parlamentare sulla P2, Berlusconi ammette di essersi iscritto alla P2 all'inizio del 1978 su invito di Gelli. Conferma la sua iscrizione alla loggia al processo P2, nel novembre 1993.

 Nel settembre 1988, invece, in un processo per diffamazione da lui intentato contro alcuni giornalisti, Berlusconi dichiara al giudice:"Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo che è di poco anteriore allo scandalo". Per questa dichiarazione Berlusconi viene denunciato per falsa testimonianza. Il processo per falsa testimonianza si conclude nel 1990: Berlusconi viene dichiarato colpevole, ma il reato è estinto per intervenuta amnistia

• Berlusconi fu indagato già dal 1983, nell'ambito di un'inchiesta su droga e riciclaggio: la Guardia di finanza aveva posto sotto controllo i suoi telefoni e scritto nel suo rapporto: «è stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane. Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni edilizie e opererebbe sulla Costa Smeralda avvalendosi di società di comodo...». L'indagine non accertò nulla di penalmente rilevante e nel 1991 fu archiviata.

• Berlusconi è stato accusato di aver pagato tangenti a ufficiali della Guardia di finanza, per ammorbidire i controlli fiscali su quattro delle sue società. In primo grado è stato condannato a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate, senza attenuanti generiche. In appello, la Corte concede le attenuanti generiche: così scatta la prescrizione per tre tangenti. Per la quarta (Telepiù), l'assoluzione è concessa con formula dubitativa, secondo il comma 2 art. 530 cpp. La Cassazione, nell'ottobre 2001, conferma le condanne per i coimputati di Berlusconi Berruti, Sciascia, Nanocchio e Capone (dunque le tangenti sono state pagate), ma assolve Berlusconi per non aver commesso il fatto, seppur richiamando l'insufficienza di prove.

• Per 21 miliardi di finanziamenti illeciti a Bettino Craxi, passati attraverso la società estera All Iberian, in primo grado è condannato a 2 anni e 4 mesi. In appello, a causa dei tempi lunghi del processo scatta la prescrizione del reato. La Cassazione conferma.

• Berlusconi è rinviato a giudizio per aver falsificato i bilanci Fininvest (processo All Iberian 2). Il dibattimento, dopo molte lungaggini e schermaglie procedurali, è iniziato presso il Tribunale di Milano. Ma Berlusconi ha cambiato la legge sul falso in bilancio: il processo è stato sospeso. Intanto è scattata anche la prescrizione.

• Berlusconi è stato indagato (anche sulla base di una voluminosa consulenza fornita dalla Kpmg) per la rete di 64 società e conti off shore del gruppo Fininvest (Fininvest Group B) che, secondo l'accusa, ha finanziato operazioni "riservate" (ha scalato societý quotate in Borsa, come Standa e Rinascente, senza informare la Consob; ha aggirato le leggi antimonopolio tv in Italia e in Spagna, acquisendo il controllo di Telepiù e Telecinco; ha pagato tangenti a partiti politici, come la stecca record di 21 miliardi di lire data a Craxi attraverso la societý All Iberian). La rete occulta della Finivest-ombra ha spostato, tra il 1989 e il 1996, fondi neri per almeno 2 mila miliardi di lire. Per questo Berlusconi è stato chiamato a rispondere di falso in bilancio. Ma nel 2002 ha cambiato la legge sul falso in bilancio, trasformando i suoi reati in semplici illeciti sanabili con una contravvenzione e soprattutto riducendo i tempi di prescrizione del reato (erano 7 anni, aumentabili fino a 15; sono diventati 4). CosÏ il giudice per le indagini preliminari nel febbraio 2003 ha chiuso l'inchiesta: negando l'assoluzione, poichè Berlusconi e i suoi coimputati (il fratello Paolo, il cugino Giancarlo Foscale, Adriano Galliani, Fedele Confalonieri) non possono dirsi innocenti; ma decidendo diprosciogliere tutti i 25 imputati, poichè il tempo per il processo, secondo la nuova legge, è scaduto. La procura ricorre in Cassazione, che all'inizio di luglio 2003 applica per la prima volta il "lodo Maccanico", decidendo la sospensione del processo per Berlusconi.

• Berlusconi è stato rinviato a giudizio per aver deciso il versamento in nero di una decina di miliardi dalle casse del Milan a quelle del Torino calcio, per l’acquisto del calciatore Gianfranco Lentini. Il dibattimento di primo grado si è concluso con la dichiarazione che il reato èprescritto, grazie alla nuova legge di Berlusconi sul falso in bilancio.

• Berlusconi è accusato di comportamenti illeciti nelle operazioni d'acquisto della società Medusa cinematografica, per non aver messo a bilancio 10 miliardi. In primo grado è stato condannato a 1 anno e 4 mesi per falso in bilancio. In appello, assoluzione con formula dubitativa, confermata in Cassazione.

• Berlusconi è accusato di appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio per l’acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio. In primo grado è assolto dall'appropriazione indebita e dalla frode fiscale. Per i due falsi in bilancio contestati scatta laprescrizione. In appello è confermata l'assoluzione per i due primi reati; è assolto per uno dei due falsi in bilancio, per il secondo si applica l'amnistia.

• Berlusconi è accusato di aver pagato i giudici di Roma per ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori, che doveva decidere la proprietà della casa editrice. Il giudice dell'udienza preliminare Rosario Lupo ha deciso l'archiviazione del caso, con formula dubitativa. La Procura ha fatto ricorso alla Corte d’appello, che nel giugno 2001 ha deciso: per Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice, e non quello di concorso in corruzione in atti giudiziari; concesse le attenuanti generiche, il reato dunque èprescritto, poiché risale al 1991 e la prescrizione, con le attenuanti genriche, scatta dopo 5 anni. Il giudice ha disposto che restino sotto processo i suoi coimputati Cesare Previti, Giovanni Acampora, Attilio Pacifico e Vittorio Metta.

• Berlusconi è accusato di aver corrotto i giudici durante le operazioni per l'acquisto della Sme. Rinviato a giudizio insieme a Cesare Previti, Renato Squillante e altri. Il processo di primo grado si è celebrato presso il Tribunale di Milano, dopo che la Cassazione ha respinto la richiesta di spostare il processo a Brescia o a Perugia, per legittimo sospetto reintrodotto per legge nell'ottobre 2002. Un'altra legge, il "lodo Maccanico", votata con urgenza nel giugno 2003, impone la sospensione di tutti i processi a cinque alte cariche dello Stato, tra cui il presidente del Consiglio. Ma è stata giudicata incostituzionale dalla Corte costituzionale. Il processo è cosÏ ripreso fino alla sentenza: concesse le attenuenti generiche, il reato è prescritto

• Berlusconi era accusato di aver indotto la Rai, da presidente del Consiglio, a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari, per ammorbidire la concorrenza. La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.

• Berlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti e funzionari del ministero delle Finanze per ridurre l’Iva dal 19 al 4 per cento sulle pay tv e per ottenere rimborsi di favore. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.

• Le procure
 di Caltanissetta e Firenze indagano da molti anni sui «mandanti a volto coperto» delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (a Firenze, Roma e Milano). Le indagini preliminari sull'eventuale ruolo che Berlusconi e Marcello Dell'Utri possono avere avuto in quelle vicende sono state formalmente chiuse con archiviazioni nel 1998 (Firenze) e nel 2002 (Caltanissetta). Continuano però indagini per concorso in strage contro ignoti e i decreti d'archiviazione hanno parole pesanti nei confronti degli ambienti Fininvest.

• La procura di Palermo ha indagato su Berlusconi per mafia: concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco. Nel 1998 l'indagine è stata archiviata per scadenza dei termini massimi concessi per indagare. Indizi sui rapporti di Berlusconi e Dell'Utri con uomini di Cosa nostra continuano a essere segnalati in molte sentenze.

• Berlusconi, Dell’Utri e altri manager Fininvest, responsabili in Spagna dell'emittente Telecinco, sono accusati di frode fiscale per 100 miliardi e violazione della legge antitrust spagnola. Sono ora in attesa di giudizio su richiesta del giudice istruttore anticorruzione di Madrid, Baltasar Garzon Real. Il giudice Garzon ha chiesto di processare Berlusconi in Italia o di poterlo processare in Spagna. Di fatto, il processo è sospeso.

• Berlusconi e altri manager Fininvest sono indagati a Milano per aver prodotto fondi neri e distratto soldi da Mediaset attraverso meccanismi di compravendita di diritti televisivi. L'indagine è in corso, con le accuse, per Berlusconi, di appropriazione indebita aggravata, frode fiscale e falso in biloancio.


Tratto da: 

Parlamento pulito. 
Il catalogo è questo.

Gli eletti condannati, riciclati, candeggiati, arrestati.
Piccole e grandi storie ignobili da Repubblica delle banane.



http://www.societacivile.it/primopiano/articoli_pp/berlusconi/candidati.html















Leggi anche: La strategia di Silvio: far credere agli italiani che i 115 miliardi di tasse che ha introdotto siano opera di Monti

[Modificato da ReteLibera 27/04/2013 09:43]
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Le ragazze di Silvio

Susanna e i vecchioni, di Guido Reni

Sui giornali italiani sono apparsi i verbali degli interrogatori di Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore pugliese indagato a Bari per spaccio di cocaina e favoreggiamento della prostituzione, che ha dichiarato di aver portato circa 30 ragazze nella residenza di Berlusconi a Roma, Palazzo Grazioli, e in altri luoghi tra il settembre 2008 e il gennaio 2009. Alcune hanno ri­cevuto un compenso di 1.000 euro "per prestazioni sessuali", altre "soltanto un rimborso delle spese", ha dichiarato Tarantini il 29 luglio.

Le ragazze delle feste
"Le presentavo come mie amiche e tacevo che a volte le retribuivo", precisa Tarantini durante l'interrogatorio in procura. Alcune ragazze hanno ammesso di aver partecipato alle feste, e la più nota è ovviamente Patrizia D'Addario, 42 anni, la escort che ha registrato le serate e le notti con Silvio. "Io il mio incontro l'ho raccontato, le altre ragazze no. Sono l'unica che ha detto la verità. Eppure le ho viste mentre si intrattenevano con lui". Anche Graziana Capone, 25 anni, dichiara di essere stata alle feste di Berlusconi, ma non ci vede nulla di male. "Sono sicura che se il presidente avesse un harem, io sarei la favorita". Tarantini dice di averla presentata a Berlusconi a Milano, pagandole solo il biglietto aereo. 

Nel suo interrogatorio Tarantini ha ricostruito una precisa cronologia degli incontri. "Vanessa Di Meglio è una mia carissima amica, la rifornivo di cocaina. Tendenzialmente la stessa non è una professionista del sesso ma all'occorrenza non disdegna di essere retribuita. Ho anche favorito le prestazioni sessuali della Di Meglio con il presidente Berlusconi in due circostanze: a Roma il 5 settembre e l'8 ottobre 2008". Poi ci sono Ioana e Barbara Guerra. La prima era una "escort", la seconda "una donna dello spettacolo". "L'8 ottobre 2008, si fermano a casa del presidente e per questo le pagai". 

"In occasione di un incontro con Berlusconi il 23 novembre 2008 invitai Francesca Garasi che ci raggiunse con tre amiche: Carolina Marconi, ex concorrente del Grande Fratello in tv, Geraldine Semeghini che nell'estate del 2008 era responsabile del privè del Billionaire Maria Teresa De Nicolò. In quella circostanza ospitai Geraldine e la sua amica, ma l'unica che ebbe un incontro intimo fu la De Nicolò". Maria Teresa De Nicolò, 37 anni, detta Terry, aveva dichiarato: "Ho partecipato alle feste di Berlusconi una sola volta. Ho avuto 1000 euro come rimborso spese". 

Poi Tarantini parla anche di altre occasioni in cui "utilizzò" volti televisivi: "Il 17 dicembre 2008 portai a palazzo Grazioli Linda Santaguida (apparsa in tv nell'Isola dei famosi) e Camilla Cordeiro Charao (valletta in un programma su Rai 2) , pagando solo ques'ultima che si fermò con il presidente". 

Altre ragazze sono state portate da Tarantini a Palazzo Grazioli per alcune serate ma non si sono fermate per la notte: Clarissa Campironi, che ha ricevuto un rimborso spese, le modelle Michaela Pribisova e Maristel Garcia Polanco, che il 28 novembre 2008 andò a incontrare Berlusconi in una beauty farm, Luciana Francioli, che ha partecipato a una cena il 2 dicembre, Letizia Filippi, sempre senza nessun pagamento. 

Altri volti noti della televisione italiana hanno partecipato alle cene, come Francesca Lana, intercettata mentre parlava della cocaina fornita da Tarantini a molte persone, Manuela Arcuri, sua migliore amica, famosa attrice e modella, che avrebbe partecipato alla cena del 2 dicembre a Palazzo Grazioli, senza essere retribuita. 

Altre ragazze sono state associate al nome di Tarantini, come Jennifer RodriguezVictoria PetroffRaffaella Zardo, già coinvolta in uno scandalo "vallettopoli" nel 1996, la modella Eva Riccobono, tutte persone che avrebbero frequentato a lungo Giampaolo Tarantini e partecipato alle feste da lui organizzate.  
Sabina Began, 35 anni, definita da alcuni giornali l'Ape Regina, ha un tatuaggio con scritto "L'incontro che mi ha cambiato la vita: S.B.". E' la donna che ha detto di aver presentato Tarantini al premier Berlusconi

Barbara Montereale, 23 anni, è stata la prima ad ammettere di aver partecipato a una festa a Palazzo Grazioli, portata da Tarantini. Ha dichiarato che Berlusconi "è stato simpaticissimo, mi ha regalato dei gioielli e una busta con una cifra generosa solo per la mia presenza".

Noemi Letizia
Un capitolo a parte è la ragazza napoletana che ha provocato la richiesta di divorzio della moglie di Berlusconi, Veronica Lario, facendole dire che il marito è un "uomo malato" che "frequenta minorenni", dopo che il premier si era recato alla festa dei 18 anni di Noemi. I rapporti del premier con la ragazza sarebbero nati da una semplice amicizia tra Berlusconi e il padre di lei, secondo Noemi e la sua famiglia, ma le circostanze in cui i due uomini si sarebbero incontrati non sono mai state chiarite. Le contraddizioni del caso sono al centro delle 10 domande del quotidiano La Repubblica, per cui il presidente del consiglio ha presentato querela per diffamazione.

Le ragazze della politica
Poi ci sono le giovani donne entrate in politica nel partito di Berlusconi, tutte di bella presenza e molte provenienti da un passato come modelle o showgirl televisive. Tra queste Elvira Savino, ora parlamentare Pdl, ex compagna di casa di Sabina Began e amica di Tarantini. 

Francesca Pascale, 24 anni, consigliera provinciale del Pdl a Napoli. che dichiara "Adoro Silvio. La politica e lo spettacolo sono la stessa cosa". Con Virna Bello, 28 anni, assessore del Pdl a Torre del Greco ed Emanuela Romano, aveva fondato un comitato di sostegno a Berlusconi. Le tre ragazze sono state fotografate mentre andavano a Villa Certosa nell'estate del 2008. La Romano e molte altre avrebbero dovuto essere candidate alle elezioni europee del 2009, ma l'intervento dell'ex moglie del premier, che definì "ciarpame senza pudore" lo sfruttamento del corpo femminile a fini elettorali, fece saltare molte candidature

Barbara Matera, ex annunciatrice e attrice televisiva, è l'unica che è riuscita ad arrivare al parlamento europeo per il Pdl. Con lei anche Lara Comi e Licia Ronzulli, di bella presenza ma provenienti dalla militanza nel partito di Berlusconi.  

Escluse invece dopo la protesta di Veronica Eleonora Gaggioli e Camilla Ferranti, già nominate in una vicenda di "raccomandazioni" fatte da Berlusconi al dirigente di Raifiction Saccà per farle lavorare in televisione, Elisa AlloroAngela Sozio, già fotografata con il premier a Villa Certosa nel 2007, le gemelle Eleonora e Imma De VivoGiovanna Del GiudiceChiara SgarbossaSilvia Travaini, Assunta Petrone, Letizia Cioffi, Cristina RavotMaria Elena ValanzanoSusanna Petrone

Ma le tre donne più famose del partito di Berlusconi sono certamente le tre ministre in carica che Berlusconi ha scelto dopo una carriera politica a dir poco fulminea:

Mara Carfagna, ex modella entrata in politica e rapidamente divenuta Ministro delle Pari Opportunità. Voci di una sua relazione con il premier avevano provocato un primo sfogo della moglie Veronica già nel 2007. Nel giugno 2008 circola la voce di intercettazioni telefoniche, che sarebbero state distrutte perché non penalmente rilevanti, riguardanti la relazione tra lei e il premier Berlusconi. Secondo il giornale francese Nouvel Observateur, "ci sarebbe un ipotetico nastro nel quale Mara Carfagna (definita "amante quasi ufficiale") e Mariastella Gelmini, attuale Ministro dell'Istruzione, parlerebbero del loro rapporto con il premier.

Secondo il giornale francese, "se questo "audio" uscisse sulla stampa, malgrado la censura, sarebbe devastante per l'immagine del Cavaliere". Gli avvocati del premier hanno querelato il periodico francese, sostenendo che il nastro non è mai esistito, e La Repubblica per averlo citato.

Il nastro era stato menzionato anche dal quotidiano argentino Clarin, e ripreso dall'attrice comica Sabina Guzzanti in una manifestazione del luglio 2008 contro Berlusconi. La successiva reazione del ministro Carfagna aveva provocato la presa di distanze da Berlusconi di Paolo Guzzanti, padre dell'attrice comica e per anni fedele alleato del premier, che definì la situazione politica italiana una "mignottocrazia".  

Il terzo ministro è Michela Vittoria Brambilla, imprenditrice, entrata in politica nel 2006, da subito strinse un rapporto stretto con Berlusconi, tanto che la fiducia ricevuta dal premier finì per infastidire i suoi stessi alleati. Nel 2008 invece che ministro è stata nominata soltanto sottosegretario alla salute, ma alcuni mesi dopo anche lei ha ricevuto un ministero

Le vicende precedenti
Prima dei recenti scandali ce ne sono stati altri di proporzioni minori, come le telefonate tra Berlusconi e il direttore di Raifiction Saccà nel giugno 2007, in cui il premier chiedeva di raccomandare le attrici Elena Russo ed Evelina Manna,per fare un favore a un politico dell'opposizione che lui desiderava portare dalla propria parte.

Saccà nominò poi anche Antonella TroiseEleonora Gaggioli e Camila Ferranti come attrici che Berlusconi gli aveva chiesto di aiutare, le ultime due dovevano essere candidate alle europee nell'aprile 2009, ma la loro candidatura venne appunto ritirata dopo lo sfogo della moglie di Berlusconi.

Un altro piccolo scandalo è dell''aprile 2007, quando sul settimanale Oggi Berlusconi viene fotografato nel giardino di villa Certosa insieme ad alcune ragazze già apparse in reality televisivi: Angela Sozio è l'unica chiaramente riconoscibile, le altre secondo alcuni sarebbero Valentina Gioia e Marika Suppa, che però non hanno mai confermato la loro presenza. 

Altro scandalo è quello che ha coinvolto Virginia Sanjust, 32 anni, ex annunciatrice e discendente di una dinastia di famosi attori italiani, accusata dall'ex marito, agente dei servizi segreti italiani, di aver sfruttato l'amicizia con Berlusconi per farlo trasferire mentre erano in causa per l'affidamento del figlio.

La Sanjust avrebbe avuto una relazione con il premier tra il 2003 e il 2006 e viveva in un appartamento a Roma in Campo dei Fiori che il premier le aveva regalato. Il procedimento per abuso d'ufficio contro Berlusconi è stato archiviato dal tribunale dei ministri visto che non era possibile dimostrare l'interferenza del premier. 

Ma la frequentazioni del premier con giovani donne, nonostante i suoi due matrimoni, vanno anche molto indietro nel tempo, ci sono intercettazioni in cui parla di ragazze che lavoravano nelle sue televisioni risalenti al 1986 e l'ex attrice hard Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina, ha dichiarato di essere stata con lui in un isola greca nel 1974, quando ancora Berlusconi non aveva nemmeno le tv ed era soltanto un imprenditore. 

La lunghezza di questo elenco è impressionante se si mettono tutte le diverse vicende in fila. Ma l'aspetto più impressionante e spaventoso di tutto questo è che nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo, anche molti di quelli non democratici, uno solo di questi nomi avrebbe provocato le immediate dimissioni del capo del governo. Anche nei casi più innocenti, perché in un paese normale un premier sposato non va a cena con donne che hanno 40-50 anni meno di lui, nè nomina giovani donne prive di qualifiche in posti di responsabilità politica senza perdere il consenso e la stima dei cittadini. 


Invece qui siamo in Italia, con un capo del governo che ha collezionato più scandali lui da solo di tutti gli altri capi di governo del mondo, presenti e passati, messi insieme.


Francesco Defferrari

[Modificato da ReteLibera 30/07/2013 16:59]
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SCRISSE ELSA MORANTE

Image“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.

Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?

Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale.
La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.

Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.

Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.

Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico.

In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.

Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare.”

Elsa Morante, Opere, vol. I, Mondadori (Meridiani), Milano 1988,
L-LII












Qualunque cosa abbiate pensato, il testo è del 1945, si riferisce a Mussolini…

QUI NON C’’ERA SPERANZA PER IL POPOLO ITALIANO!

[Modificato da ReteLibera 04/05/2013 11:26]
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PACIFICARE L’EVASIONE

Maggio 9th, 2013

UNDICI LEGGI AD PERSONAM NON HANNO POTUTO EVITARE LA CONDANNA DEL CAVALIERE

Per la prima volta nella sua lunga carriera di imputato, Silvio B. è stato condannato in appello, ultimo grado di merito, a conferma della prima sentenza che gli infliggeva 4 anni di reclusione, 5 di interdizione dai pubblici uffici e 10 milioni di danni da pagare al fisco per una mega-frode fiscale durata dieci anni.

Ora gli resta soltanto la Cassazione, presieduta proprio da ieri da un vecchio amico di Previti.
Che però può valutare solo i profili di legittimità, mentre i fatti sono definitivamente accertati, così come illustrati dalle motivazioni del Tribunale: B. è un criminale matricolato che ha mostrato “particolare capacità di delinquere nell’architettare” e “ideare una scientifica e sistematica evasione fiscale di portata eccezionale” che gli ha procurato “un’immensa disponibilità economica all’estero, ai danni non solo dello Stato, ma anche di Mediaset e, in termini di concorrenza sleale, delle altre società del settore” tv.

Il noto delinquente ha governato l’Italia, direttamente o indirettamente (nascosto dietro Monti e Letta jr.), per 11 anni su 19.

È con questo delinquente che il mese scorso il Pd s’è appena alleato per rieleggere Napolitano e fare il governo che deve “pacificare” l’Italia dopo vent’anni di “guerra civile”.
La guerra fra guardie e ladri, fra chi non paga le tasse e chi le paga anche per lui. Mentre plotoni di finti tonti rimuovono la biografia penale e politica di B., chiamando “pace” l’impunità al delinquente, e mentre si attende che il Pd trovi le parole per definire il suo pregiato alleato, è il caso di ricordare l’oggetto del processo Mediaset.

Checché ne dicano i servi di Arcore, la Procura ha dimostrato “con piene prove orali e documentali” che nel 1995-’98 (quando B. era già in politica da un pezzo) la Fininvest e poi Mediaset acquistarono 3mila film dalle major Usa con 13mila passaggi contrattuali per gonfiare i costi, abbattere gli utili, pagare meno tasse e accumulare una fortuna per B. e famiglia nei vari paradisi fiscali, con due diversi sistemi: i film rimbalzavano da una società fittizia all’altra, aumentando ogni volta di prezzo (le decine di offshore create ad hoc dall’avvocato Mills, tutte riferibili al mandante B.); e altri passaggi- fantasma venivano assicurati da “intermediari fittizi” come il produttore Frank Agrama, prestanome di B., anche lui condannato.


Risultato: costi maggiorati per 368 milioni di dollari, con evasioni fiscali sulle varie dichiarazioni fino a quella del 2004.
L’inchiesta partì nel 2002, il dibattimento nel 2006.

In origine i reati erano tre: falso in bilancio, appropriazione indebita e frode fiscale. Poi i primi due caddero in prescrizione, così come gran parte delle frodi (restano 7,3 milioni).

E non solo per il naturale passare del tempo: anzi è un miracolo che il processo sia giunto in fondo, visto che in 11 anni s’è trasformato in una corsa a ostacoli, costellata da ben 11 leggi ad personam.

Nel 2001 il primo scudo fiscale.
Nel 2002 la controriforma del falso in bilancio che, per le società quotate, abbatte le pene e dimezza la prescrizione; il condono fiscale, che sanava un bel po’ di frodi berlusconiane.
Nel 2003 il condono fiscale per i coimputati; il lodo Maccanico- Schifani; lo scudo fiscale-bis.
Nel 2005 la ex-Cirielli che tagliava ancora la prescrizione e salvava dall’arresto i condannati ultrasettantenni.
Nel 2006 l’indulto del centrosinistra, che condonava 3 anni ai condannati passati e futuri (perciò, se questa sentenza diventerà definitiva prima della prescrizione nel luglio 2014, B. non andrà in galera, ma dovrà lasciare il Senato).
Nel 2008-2010 il “lodo” Alfano, il legittimo impedimento (due leggi scritte dall’attuale vicepremier e ministro dell’Interno, poi dichiarate incostituzionali) e lo scudo fiscale-tris.

Ora, per pacificarci definitivamente col delinquente evasore, manca soltanto l’ultimo passaggio: che l’amico Napolitano lo nomini senatore a vita.

S’è liberato il posto di Andreotti, lo impone l’ordine alfabetico.

Marco Travaglio
(da “Il Fatto Quotidiano“)

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LUNEDI’ RIPARTE IL PROCESSO RUBY: E LA PRESCRIZIONE DIVENTA UN MIRAGGIO

Maggio 9th, 2013 

IN MENO DI UNA SETTIMANA CAMBIA TUTTO, ORA IL RISCHIO E’ UNA CONDANNA PER CONCUSSIONE E PROSTITUZIONE MINORILE

La sentenza di ieri, pronunciata alle 19.15, grazie agli avvocati che hanno finito in mattinata le arringhe, è quella che incute a Berlusconi una paura immediata.

Può fargli perdere, nel giro di qualche mese, ogni scudo politico.

Difficile dimenticare, però, che sinora la sua strategia del ritardo ha ampiamente pagato.
I guai penali di Silvio Berlusconi cominciano infatti con All Iberian, la società del comparto estero della galassia Mediaset, e con i soldi che attraverso quella società passano di mano tra lui e Bettino Craxi, segretario del Psi (e suo nume tutelare).
Erano gli anni di Tangentopoli, era il 1994.

Da allora l’imputato Berlusconi si lamenta moltissimo, ma in realtà fugge dai processi e dagli interrogatori.

Questi sono semplici fatti, e basta ricordarne uno per tutti.

L’avvocato inglese David Mills, ben pagato con soldi Fininvest per non dire la verità ai magistrati italiani sull’uso dei paradisi fiscali da parte dei manager del Biscione, è stato condannato per corruzione in atti giudiziari.

Ma per Berlusconi, il corruttore di Mills secondo tutte le ricostruzioni, è scattata la prescrizione: il suo processo, grazie alle modifiche legislative volute dai suoi parlamentari e ministri, s’è come disintegrato.

E adesso?

Su Berlusconi pendono a Milano tre processi, a Napoli c’è solo una richiesta della procura.
Il processo meno noto, ma «rivelatore» di un metodo, riguarda una chiavetta usb con la registrazione della voce dell’ex leader Piero Fassino, il famoso «Abbiamo una banca».

Era stato il titolare di una società, berlusconiano di ferro, a consegnargli l’intercettazione, e Berlusconi che fa?
La dà al fratello, il fratello la passa al «Giornale».

È stato condannato a un anno, per ricettazione. «Si tratta dell’unico caso in Italia di condanna per un’intercettazione », protestavano i suoi, per dimostrare l’accanimento della magistratura contro l’innocente Berlusconi.

Ma c’è una differenza abissale che viene taciuta: le fughe di notizie riguardano materiale già «depositato», cioè nelle mani di magistrati, avvocati, imputati.
In quel caso, Silvio Berlusconi aveva ricevuto l’omaggio di un materiale segreto, e nessuno era autorizzato ad averlo, tantomeno lui.

Questo «metodo Berlusconi» s’è visto anche durante il sequestro del ragionier Giuseppe Spinelli, denunciato in ritardo.
O con i pagamenti, prima occulti e poi palesi, alle numerose testimoni dei processi per prostituzione che lo riguardano.
O con il suggerimento che Berlusconi dette Piero Marrazzo, ds, ex presidente della Regione Lazio, quando aveva saputo che tra Roma e Milano girava un video da ricatto: e cioè, non di denunciare i ricattatori, ma «acquistare » il filmato.

Un uomo delle istituzioni dovrebbe comportarsi così per stare «dentro » la legalità?
È una domanda che non si riesce a rivolgergli.

Il prossimo autunno questa vicenda dell’intercettazione cadrà in prescrizione, quindi su questo versante Berlusconi non corre rischi.
A differenza di quanto accade con la sentenza emessa ieri dal collegio presieduto da Alessandra Galli. Conferma la condanna a quattro anni di carcere, cinque anni d’interdizione dai pubblici uffici, e tre anni dalle cariche sociali.

Non è facile che si spappoli nel nulla, la prescrizione scatta nell’estate 2014.
Vale a dire che la Cassazione fa in tempo, almeno in teoria, a confermare la terza volta quanto già stabilito in due sentenze.
E se anche i supremi giudici confermano, Berlusconi non può più stare in Parlamento. Come successo, in passato, per esempio, a un suo grande amico, consigliere ed elettore lombardo, il democristiano Gianstefano Frigerio.

Ai berlusconiani, allarmatissimi, sulla frode fiscale restano al momento due mosse. Una è il ricorso alla Corte Costituzionale, perché il tribunale di primo grado non aveva concesso a Berlusconi un «legittimo impedimento»: era fissato da tempo l’interrogatorio di testi che arrivavano dagli Stati Uniti e l’allora premier aveva convocato, all’improvviso, una riunione del consiglio dei ministri.

Bisognava aspettare un imputato che in aula non s’è mai visto? O si poteva andare avanti?

L’altra mossa è stata aver aggiunto al tandem Ghedini-Longo, un penalista di chiara fama, Franco Coppi: sarà lui a difendere l’imputato sul reato di frode fiscale davanti alla Cassazione.

Nel frattempo, lunedì torna a casa il processo Ruby.
E comincia nel modo peggiore per l’imputato unico.

Dov’eravamo rimasti?

L’ormai lontano 5 marzo il pubblico ministero Antonio Sangermano aveva cominciato la requisitoria. Aveva detto che il processo aveva dimostrato il «sistema prostitutivo» di Arcore, aggiungendo: «È falso che le “cene” di Arcore fossero degli ordinari convivi, al più arricchiti da qualche goliardica scenetta di “burlesque”».

E stava cominciando a parlare di Ruby minorenne scappata di casa nella villa dell’ultrasettantenne miliardario.
C’era stata una pausa, la requisitoria sarebbe stata ripresa pochi giorni dopo.
Ma prima l’uveite, poi il legittimo impedimento, poi le elezioni avevano tenuto Berlusconi lontano dall’aula.

Ma il tempo dei ritardi è scaduto e il procuratore aggiunto Ilda Boccassini sta per chiedere, tra quattro giorni, la sua condanna.

È vero, le difese e lo stesso imputato hanno l’ultima parola, ma entro giugno sarà messa la parola fine al primo grado di un processo per fatti avvenuti nel 2010: e qui la prescrizione non è a portata di mano.


Piero Colaprico
(da “La Repubblica“)

[Modificato da ReteLibera 09/05/2013 13:04]
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Prossimamente al cinema !!!

 
 
 
 
In un qualsiasi Paese democratico un personaggio come Berlusconi sarebbe in carcere o allontanato da ogni carica pubblica, da noi è l'ago della bilancia del Governo, punto di riferimento di Napolitano nel suo doppio settennato, protetto dall'opposizione del pdmenoelle formata a sua immagine e somiglianza, tutelato dai servi che ha nominato in Parlamento, difeso dalle menzogne delle televisioni e dei giornali. La condanna confermata in appello a quattro anni per frode fiscale per i diritti tv per le reti Mediaset, corredata da cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e tre anni dagli uffici direttivi avrebbe incenerito qualunque politico inglese, tedesco o statunitense.

Da noi questo tizio passa da statista. Fa dichiarazioni. Si propone come Padre della Patria.

E' il tempo della Conciliazione di Capitan Findus. Delle Larghe Intese alla luce del sole tra vecchi compari che si frequentano da vent'anni. Berlusconi è il garante dell'osceno connubio tra illegalità e democrazia. Un parassita che se estratto dallo stomaco della nazione, come Alien, la farebbe morire. Questo è ciò che pensano coloro che lo mantengono in vita adoperandosi con cure amorose e con nomine ad hoc come Palma alla Commissione Giustizia concordata con il pdmenoelle.

In una vecchia battuta da avanspettacolo l'attore sul palco, infastidito dai fischi, diceva "Non ce l'ho con te che disturbi, ma con il tuo vicino che non ti prende a schiaffi". Io non ce l'ho in particolare con Berlusconi, ma con chi lo ha reso e lo rende possibile, con chi gli garantisce l'impunità morale, la legittimazione politica, l'uso privatistico delle frequenze televisive, con chi non chiede seduta stante le sue dimissioni dal Parlamento e dichiara come D'Alema "Non commento vicende giudiziarie".


Il MoVimento 5 Stelle chiederà la sua ineleggibilità in Parlamento per l'applicazione della legge del 1957 per cui i titolari di una concessione pubblica e i rappresentanti legali di una società che fa affari con lo Stato non possono essere eletti e per la condanna di ieri in merito all'interdizione a pubblici uffici. Vedremo chi voterà l'ineleggibilità. Mi mangio un cappello se sarà votata dal pdmenoelle. Boccia il marito pdmenoellino di sua moglie pdellina, entrambi accasati in Parlamento, ha dichiarato che l'ineleggibilità di Berlusconi "non è una priorità per il paese ma un modo per continuare a fare propaganda".


Nel frattempo corre voce che Berlusconi potrebbe essere eletto senatore a vita.

La soluzione di ogni suo problema.

Un cerino in un pagliaio.
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QUI QUO QUA E I GUAI DI ZIO PAPERONE


Stavolta zio Paperone l'ha combinata grossa.

Ha evaso le tasse, ha corrotto, ha sfruttato prostitute minorenni e i giudici non hanno avuto alcun capogiro sentendo il profumo dei suoi soldi.

Ora rischia di vedere il cielo strisce e lasciare la scena senza gloria, come l'ultimo dei pregiudicati.
Il tombone di famiglia, la casa editrice scippata ad un rivale, un canale televisivo oscurato da circa trent'anni ad un concorrente, i rapporti d'affari con moderni tiranni, l'origine delle fortune legate a certi affarucci di famiglia, insomma un curriculum "di cotanto rispetto" non è stato sufficiente a proteggerlo dalle conseguenze nefaste della legge.

E sarebbe anche interessante conoscere a questo punto chi è stato quel demente che ha sostenuto che la legge è uguale per tutti, perchè questo principio nessuno ricorda che sia mai stato adottato a Paperopoli.
Ma se zio Paperone deve prendere il volo in mongolfiera verso le spiagge del Nicaragua sarà pure il caso di spargere il sale sulle macerie della sua ventennale opera di distruzione.

Sono arrivati in soccorso, per l'incombente, Qui Quo Qua i quali volevano proteggere lo zio dalle intemperanze di certi perdigiorno chiamati giudici e con il manuale delle giovani marmotte alla mano, hanno creato il primo parapiglia nelle dependances di Paperopoli, meglio note come "Parlamento".

Brigitta McBridge ha agitato le sue torte in segno di minaccia per l'umanità mentre Gedeone de' Paperoni, dal suo giornale, ha preannunciato sciagure e morte per tutta Paperopoli.

A questo punto non abbiamo altra scelta e dobbiamo armarci di secchiello e paletta per ricominciare a costruire i nostri castelli di sabbia dal momento che non abbiamo mai avuto l'indole per edificare autentici castelli di rabbia.



Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea
www.democrazia-atea.it

 
 
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Ecco la dimostrazione di quanto i problemi del paese contino per coloro che dicono di voler traghettare questa povera Italia fuori dalla crisi. Le cifre che ogni giorno ci vengono prate sono allarmanti e molti di noi vivono sulla propria pelle le difficoltà a volte insormontabili che questa crisi ci impone senza pietà. E c’è ancora chi si illude che i problemi possano essere risolti da coloro che sono stati delegati a questo compito. Bene, spero che questo faccia riflettere:

Io non mi ricordo che si sia mai discussa l’interruzione dei lavori parlamentari o che si minacci di far cadere il governo per i problemi giudiziari di un qualsiasi suo rappresentante....ma per Berlusconi sì……e con l’accordo di quello che rimane della sinistra (che non è solo poco, è praticamente vicino allo zero!), in barba alle prerogative intoccabili del parlamento, espressione del popolo sovrano, ed in barba agli ulteriori allarmi sulla situazione economica italiana, che l’agenzia Standard’s &  Poor, e non solo, hanno evidenziato declassando l’Italia a livello BBB.

Per Berlusconi il Parlamento si svuota del suo ruolo, la priorità sono i “diritti mediaset”, non i diritti dei cittadini, non i problemi economici del paese ma quelli di un pluri-indagato che ha fatto della corruzione e dell’evasione uno stile di vita.

È il punto più basso, più indegno che uno Stato abbia mai raggiunto: 24 ore di tempo per trovare il salvagente per Berlusconi. Una mega amnistia, un mega indulto tombale, un garbuglio legislativo che possa per l'ennesima volta rinviare la sua ineleggibilità. Altrimenti viene giù tutta la fragile impalcatura che sostiene questo governo del fare poco o niente.

E mentre questa gente si cincischia sui problemi di Berlusconi, la gente si suicida, gli operai sono sui tetti a rivendicare quel lavoro che gli è stato sottratto da imprenditori senza scrupoli e senza coscienza, i pensionati sono alla fame, i disabili senza assistenza, la scuola e la sanità senza risorse……..


[Modificato da ReteLibera 12/07/2013 10:59]
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La prospettiva sempre più drammatica di finire dietro le sbarre (nemmeno l’età lo metterebbe al riparo dalle patrie galere) spinge in queste ore Silvio Berlusconi a soppesare una mossa politica lucida e, insieme, disperata: recarsi a un banchetto dei radicali, e sottoscrivere i cinque referendum “per la giustizia giusta”.

Chiaro che i suoi elettori sarebbero invitati a fare altrettanto -.

A credere che il banana possa ancora scansare l’arresto è rimasto, praticamente, uno solo: l’avvocato Franco Coppi che ha presentato il ricorso in cassazione avverso la sentenza Mediaset, quella che ha condannato Berlusconi a 4 anni più pene accessorie per frode fiscale.

Il verdetto della suprema corte è atteso in autunno, e la politica italiana lo attende col fiato sospeso .

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Una massa di dieci milioni di persone hanno votato per Berlusconi.

Possiamo chiederci ben a ragione: ma Berlusconi si meritava tutti quei voti?

Assolutamente no. Ha sgovernato nella maggior parte di questi ultimi vent’anni e in quanto a moralità ha lasciato molto a desiderare. 

Il Bunga Bunga, la nipote di Mubarak, la massa enorme di escort che frequentavano i palazzi di Berlusconi non sono un’invenzione della magistratura sua nemica ma una triste realtà.

Ha reso l’Italia ridicola nel campo internazionale, ha deluso tutti i governi esteri, ha fatto ridere alle sue spalle la Merkel e Sarkosì, è stato amico di Gheddafi che ha ricevuto trionfalmente in Italia ed al quale ha voluto baciare la mano. Eppure dieci milioni di Italiani hanno voluto chiudere gli occhi e continuano imperterriti a tifare per Berlusconi. 

 

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Condanna o no la politica è ora che cambi

di Gaetano Pedullà

Conferma della condanna, assoluzione o rinvio. Qualunque cosa decida oggi la Cassazione sul processo Mediaset e sul destino politico di Silvio Berlusconi, comunque abbiamo perso tutti. Ha perso un Paese lasciato con il fiato sospeso per la decisione su un singolo processo.

Ha perso il Cavaliere, che se vedrà annullata le sentenze di primo e secondo grado resterà per sempre il caimano salvato questa volta dalla Realpolitik, dal “non c’è alternativa a questo governo” detto chiaro e tondo da quel Napolitano “regista” al Quirinale che incidentalmente fa anche il presidente del Csm.

Ha perso il Partito democratico, che ha deluso ancora una volta i suoi elettori per via dell’incertezza su cosa votare in caso di condanna: cacciare l’avversario di sempre dal Parlamento e così far cadere il governo Letta o graziare il sultano di Arcore.

E hanno perso pure tutti quegli italiani a cui non importa proprio niente di cosa accade a Berlusconi (e sono tantissimi). Hanno perso perché da questo processo è dipeso gran parte del “senso di responsabilità” che ha generato un governo nato debole e tutt’oggi praticamente immobile, capace appena di annunciare divieti su dove e con chi fumare, mentre si rinvia ogni altra decisione, da quelle di maggiore impatto mediatico (come il pagamento dell’Imu e il mancato aumento dell’Iva) a quelle più urgenti e strutturali, come il taglio della spesa pubblica o la riforma elettorale.

Per questo, qualunque cosa accada oggi, la vera lezione che arriverà dal “Palazzaccio” è che dobbiamo cambiare pagina.

Impensabile che Berlusconi – assolto o no – si faccia da parte, passi la mano e costringa il suo partito a trovare al suo interno una nuova leadership. Esattamente come è impensabile che i vecchi capibastone del Pd accettino la via della pensione, se non della rottamazione minacciata da Matteo Renzi.

Impensabile, perché quel potere non molla. Ma condanna o non condanna il tema resta: questa politica ha fatto il suo tempo.

Non serve una sentenza per rendercene conto.


http://www.lanotiziagiornale.it

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Sentenza Mediaset, Berlusconi condannato a 4 anni.

Annullata l’interdizione


Diventa definitiva la pena per il leader del Pdl, colpevole di frode fiscale, ma la Cassazione rinvia in Corte d'appello a Milano la rideterminazione della pena accessoria. Per il Cavaliere la prospettiva degli arresti domiciliari o dell'affidamento ai servizi sociali per l'anno non coperto da indulto. Bruti Liberati: "Pena subito eseguibile". Ghedini, Coppi e Longo: "Sgomenti, ricorreremo in Europa"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 agosto 2013
 
Sentenza Mediaset, Berlusconi condannato a 4 anni. Annullata l’interdizione
  

Silvio Berlusconi è condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset. Annullata la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che dovrà essere rideterminata dalla Corte d’appello di Milano. Lo hanno deciso i giudici della sezione feriale della Cassazione dopo sette ore di camera di consiglio. Confermate anche le condanne di tutti i coimputati: Daniele Lorenzano, Gabriella GalettoFrank Agrama.

E’ la prima volta che Silvio Berlusconi subisce una condanna definitiva e irrevocabile. Dei quattro anni, tre sono coperti da indulto e l’ex premier – che comunque non andrà in carcere perché ultrasettantenne – potrà scontare la pena agli arresti domiciliari o chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Prima di qualunque iniziativa, la sentenza deve essere trasmessa alla Procura di Milano, dove è originato il procedimento sulla frode fiscale nella compravendita dei diritti tv. Il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati si è limitato al momento a spiegare che “la pena principale è definitiva ed è eseguibile, si seguiranno i tempi consueti”. La definitività della sentenza fa cadere automaticamente ogni privilegio parlamentare, perciò il Senato non avrà alcune voce in capitolo sulle sorti di Berlusconi.

IL DESTINO DEL CAVALIERE: DOMICILIARI O SERVIZI SOCIALI. Bruti Liberati ha spiegato che, secondo la procedura, una volta arrivata la sentenza il pm dovrà emettere il cosiddetto ordine di esecuzione con contestuale sospensione perché la pena effettiva da scontare è di un anno. Dal momento della notifica dell’atto il Cavaliere, entro il tempo massimo di 30 giorni, potrebbe andare ai domiciliari o chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Ma il termine, vista la pausa feriale, decorre dal 16 settembre. La richiesta verrà valutata dal Tribunale di sorveglianza in tempi lunghi. Se non verrà presentata alcuna istanza di misura alternativa, toccherà ad un magistrato di sorveglianza decidere nell’arco di pochi giorni e, in base anche alla legge ‘Svuota-carceri’: la misura per Berlusconi sarebbe comunque quella dei domiciliari.

COPPI E GHEDINI: “SGOMENTI, RICORSO IN EUROPA”. “Non farò l’esule, come fu costretto a fare Craxi. Nè accetterò di essere affidato ai servizi sociali, come un criminale che deve essere rieducato”. Così si leggeva qualche giorno fa in un’intervista di Silvio Berlusconi a Libero, che però fu subito smentita da una nota di Palazzo Grazioli. I legali di Silvio berlusconi attendono qualche ora prima di dire la loro: “La sentenza della Corte di Cassazione nel Processo Diritti non può che lasciare sgomenti” affermano in una nota Franco CoppiNiccolò Ghedini e Piero Longo. “Vi erano solidissime ragioni ed argomenti giuridici per pervenire ad una piena assoluzione del Presidente Berlusconi. Valuteremo e perseguiremo – annunciano – ogni iniziativa utile anche nellesedi Europee per far si che questa ingiusta sentenza sia radicalmente riformata”. 

INTERDIZIONE, LA MINA DISINNESCATA. L’annullamento con rinvio dei cinque anni di interdizione dai pubblici uffici – come da richiesta del procuratore generale – disinnesca però un problema politico immediato per il Cavaliere, perché per avviare un’eventuale procedura di decadenza da senatore sarà necessario attendere il nuovo verdetto d’appello. La conferma della pena definitiva fa cadere comunque il rischio di prescrizione del reato. “La pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, per Silvio Berlusconi, potrebbe ridursi fino a un anno di interdizione, perché le norme alle quali ha fatto riferimento il dispositivo del verdetto prevedono un’interdizione da un anno a un massimo di tre. La misura dunque la rideterminerà la corte di Milano”, ha affermato l’avvocatoFilippo Dinacci, che nel processo Mediaset in Cassazione ha difeso Gabriella Galetto, e che difende l’ex premier in altri procedimenti. 

Il processo d’appello per rideterminare al ribasso i cinque anni di interdizione potrebbe aprirsi già entro la fine dell’anno, ma dipende da quando gli ermellini invieranno le motivazioni del provvedimento di oggi. Dopo di che, non più la seconda ma la terza corte d’Appello di Milano, nel giro di un mese, dovrebbe fissare il nuovo processo che riguarderà dunque solo la durata del periodo dell’interdizione dai pubblici uffici del Cavaliere. Anche in questo caso il verdetto sarà impugnabile di nuovo davanti alla Suprema Corte. 

MA LA LEGGE ANTICORRUZIONE POTREBBE FAR DECADERE BERLUSCONI. Ma sul futuro politico del leader del centrodestra potrebbe pesare anche la nuova legge anticorruzione approvata nel 2012, secondo la quale se interviene una condanna definitiva superiore ai due anni, scatta infatti la procedura per l’incandidabilità del parlamentare. A prescindere dalle pene accessorie. A ricordarlo è il presidente della Giunta per le Elezioni e Immunità del Senato Dario Stefano (Sel). “Appena ci notificheranno la sentenza – spiega il senatore alle agenzie – la Giunta si riunirà e si procederà con le stesse modalità già avviate per l’ineleggibilità. Il relatore farà la sua proposta e la Giunta dovrà decidere in Camera di Consiglio. La decisione della Giunta poi dovrà passare il vaglio dell’Aula e basterà che 20 senatori lo chiedano e ci sarà il voto segreto”.

L’udienza era iniziata il 30 luglio, davanti alla sezione feriale per scongiurare il rischio di prescrizione. La sentenza, molto attesa dal mondo politico, è via via slittata fino al pronunciamento di oggi, arrivato dopo la requisitoria del pg e le arringhe dei difensori di tutti gli imputati. Il pg della Cassazione Antonello Mura aveva chiesto la conferma della pena principale – 4 anni di reclusione – e una riduzione della pena accessoria da 5 anni a 3 anni. Secondo la pubblica accusa l’ex premier è stato ”l’ideatore del meccanismo delle frodi fiscali” e “perdurante il controllo di Berlusconi su Mediaset”. La difesa, sostenuta dagli avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppiavevano chiesto l’annullamento del verdetto sostenendo l’assenza della prova nei confronti del Cavaliere. “Al massimo possiamo dire che questa è una gigantesca evasione fiscale ma qui non c’è in alcun modo un profilo penale” aveva detto il professore.

I legali dell’ex premier non hanno ascoltato dal vivo la lettura della sentenza. Ghedini e Coppi sono Palazzo Grazioli con Berlusconi e hanno seguito il verdetto in diretta tv. Con il Cavaliere, nel palazzo blindato, i figli Marina e Pier Silvio, Gianni Letta e Angelino Alfano. Fuori Palazzo Grazioli ressa di giornalisti e telecamere. Le strade limitrofe, infatti, per motivi di sicurezza sono state chiuse.

IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA

La Cassazione ha “annullato la sentenza impugnata limitatamente alle statuizioni relative alla condanna della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per violazione dell’art. 12 dlgs. 10 marzo 2000 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione per rideterminare la pena accessoria nei limiti temporali citati dall’art. 12. Valutazione -precisa piazza Cavour- non consentita alla Corte di Cassazione”. Per il resto nel dispositivo piazza Cavour ha rigettato il ricorso, confermando quindi la condanna per frode fiscale a 4 anni nei confronti di Berlusconi “nei cui confronti dichiara irrevocabili tutte le altre parti della sentenza impugnata”. Respinti anche i ricorsi degli ex tre manager Mediaset: il produttore cinematografico egiziano Frank Agrama (3 anni), Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi) e Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi). Per effetto del rigetto del ricorso tutti e quattro gli imputati sono stati condannati a rifondere l’Agenzia delle Entrate, costituitasi parte civile, con 5.000 euro ciascuno.

[Modificato da ReteLibera 02/08/2013 15:37]
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Domanda per i suoi elettori e per la dirigenza del Pd: In quale Paese al mondo è permesso ad un condannato di mandare un video messaggio anticostituzionale ed antidemocratico?

Il Giornale titola che sono stati condannati 10 milioni di elettori più uno, l’unto dal signore che già che c’era poteva ungerlo di catrame, bollente.
Mi chiedo se questa gente non abbia vergogna di se o se sono tutti Feltri e feltrini nemmeno buoni per le sedie.
Lui è l’indecenza per antonomasia ma loro sono più indecenti di lui.

Nessuna ragione di Stato può legittimare uno schifo del genere in nome di un governo che non rispetta i cittadini e gli elettori è come se ci governasse Gelli direttamente che tutto può avere ma non il rispetto della democrazia e della Costituzione.

E’ altrettanto indecente la posizione opportunista di Letta e Napolitano tendente  a conservare lo status quo in nome di un governo che spaccia gli interessi di un uomo solo per interessi di un intero Paese.

Noi non abbiamo nessun interesse da salvaguardare a queste condizioni, noi abbiamo tutto l’interesse che questo schifo termini il più presto possibile anche perché è durato più del fascismo.

Non è possibile, in democrazia, che un intero Paese sia paralizzato attorno all’interesse di un piduista, corrotto, corruttore, prescritto, depenalizzato, inquisito, pedofilo, puttaniere e FINALMENTE condannato anche se con il paracadute.

Abbiamo bisogno di un sussulto etico degli italiani che facciano pulizia di questo letamaio etico e morale.
Altrimenti è la conferma che non siamo più una democrazia ma  un regime della Propaganda2.

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Dovrebbero condannare a 7 anni di interdizione dai pubblici uffici quegli italiani che con il loro voto hanno permesso un ventennio indecente.

 

La P2 al governo guidata da un avanzo di galera che già con lo stalliere e con il furto della villa di Arcore alla marchesina Casati, aiutato nella rapina dal fido Previti, aveva già dimostrato di che pasta fosse sin dagli anni 70/80.

Con il loro voto lo hanno reso un caudillo onnipotente ed inattaccabile che ha tentato in tutti i modi di distruggere la nostra Costituzione.
Lui è vittima del proprio delirio e delle sue libidini ma chi lo ha votato è colpevole di rurro il resto compresa la situazione economica nella quale ci troviamo.
Questo ha coinvolto tutti noi minoranza che abbiamo dovuto subire i soprusi, condoni, leggi ad personam, depenalizzazione del falso in bilancio ed un aumento dell’evasione fiscale che non ha precedenti al mondo.

Per questo ritengo che insieme al processo per falsa testimonianza dei suoi lacchè e delle sue zoccole ed al sequestro dei beni di questa gentaglia debbano venire condannato a 7 anni di interdizione dai pubblici uffici tutti coloro che in questi vent’anni hanno votato un delinquente del genere.

Ha spaziato a 360 gradi in quasi tutti i reati penali e civili.
Per chi non fosse al corrente vi segnalo un post che raconta la storia della villa di Arcore, quella del bunga-bunga.

Una volta, con le minorenni, si limitava allo scippo di ville.Con l’aiuto di Previti, altro bandito della, o dalla politica.

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I sei scogli giudiziari che attendono Berlusconi

Se si esclude il caso Mediaset, sono sei gli scogli giudiziari che ancora attendono Silvio Berlusconi già a partire dal prossimo autunno. In più, con la trasmissione degli atti ai pm da parte dei giudici del processo Ruby a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, il Cavaliere rischia l'apertura a Milano di un nuovo procedimento per corruzione in atti giudiziari.

Ipotesi di reato che si profila per via dei versamenti di denaro che lui, o chi per lui, questo è il sospetto, avrebbe effettuato alla giovane marocchina, parte offesa e teste al dibattimento, e ad alcune delle testimoni convocate in aula. Tutte hanno parlato di "cene eleganti" e negato l'esistenza di feste a base di 'bunga-bungà.

Nel suo provvedimento il collegio della quinta sezione penale ha fatto, invece, riferimento a"indizi di reità ravvisati (...) con particolare riguardo a quanto accaduto il 6-7 ottobre 2010, il 15 gennaio 2011".

 
Unipol

Lo scorso 7 marzo, i giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano hanno ritenuto il Cavaliere colpevole, assieme al fratello Paolo, di concorso in
rivelazione di segreto d'ufficio per la fuga di notizie della famosa intercettazione Fassino-Consorte ("allora abbiamo una banca") ai tempi della scalata di Unipol alla Bnl, pubblicata su 'Il Giornale" nel dicembre 2005. È attesa l'apertura del processo in appello: probabilmente, però, basterà una sola udienza per la dichiarazione della prescrizione del reato che dovrebbe essere intervenuta da poco.


Appello Ruby

L'anno prossimo davanti a giudici della seconda Corte d'Appello di Milano si aprirà il processo di secondo grado sul caso Ruby. Lo scorso 24 giugno, il Tribunale
ha condannato l'ex capo del Governo, imputato per concussione e prostituzione minorile, a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
La prescrizione dovrebbe intervenire nel 2020.


Causa civile di separazione da Veronica Lario

Un altro appuntamento per Berlusconi al Tribunale milanese sarà il giudizio di merito, previsto all'inizio del prossimo anno, della Corte d'Appello sulla causa di separazione da Veronica Lario. Il Tribunale a dicembre ha 'condannatò Berlusconi a versare 3 milioni al mese di alimenti alla ex moglie. I giudici di secondo
grado hanno respinto, in sostanza, la richiesta del leader del Pdl di sospendere d'urgenza l'esecuzione provvisoria della sentenza, concedendo all'ex premier solo un piccolo 'sconto': dovrà versare l'assegno mensile non a partire da maggio 2010, bensì da settembre dello stesso anno.


Lodo Mondadori

Il 27 giugno davanti alla terza sezione civile della Cassazione è stato esaminato il ricorso di Fininvest contro la sentenza di secondo grado con cui era stata
condannata a versare oltre 560 milioni alla Cir per la vicenda del Lodo Mondadori. Si è in attesa del verdetto della Suprema Corte.


Compravendita senatori

 
Sempre il 27 giugno, per il leader del Pdl a Napoli è cominciata l'udienza preliminare (proseguita anche il 19 luglio) dopo che la Procura, il 9 maggio scorso, ha
chiesto il suo rinvio a giudizio con l'accusa di corruzione per avere versato in nero tre milioni di euro a Sergio De Gregorio, all'epoca senatore eletto nell'Idv, al fine di farlo 'migrare' nelle file del centrodestra e rendere precaria la già difficile vita del governo Prodi. Oltre che per il Cavaliere, il rinvio a giudizio è stato chiesto per lo stesso De Gregorio e per l'ex direttore dell'Avanti, Valter Lavitola.
 


Vicenda escort Bari

Lo scorso 20 luglio, la Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di Silvio Berlusconi e l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola per un filone del 'caso
escort'. L'accusa è induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria. Per i pm, l'ex premier per due anni avrebbe pagato l'imprenditore pugliese Gianpaolo Tarantini in cambio del suo silenzio su una serie di informazioni di cui era a conoscenza e delle 'bugiè che avrebbe raccontato nel corso degli interrogatori cui è stato sottoposto dai magistrati baresi (tra luglio e novembre 2009) che stavano indagando sulla vicenda. Tarantini oltre a mezzo milione di euro, avrebbe ottenuto la promessa di un lavoro e la copertura delle spese legali per i suoi processi.
 



[Modificato da ReteLibera 02/08/2013 16:27]
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