I miracoli esistono?
Si farà qui di seguito un riassunto degli studi effettuati sui miracoli, riprendendo in parte lo studio effettuato dall'UAAR.
I miracoli non sono esclusiva di nessuna religione
La prima verità fondamentale sui miracoli è che essi non sono esclusiva di nessuna religione.
Vivendo in un Paese che ritiene il cattolicesimo l'unica vera religione, gli italiani si vedono inculcata la tesi che i miracoli siano un’esclusiva prerogativa della religione cattolica. Ma la realtà dimostra che non è così: non solo, non è MAI stato così.
Tanto per fare un esempio, citando il testo sacro dei cristiani, la Bibbia, già nel suo primo libro Aronne riesce a trasformare il proprio bastone in serpente, l’acqua in sangue e a procurare un’invasione di rane: ma lo stesso riescono a fare i sacerdoti egizi (Gn 7, 10-12; 7, 20-22; 8, 1-3).
Prima, durante e dopo il tempo di Gesù, in una società in cui le scienze non avevano raggiunto il livello di sviluppo attuale, e dove abbondavano masse facilmente abbindolabili, i miracoli erano cosa comune. Esistono decine e decine di personaggi a cui sono stati attribuiti miracoli, guarigioni incredibili e resurrezioni (compresa la propria): per citare solo i più noti, Apollonio di Tiana, Osiride, Dioniso, Adone.
La cosa era talmente normale che gli stessi evangelisti attribuiscono la capacità di compiere miracoli anche ai rivali di Gesù (Mt 12, 27; Mc 9, 38; Atti 8, 9ss).
Per quanto riguarda quelli attribuiti a Gesù, si possono avanzare parecchie congetture. Preso atto che i racconti dei Vangeli non sono testimonianze storiche attendibili pressoché in alcun elemento chiave, è lecito pensare che alla figura (di dubbia storicità) del Gesù dei Vangeli siano stati attribuiti dei miracoli immaginari, oltretutto abbastanza simili a quelli rivendicati da altri predicatori della sua epoca.
Al giorno d’oggi il fenomeno è ovviamente in declino: ma a Dharamsala, dove si è rifugiato il Dalai Lama, centinaia di turisti affermano di essere guariti da malattie incurabili grazie agli oroscopi dei monaci buddhisti. E non più di qualche anno fa le statue del dio-elefante induista Ganesh bevevano latte.
L’indiano Sai Baba ha acquisito larga fama per le sue presunte capacità miracolistiche (chiaroveggenza, telepatia, materializzazione di oggetti, bilocazioni…), ovviamente mai sottoposte ad alcuna indagine scientifica.
Ma perché si attribuiscono i presunti miracoli a Dio? Semplicemente perché quando non si trova o non si vuole trovare una spiegazione di un fatto, i teologi o i credenti utilizzano questo criterio di comodo.
Un tempo i cosiddetti miracoli erano considerati eventi abbastanza usuali. Da quando si è affermata una cultura scientifica nei confronti di questi presunti fenomeni il loro numero si è ridotto drasticamente.
La teologia dei miracoli è contestata da molti gruppi cristiani. In ambito cattolico si sono pronunciati contro i miracoli soprattutto i modernisti, che non li consideravano fatti realmente accaduti, ma semplici simboli, creati dalla coscienza religiosa, come sublimazione degli oggetti di culto.
Per quanto riguarda in particolare i miracoli attribuiti a Gesù, per costoro si tratterebbe di semplici narrazioni allegoriche, tese a dimostrare verità spirituali più complesse.
L'improbabilità dei miracoli
La Madonna risulta apparsa oramai migliaia e migliaia di volte. Stranamente, però, sembra disdegnare alcuni Paesi luterano-razionalisti (Scandinavia) nonché quelli islamico-integralisti (Arabia Saudita), mentre sembra prediligere Paesi a tradizionale influenza cattolica (Italia, Francia, Spagna).
Il fatto che la Madonna non appaia a chi non crede in lei è un dato di per sé altamente significativo.
Lo stesso fenomeno si verifica anche per le altre religioni: fuori dalla propria zona d’influenza nessuno esce dall’anonimato.
È significativo come la Madonna appare quasi sempre a bambinelli analfabeti, e mai a un convegno di scienziati.
Come già detto, un tempo i miracoli erano usuali. Da quando si è affermata una cultura particolarmente scettica nei confronti di certi fenomeni, e la velocità con cui una notizia si propaga è andata a ridursi progressivamente, altrettanto velocemente il numero di presunti miracoli è andato riducendosi.
L’ex illusionista James Randi ha promesso un milione di dollari a chi fosse riuscito a replicare un fenomeno paranormale: nessuno si è mai fatto avanti a reclamarli. Viceversa, sui luoghi miracolosi si avvia quasi sempre una redditizia industria legata all’evento, che diffonde benessere nella popolazione e “spinge” di conseguenza i locali a perorare la causa del proprio miracolo, al fine di aumentare il reddito.
Chiunque può essere testimone di eventi apparentemente (solo per lui o più in generale) inspiegabili o comunque difficilmente spiegabili con le nozioni scientifiche attuali. Ma il fatto che ad esempio la Madonna non appaia a chi non crede in lei è un dato di per sé altamente significativo, che rivela l’importanza del fattore soggettivo, ovvero delle precognizioni e delle aspettative personali.
Ma i miracoli reggono alle prove sperimentali?
Ai miracoli si può estendere l’assunto valido per i supposti fenomeni paranormali: il loro numero si riduce e, anzi, tende a zero quanto più crescono i controlli.
A chi sostiene la realtà di miracoli e fatti paranormali conviene comunque sottrarsi ai controlli.
Per questo motivo le commissioni incaricate ufficialmente di studiare i supposti miracoli medici non comprendono mai esperti scettici e non credenti, o comunque il loro parere non è vincolante.
Che conseguenze pratiche hanno i miracoli?
Sui luoghi miracolosi si avvia in genere una redditizia industria legata all’evento, la cui commercializzazione ne precede quasi sempre il riconoscimento; il ritorno economico “spinge” poi a perorare la causa del “miracolo”, e ciò indubbiamente non può favorire un giudizio obiettivo.
[Modificato da ReteLibera 21/05/2013 19:19]