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25/11/2011 17:05 | |
LA CHIESA:UNA AZIENDA AD ALTO PROFITTO
In periodo di tassazione, di Irpef, Irap, Ilor, Iciap e di altre tasse, che vanno progressivamente a svuotare le già martoriate tasche degli italiani, viene in mente un aneddoto simpatico, anche se a dire il vero, con l’aria che tira, c’è ben poco da ridere.
Nel 2005, nella consueta campagna primaverile dell’8 per mille, i sistemi di comunicazione via etere sono stati subissati da una pubblicità a favore della Chiesa Cattolica dove, prendendo spunto dalla tragedia dello tsunami, con immagini toccanti e musiche perfettamente all’altezza della situazione, veniva ripetuto, in modo ossessivo, quanto la Chiesa stessa avesse potuto fare per le vittime di quella disgrazia, grazie al “nostro” contributo economico.
Quella campagna pubblicitaria venne condotta dalla multinazionale Saatchi & Saatchi, costando alla Chiesa cattolica la cifra di 9 milioni di euro: il triplo di quanto la stessa ha poi donato alle vittime dello tsunami (fonti CEI).
Queste cose però non le dice nessuno!
Le uniche informazioni pubbliche che riceviamo sul più piccolo e più ricco Stato del mondo, le riceviamo da questi spot annuali, da queste “Questue” mediatiche.
E poi non si dica che il Vaticano vive di proprie risorse: pur essendo uno Stato sovrano, con tanto di “Capo di Stato”, dipende economicamente dalla “bontà” del vicino.
Quando l’allora vescovo emiliano Camillo Ruini venne chiamato alla CEI, in quelle casse erano rimasti poco più di 300 milioni di lire.
Con l’arrembante carriera di Ruini, il cardinale fortemente legato a Giovanni Paolo II, ma in particolare al cardinale Ratzinger, la CEI ha raggiunto introiti dell’ordine delle centinaia di milioni di euro, senza che nessuno sappia dove finiscono tali denari (o almeno così si vuol far credere!)
Bibliografia: - Curzio Maltese: “La Questua” – Feltrinelli |
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